Giulianova, 1.10.2011 -
Dall'Associazione di
Cultura Politica "Il
Cittadino Governante"
riceviamo e
pubblichiamo:
Improvvisamente, costretto dalla legge che impone
il pareggio fra entrate
e uscite
l’amministrazione
Mastromauro si accorge
di aver portato il
Comune a sforare il
Patto di Stabilità
Interno e a subirne le
conseguenti pesanti
sanzioni amministrative.
Così, dopo aver
trascurato di impostare
con responsabilità e
oculatezza il Bilancio
Comunale, nonostante i
nostri continui
suggerimenti in tal
senso, e dopo aver
evitato ogni forma di
bilancio partecipato,
come un fulmine a ciel
sereno, per salvarsi, il
Sindaco indirizza la sua
maggioranza verso
improvvide scelte.
I cittadini di Giulianova hanno potuto ascoltare
nell’ultimo Consiglio
comunale con quanta
leggerezza e pochezza di
argomentazioni è stata
varata la vendita della
farmacia comunale e dei
terreni comunali
destinati alla
costruzione di alloggi a
basso costo.
L’argomento principe espresso dall’amministrazione
e dai consiglieri di
maggioranza è stato: c’è
bisogno di soldi, quindi
vendiamo quanto di
meglio abbiamo, così fan
tutti. E poco importa il
domani, il futuro del
bilancio di Giulianova.
Nessun rammarico per i
contraccolpi sulla
città.
Evidentemente i nostri amministratori di oggi,
domani si immaginano
altrove (su scranni più
alti e lontani!). Tanto
è vero che dinanzi al
grave stato del bilancio
comunale, per cause sia
nazionali che locali,
anziché avviare una
riflessione seria e
responsabile per
individuare scelte
strutturali, hanno
scelto la strada più
immediata e facile:
vendere, se occorre
“svendere”, i beni
pubblici per tappare dei
buchi – che nel tempo
potranno diventare
voragini – e tirare
avanti, magari verso il
proprio personale
progetto di carriera
politica.
Noi del Cittadino Governante diciamo che ciò non è
accettabile; nel merito
abbiamo contrastato in
sede di dibattito
consiliare questa deriva
ed invitato, senza
riscontro, la
maggioranza alla
riflessione ed alla
ricerca di strategie
alternative. Lo facciamo
sin dall’insediamento di
questo consiglio
comunale, lo faremo
ancora lunedì prossimo
nella seduta per il
Riequilibrio di
Bilancio.
Circa la vendita dei terreni solo
l’emendamento presentato
dal nostro gruppo
consiliare, approvato
poi da tutti, ne ha
garantito la
destinazione certa ad
edilizia convenzionata,
e cioè che trenta
appartamenti vengano
messi sul mercato a
prezzi calmierati
nell’interesse di
giovani coppie e
famiglie meno abbienti.
Sul punto la maggioranza
si era mostrata
distratta, evidentemente
considerando l’argomento
dell’edilizia
convenzionata poco
importante e aveva
omesso di affermare con
chiarezza il principio
nella delibera!
Sulla farmacia comunale, poi, lo scempio si
è compiuto
nell’assordante silenzio
del Sindaco che, dopo
aver propagandato nel
suo programma elettorale
la valorizzazione e
persino il raddoppio
della farmacia comunale,
non è intervenuto
sull’argomento, è
rimasto lì nella trepida
attesa di colmare con un
colpo di mano un vuoto
nel bilancio che lui
stesso non è riuscito a
controllare. Così, in
una logica di
privatizzazione
selvaggia e di
smantellamento delle
cose che funzionano, la
farmacia comunale che –
ricordiamo – garantisce
al Comune, annualmente,
significativi guadagni
(con ampi margine di
miglioramento) e il
posto di lavoro a 6
persone, sarà venduta
partendo da una base
d’asta che in maniera
incomprensibile è stata
ipotizzata di soli 2
milioni e mezzo di euro,
peraltro in assenza di
una perizia di stima sul
suo reale valore. Il
Cittadino Governante ha,
allora, dimostrato, dati
alla mano, che la base
d’asta poteva essere
fissata almeno a 4
milioni di euro. Ha
presentato, quindi,
anche in questo caso un
emendamento per
aumentare l’importo
della base d’asta e per
stabilire che
l’aggiudicazione andava
fatta solo in presenza
di almeno due offerte:
incomprensibilmente è
stato respinto dalla
maggioranza. Così i
cittadini giuliesi
perderanno la loro
farmacia comunale e
correranno il rischio di
ricavarne ben poco.
Un’inezia che si
volatilizzerà in pochi
anni se si considera il
fatto che la somma dei
mancati introiti netti
(150-200 mila annui) e
del costo del personale
(circa 200.000 euro
all’anno), che
tornerebbe a gravare sul
Comune, porterà ad una
perdita annua di circa
400.000 euro. Chi farà
l’affare quindi?
Il ricordo della “svendita” della scuola
elementare Acquaviva
voluto con forza da
questi stessi
amministratori, lo
scorso anno, torna
prepotentemente attuale! |