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  Comitato "Salviamo la Farmacia": «Tutti insieme evitiamo la svendita»

Giulianova, Sabato 22 Ottobre 2011 - E' stata ufficialmente avviata stamane, la raccolta delle firme per scongiurare la vendita della Farmacia Comunale. Il Comitato "Salviamo l Farmacia", costituito da Cittadino Governante, PdL, Progresso Giuliese e Rifondazione Comunista-Federazione di Sinistra, presieduto dall'ex sindaco Romolo Trifoni, ha riunito le sue forze davanti alla struttura in Via Trieste per poi trasferirsi presso l'Hotel Corallo per la conferenza stampa. Durissime le parole indirizzate all'indirizzo del Sindaco Francesco Mastromauro e dell'Amministrazione Comunale. Trifoni, che ha avviato praticamente la protesta nel Consiglio Comunale del 3 ottobre nel quale fu allontanato dall'aula, nel suo intervento di apertura ha dichiarato: "I nostri sedicenti amministratori, che compongono una Giunta di "quaquaraquà", per citare Sciascia, hanno tradito la fiducia dei cittadini e hanno inteso rimediare con mezzi indecenti, svendendo i gioielli di famiglia, ai buchi creati con una cattiva amministrazione. Non dobbiamo consentire che la farmacia cada nel retaggio di basse speculazioni a vantaggio di privati". Il coordinatore dell'Assofarma d'Abruzzo, Giorgio Masciocchi, che ha presenziato all'iniziativa, ha smentito chi ha scritto, elencandone gli esempi di altre città, che le alienazioni delle farmacie rappresentino una tendenza in Italia: "Al contrario, anche in linea con la normativa ed i paini regionali nazionali, la tendenza è quella di valorizzare la "farmacia di servizio", di cui le farmacie comunali rappresentano un punto importante, oltre che un bene della collettività. Abbiamo chiesto comunque un incontro al Sindaco perchè sia rivista la decisione". Il coordinatore del Pdl, Paolo Vasanella, nel garantire l'impegno del suo partito e di Giovane Italia nella raccolta delle firme, ha paventato che "questa Giunta ha un programma per il 2020 ma rischia di non arrivare al 2012 per fallimento. Noi avevamo proposto le alienazioni del Complesso Sportivo e del Mercato Ittico, che sono strutture di valore ma che nel bilancio chiudono in perdita. Stranamente è stata decisa la vendita della Farmacia che delle tre è l'unica attività produttiva che si potrebbe addirittura valorizzare. E questo dopo che tanto si è parlato persino dell'apertura di un'altra farmacia comunale a Colleranesco".

Su questo punto Laura Ciafardoni ha espresso forti dubbi che "la

Regione consentirà l'apertura di una nuova farmacia quando la Giunta vende quella che ha. E l'attuale farmacia - ha rimarcato il consigliere di Progresso Giuliese - non potrà che rendere di più con il recupero dell'area ex Sadam. Io aspetto sempre una risposta alle dieci domande poste al sindaco mentre ringrazio l'Assofarma di avere dato la sua con tempestività. Credo che tutti insieme possiamo farcela a vincere questa battaglia". Un auspicio e un incitamento che ha espresso Elisa Braca, rappresentante della Federazione di Sinistra: "Tutti i giorni, in tutte le piazze della città, raccoglieremo le firme per dare voce ai cittadini. Ieri sera, il sindaco Mastromauro si è vantato, davanti a Bertinotti, che la sua Amministrazione è protesa verso la democrazia partecipata, ma nei fatti agisce in senso contrario perchè la vendita della farmacia è stata stabilita da dieci persone. La città non è la loro. Già una prima volta è stata tentata la vendita del 49% della farmacia comunale quando noi di Rifondazione Comunista eravamo in giunta. Fu uno dei motivi per i quali passammo all'opposizione". La serie di interventi è stata chiusa dal consigliere comunale Franco Arboretti, presidente dell'Associazione "Cittadino Governante", il quale ha posto il "problema dei problemi": "Perchè ci stiamo occupando oggi del rischio dell'ennesima svendita della Farmacia, che ha prodotto un utile di 156.000 euro nel 2010 e può produrne uno di 200.000 al termine del 2011? Perchè questa Amministrazione, a partire dall'era del sindaco Ruffini, ha iniziato la stagione delle alienazioni con l'area del "pioppeto" in Via Ippodromo, i cui risultati negativi sono davanti agli occhi di tutti, e con la scuola Acquaviva per 2,5 milioni a fronte di un ristoro di edificabilità calcolabile in 40 milioni. Vere svendite, perchè? Per la "paura di un dissesto", dicono loro da sei anni, una paura nella realtà immotivata e ingiustificata. Il Comune non rischia il dissesto, ma non sa stare nel patto di stabilità per il suo modo di governare. Per questo deve andare a casa. Abbiamo dimostrato in una recente assemblea di bilancio partecipato come si può governare con una struttura di bilancio corretta". Arboretti ha concluso ponendo una lunga serie di perplessità sul bando di vendita circa la brevità dei tempi di presentazione delle offerte ("In 20 giorni chi fosse interessato non si riesce a fare le necessarie operazioni bancarie"), i criteri e gli elementi di valutazione per l'aggiudicazione ("Perchè non è stata accolta la nostra richiesta di emendamento che prevedeva la validità dell'asta con minimo due concorrenti, e invece se ne prevede una, come è avvenuto anche per il bando della scuola Acquaviva?"), la congruità della base d'asta ("Altre farmacie private sono state vendute almeno al doppio"), sulla destinazione e sull'assorbimento del personale ("Perchè si prevedono 5 addetti anzichè i 6 attuali?"). Dalla platea sono state sollevate altre problematiche legate alla vendita della farmacia. Insomma, secondo il Comitato e i suoi sostenitori l'operazione è tutt'altro che conveniente e trasparente.

Nostro Servizio

Avviata la raccolta di firme con parole durissime verso la Giunta e molti interrogativi sull'effettiva convenienza della vendita

 

foto d'apertura: L'avvio della raccolta di firme davanti alla Farmacia in Via Trieste

foto in mezzo, da sinistra: Laura Ciafardoni, Paolo Vasanella, Romolo Trifoni, Giorgio Masciocchi, Elisa Braca e Franco Arboretti

 

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