Giulianova, 18
aprile 2012
- Nella provincia di Teramo, due anni fa, alcuni
operatori che agiscono da molto tempo nel campo
del disagio e della marginalità sociale, hanno
deciso di iniziare un percorso di conoscenza, di
approfondimento e di ricerca proteso
all’obiettivo di rafforzare le performances dei
singoli attraverso la migliore interazione e
collaborazione tra di loro. L’assunto banale ma
assolutamente vero da cui si partiva era quello
derivante dalla consapevolezza che “l’unione fa
la forza”. Questa semplicissima intuizione ha
portato questi operatori, appartenenti al
Pubblico ed al Privato Sociale, ad intraprendere
un percorso comune che ha coinvolto
progressivamente un numero sempre più ampio di
soggetti che sono diventati protagonisti dello
stesso.
Si sono attivati cinque laboratori tematici
all’interno dei quali sono stati analizzati
tutti gli aspetti che caratterizzano il vasto
arcipelago delle marginalità e dei disagi
socio-culturali nel nostro territorio. I
laboratori, che hanno visto la partecipazione di
diverse decine di soggetti di variegata
provenienza, hanno affrontato le tematiche
relative a:
-
Minori ed adolescenti;
-
Anziani e non autosufficienti;
-
Extracomunitari, rom e detenuti;
-
Malati psichiatrici;
-
Soggetti affetti da dipendenze patologiche.
Si è subito compreso che il percorso che si
stava iniziando sarebbe stato lungo e complesso
ma si è condivisa la intuizione che esso fosse,
oggi più che mai, ineludibile e pertanto
necessario. In una fase di così grave crisi
delle risorse umane e materiali dedicate ai
bisogni dei soggetti più fragili, l’unica
strategia valida è risultata essere quella della
RETE TERRITORIALE.
Si è posta, da subito, l’esigenza di individuare
gli obiettivi strategici di questo percorso e,
inoltre, di dotare lo stesso (percorso) di un
governo che fosse in grado di monitorare i
processi, di valutarne gli esiti e di
pianificare le fasi successive
Questa seconda esigenza si è felicemente
tradotta nella spontanea costituzione di una
“cabina di regia” nella quale sono convenuti
tutti quei soggetti che hanno chiaramente
dimostrato di credere fermamente nella
centralità strategica del progetto costitutivo
della Rete Territoriale.
Gli obiettivi prioritari che la Cabina di Regia
ha individuato per sostanziare questo complesso
ed ambizioso percorso sono i seguenti:
· Mobilitare e coinvolgere tutte le
risorse vive del nostro territorio;
· Attivare laboratori tematici
permanenti in grado di approfondire l’analisi
dei problemi e, soprattutto, di ricercare
sintesi condivise sempre più avanzate;
· Attivare nuovi protocolli, formali ed
informali, linee guida e semplici
raccomandazioni che siano in grado di dare
fluidità, efficacia ed efficienza ai percorsi di
risposta ai bisogni della gente;
· Coronare questo processo complesso e
laborioso attraverso la definizione della
“CARTA DEI SERVIZI DELLA RETE TERRITORIALE”
inteso come strumento virtuoso capace di offrire
al cittadino della nostra realtà territoriale un
vademecum comprensibile e trasparente, ma anche
una mappa chiara e capillare di tutti i percorsi
e di tutte le tappe istituzionali e non che la
persona portatrice di un bisogno “primario”
possa utilizzare per trovare le giuste risposte
allo stesso.
Abbiamo quindi deciso di promuovere questo workshop – di cui
si allega il programma - che vuole essere un
proseguimento dei laboratori tematici della
nostra Rete Territoriale che oggi si incontra e
si confronta con le esperienze più antiche e più
significative che sono state prodotte
all’interno del Sistema Italia.
L’articolazione dei lavori è divisa in tre
sessioni: nella prima, dopo la presente
introduzione, vengono riportate quattro
esperienze “di eccellenza” che caratterizzano
altrettante reti territoriali; l’esperienza del
Gruppo Abele di don Luigi Ciotti;
l’esperienza della Comunità di Sant’Egidio
del prof. Andrea Riccardi -invitato a
partecipare personalmente-; l’esperienza del
Dipartimento di salute mentale di Trieste,
iniziata dal grande Franco Basaglia e
l’esperienza, anch’essa assai peculiare, del
Dipartimento di salute mentale di Trento.
Nella seconda sessione vengono
sinteticamente riportati alcuni elementi
rappresentativi dei cinque laboratori tematici
nei quali si è andato ad articolare il lavoro di
approfondimento dei soggetti costituenti la
nostra Rete Provinciale. I rapporteur partiranno
dalla loro specifica esperienza per esaltarne
gli aspetti che vanno a caratterizzare la fitta
trama di collaborazioni e di interazioni che si
sta realizzando tra i soggetti protagonisti di
questo percorso.
Nella terza sessione la tavola rotonda
è dedicata all’approfondimento di un tema
basilare che oggi condiziona tutti gli ambiti
tecnico-organizzativi e politico-culturali: il
processo di globalizzazione.
Il livello di “contaminazione” e di “stimolo”
che potrà scaturire da questi tre momenti, che
sono chiaramente legati da un evidente trait-d’union,
rappresenta la scommessa che la Cabina di Regia
ha voluto giocare con questa giornata di lavoro
e di approfondimento comune.
Il workshop odierno vuole essere una tappa,
importantissima e decisiva, ma pur sempre una
semplice tappa, all’interno di un percorso lungo
e complesso, iniziato due anni fa, che ci dovrà
portare inesorabilmente alla costruzione della
RETE DEI SERVIZI TERRITORIALI DELLA PROVINCIA
DI TERAMO. La nostra ambiziosa scommessa,
sostenuta da una vivissima mission, potrebbe
portarci a ricercare una virtuosa ed auspicabile
contaminazione delle realtà delle altre province
abruzzesi, consapevoli che l’ampliamento del
progetto su scala regionale potrebbe dare allo
stesso un impulso ed una forza incredibilmente
significativa.
Cesare Di Carlo
Coordinatore della Cabina di Regia della Rete
Territoriale
Direttore del Sert di Giulianova-Atri |