Giulianova, 8.5.2012 -
Dall'Associazione di
Cultura Politica
Cittadino Governante
riceviamo e
pubblichiamo:
I atto: lo scambio dei ruoli
Venti giorni fa il problema del sindaco era di
rimpiazzare l’assessore
Mastrilli dimissionario.
Lo complicò annunciando l’azzeramento di tutta la
Giunta, le dimissioni
dell’amministratore
unico di Julia Rete, il
suo ingresso in giunta
come
nuovo assessore al
Bilancio al posto di
Fabio Ruffini e tanto
altro.
Poi ha concesso solo cinque giorni ai partecipanti
alla gara per la nomina
del nuovo amministratore
di Julia Rete.
Quindi, confermando le indiscrezioni trapelate, ha
nominato l’ex assessore
Ruffini alla guida della
società partecipata del
Comune (Julia Rete).
Sui giornali abbiamo letto che, dopo la chiusura
dei termini per la
presentazione dei
curricula, “sono bastate
poche ore al sindaco
perché scegliesse, tra i
nove partecipanti, la
persona a cui conferire
l’incarico fiduciario
che però tiene conto dei
titoli”.
Si direbbe, insomma, per stare ai fatti, un
esito già scritto prima
dello svolgimento della
parvenza di gara.
Chiediamo:
- Davvero, si pensa, che la politica possa
riguadagnare la fiducia
dei cittadini con
questi comportamenti?
- Da dove trae fondamento la prassi che chi fa
politica deve sempre
avere un incarico
retribuito da qualche
parte?
- Come è possibile che nelle istituzioni si
possa passare
tranquillamente da un
incarico all’altro?
- Se Vanni stava facendo bene alla Julia Rete,
come risulta, perché non
lo si è fatto
continuare?
- E se Ruffini viene giudicato in maniera
positiva come
amministratore perché
non lo si è lasciato
in giunta?
- E’ razionale cambiare continuamente incarico
vanificando i frutti
dell’esperienza?
- A Ruffini in circa sei anni è stato cambiato
per ben quattro volte
l’incarico
(dall’urbanistica al
commercio, quindi al
bilancio come assessore,
ora, uscendo dalla
giunta, amministratore
di Julia Rete).
Qui non è in questione la qualità delle persone ma
il metodo usato dal
sindaco, già adottato
con esiti disastrosi
nella vicenda CIRSU.
Il metodo è quello per cui i cittadini ormai
vedono i partiti come
“la casta”.
Riteniamo, invece, che la politica non debba
servire per sistemare le
persone, bensì per ben
amministrare,
ricordandosi della
meritocrazia e delle
competenze sin
dall’inizio di un
mandato.
E riteniamo, altresì, che per riavvicinare i
cittadini alla politica
e alle istituzioni non
solo occorra smettere i
comportamenti da “casta”
ma vadano accuratamente
evitati anche quelli che
rischiano di darne
l’impressione.
II atto: dietrofront
L’ex assessore Ruffini
non può fare
l’amministratore di
Julia Rete.
Si saranno pentiti? Nemmeno per sogno, hanno
scoperto che la legge
non lo consente!
Infatti: “non possono essere nominati
amministratori di
società partecipate da
Enti locali coloro che
nei tre anni precedenti
abbiano ricoperto
cariche negli Enti
locali stessi”.
Il sindaco l’ha scoperto solo dopo
l’ufficializzazione
della nomina fatta in
conferenza stampa.
I nostri amministratori zoppicano, quindi, pure
sulla competenza. |