Giulianova, Mercoledì
23 Febbraio -
Faccio riferimento alla
lettera del prof.
Laudadio in qualità di
segretario dell’UDC
giuliese apparsa nei
giorni scorsi sui
giornali locali.
Devo immediatamente
sottolineare che
effettivamente la mia
storia Democristiana mi
ha portato ad aderire,
in maniera passionale,
all’UDC sull’onda della
simpatia per la politica
sostenuta da Casini a
livello nazionale. Avrei
dovuto chiedere al
Segretario Laudadio
delle garanzie politiche
sulla posizione
equidistante e critica
dai due schieramenti,
pretendendo autonomia da
entrambi i poli, con una
visione criticamente
propositiva verso chi
amministra, considerando
le problematiche della
nostra Giulianova. Siamo
invece stati legati ad
un appoggio del centro
destra prescindendo da
ogni contenuto
programmatico. La mia
totale disponibilità è
stata strumentalizzata
da qualcuno, perché
quando si mettono
insieme forze che
l’elettorato ha valutato
in modo
inequivocabilmente
diverse (circa 1200 voti
alla lista “Giuliesi”,
circa la metà all’UDC)
dovevamo pretendere un
peso rappresentativo e
politico corrispondente
all’apporto elettorale
da noi rappresentato e
questo non è avvenuto
per la grande fiducia
che riponevamo in alcuni
dirigenti UDC.
Paradossalmente nel
confluire nell’UDC
abbiamo rischiato di
perdere consensi
rilevanti, ma la scelta
era importante, per
fortuna “sono stato
capito” dagli amici che,
in campagna elettorale,
mi avevano sostenuto con
la loro candidatura e mi
sono stati vicini anche
dopo. Purtroppo
all’interno dell’UDC vi
è chi ama creare
conflittualità a proprio
beneficio, e sicuramente
non parlo del prof.
Laudadio. Recentemente
si è permesso l’ingresso
a figure che,
rispettabilissime sotto
l’aspetto personale,
hanno però avuto negli
ultimi anni un
comportamento politico
poco lineare.
Noi non vogliamo
costringere gli altri ad
accettarci a
prescindere, ma nemmeno
possono imporci amicizie
che riteniamo “dannose
politicamente”.
Per finire riteniamo che
l’impegno in politica si
esprime lavorando a
favore della
collettività. Qualcuno
ritiene che le poltrone
siano l’arrivo del
proprio ruolo, noi
riteniamo che l’arrivo
alla “poltrona” coincide
con l’inizio del lavoro
e dell’impegno. Ognuno
di noi ha un “modus
vivendi” chi ci giudica
sono gli elettori. Io
personalmente ho avuto
circa 1200 persone che
mi hanno chiesto di
interessarmi della cosa
pubblica e solo a quelli
rispondo.
Buon lavoro a tutti.
Gianfranco Francioni |