Giulianova,
15.5.2012 -
Viaggio nel tempo di Sant’Agostino, solidarietà
e cena come nel tardo impero romano partendo dal
De Re Coquinaria di Marco Flavio Apicio, il
primo nella storia a dare consigli per una buona
cucina, e dalla disputa con i Manichei da parte
di Sant’Agostino. Da non perdere, venerdì
prossimo, nel chiostro del convento degli
Agostiniani Scalzi di Acquaviva Picena, in
piazzale Ulpiani 2, la cena con menù esclusivo
afro-romano studiato ed elaborato da docenti e
allievi dell’Istituto Alberghiero di Giulianova
<Crocetti> (guidato dalla prof.ssa Leonilde
Maloni), secondo l’antica cucina del tardo
impero romano, nell’ambito di un progetto sulla
dieta mediterranea. Quota di partecipazione 30
euro. Prenotazioni (obbligatorie) allo
0735-764439. Inizio alle 20,30 con aperitivo nei
giardini del convento. La cena sarà preparata
sotto la sapiente guida del prof. Dario Tinari
vincitore del premio Secondino Freda come
miglior docente di cucina nel concorso nazionale
2011. Sarà realizzato, come detto, un menù
esclusivo con ingredienti e pietanze tipiche
dell’età romana del V° secolo. Un nuovo
appuntamento con quella cucina conventuale che
riporta, per significati e sapori, a valori
essenziali dell’esistenza.
La cena sarà preceduta da un convegno su
aspetti teologici e tecnocratici della cucina al
tempo di Sant’Agostino. Si parlerà delle
tecniche di preparazione dei cibi nell’epoca
romana, del percorso della birra, degli
itinerari di accoglienza agostiniana in Europa,
della negazione dei tre sigilli della cucina
conventuale al tempo di Agostino a cura di Padre
Eugenio Cavallari, scrittore, cultore e
profondo conoscitore di S. Agostino. L’originale
e significativa iniziativa è dell’Associazione
Missione Agostiniani Scalzi (Amas) nata nel 2009
con lo scopo di portare aiuto, assistenza ed
istruzione scolare nelle località del mondo dove
sono operative le missioni dell’Ordine degli
Agostiniani Scalzi. I fondi raccolti venerdì
sera saranno destinati alla realizzazione di un
edificio per il laboratorio di cucito delle
ragazze madri di Bafut in Camerun. |