Giulianova,
2.7.2012 -
Con riferimento all'annosa vicenda dell'area ex Sadam di
Giulianova, l'ASSOCIAZIONE WWF TERAMO ed il
COMITATO ABRUZZESE PER LA DIFESA DEI BENI COMUNI hanno inteso
richiamare l'attenzione del Comune di
Giulianova,
dell'Amministrazione Provinciale di Teramo, della Regione
Abruzzo, dell'ARTA regionale e dell'ARTA-Teramo,
su alcune criticità di carattere
ambientale.
f.to
- ASSOCIAZIONE WWF TERAMO
- COMITATO ABRUZZESE PER LA DIFESA DEI BENI COMUNI
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Contenuto della nota del 22/6/2012 inviata alle
amministrazioni competenti:
ASSOCIAZIONE WWF TERAMO
Via G. De Vincentiis, 15
64100 TERAMO
COMITATO ABRUZZESE PER LA
DIFESA DEI BENI COMUNI
Via Ferrari, 5
64018 TORTORETO
Teramo, 22 giugno 2012
Spett.le Comune di Giulianova
Settore Ambiente
Corso Garibaldi, 109
64021 GIULIANOVA
Spett.le Amministrazione Provinciale di Teramo
Settore Ambiente
Piazza Garibaldi, 55
64100 TERAMO
Spett.le Regione Abruzzo
Servizio Gestione Rifiuti
Via Passolanciano, 75
65124 PESCARA
Spett.le ARTA
Viale F. Marconi, 178
65127 PESCARA
Spett.le ARTA – Dipartimento Provinciale di Teramo
P.zza Martiri Pennesi, 29
64100 TERAMO
Raccomanadata a.r.
Oggetto: Recupero Area ex Sadam di Giulianova.
Il 4 giugno scorso la Commissione Edilizia del Comune di
Giulianova ha rilasciato il permesso di
costruire riguardante la realizzazione, da parte
della società Giulianova Skyline, degli edifici
residenziali e dei negozi previsti nel primo
lotto dell’Area ex Sadam.
Lo stesso giorno la Giunta Comunale approvava all’unanimità
il progetto definitivo delle opere di
urbanizzazione primaria dell’intero ambito del
piano di recupero della stessa area ed il
progetto esecutivo delle opere di urbanizzazione
primaria relativo all’unità minima d’intervento
n. 7.
Questi due importanti passaggi amministrativi ci offrono lo
spunto per richiamare l’attenzione degli enti
preposti su un aspetto che è rimasto ai margini
del dibattito riguardante la riconversione
dell’area dell’ex zuccherificio: quello della
potenziale contaminazione di un sito, rimasto
produttivo per 25 anni, le cui vicende rimandano
ai casi di numerosi altri ex zuccherifici
italiani (Finale Emilia, Castel Fiorentino,
Jesi, Celano, Termoli, Brindisi, solo per
citarne alcuni).
Come noto, l’area dell’ex Sadam è stata per lungo tempo
inclusa nell’elenco dall’anagrafe regionale dei
siti a rischio potenziale indicati come
industriali dismessi: ciò in considerazione
del fatto che gli ex insediamenti industriali
avrebbero potuto essere sorgenti di
contaminazione a causa della presenza nelle
acque sotterranee, nel suolo e nel sottosuolo,
di sostanze inquinanti oltre i valori limite
consentiti dalla legge.
Per effetto della determinazione DR4/102 del 26 settembre
2011, a firma del Dirigente del competente
Servizio della Regione Abruzzo, il sito
denominato “Ex Zuccherificio Sadam”,
ubicato in via Trieste nel Comune di Giulianova
(TE), è stato escluso dall’anagrafe regionale
dei siti a rischio potenziale; ciò sulla base di
un parere rilasciato dal Distretto Provinciale
dell’ARTA di Teramo l’8 febbraio del 2011.
Si chiudeva così un iter amministrativo durato poco più di
due anni ed iniziato l’8 luglio del 2009 con la
richiesta, da parte della Giulianova Skyline, di
escludere il sito ex Sadam dall’anagrafe
regionale dei siti a rischio potenziale.
L’esclusione della ex Sadam da questa “black list” si
fonda sulla documentazione relativa ad una serie
di indagini ambientali i cui dati analitici e
tecnici, validati dall’ARTA, attestano che la
contaminazione rilevata nelle matrici ambientali
è inferiore ai valori di concentrazione soglia
di contaminazione (CSC).
Se l’ARTA si fosse pronunciata in senso contraria né la
Giunta Comunale né la Commissione Edilizia di
Giulianova avrebbero potuto dare via libera ad
alcunché.
Fin qui la nuda e cruda narrazione dei fatti.
PUNTO NUMERO 1
Facciamo ora un passo indietro e soffermiamoci sulle indagini
ambientali.
A tal proposito giova ricordare che nella scelta della lista
degli inquinanti da ricercare, dell’ubicazione,
delle tipologie e del numero di indagini da
effettuare, delle modalità di prelievo dei
campioni di terreno, dei piezometri e del
prelievo dei campioni d’acqua sotterranea, oggi
la discrezionalità del proprietario dell’area
può essere esercitata solo se nel rispetto delle
previsioni del più volte modificato D. Lgs. n.
152/06 e, più recentemente, delle “Linee
guida per indagini ambientali” della Regione
Abruzzo.
Ebbene, con la già citata determinazione DR4/102 del 26
settembre 2011, il Dirigente del competente
Servizio della Regione Abruzzo ha ritenuto di
non applicare le “Linee Guida” al
caso della ex Sadam in quanto la loro entrata in
vigore (6 agosto 2011) è successiva alla
procedura tecnico-amministrativa riferita
all’esclusione dell’area “Ex zuccherificio
Sadam” dall’anagrafe regionale dei siti a
rischio potenziale.
Senza voler entrare nel merito di tale determinazione,
viene spontaneo chiedersi se applicando oggi le
regole contenute nelle Linee Guida alle indagini
svolte sul sito della ex Sadam l’ARTA sarebbe
pervenuta alle medesime rassicuranti conclusioni.
Siamo quasi certi che a questa domanda non verrà
mai data risposta.
PUNTO NUMERO 2
Vi è un secondo aspetto del Piano di indagini ambientali
dell’Area ex Sadam, i cui risultati sono stati
validati dall’ARTA di Teramo, su cui varrebbe
spendere qualche considerazione: quello
dell’adeguatezza, o meno, del numero di
inquinanti che sono stati ricercati nel
sottosuolo dell’ex zuccherificio.
Sui campioni prelevati dall’ARTA nel corso dei sondaggi
dell’8, 9 e 10 giugno 2010 sono stati misurati i
seguenti parametri:
Primo Sottosuolo[1] |
Acque Sotterranee |
Parametri |
Carbonio Organico Totale |
Cromo totale |
Cromo totale |
Nichel |
Nichel |
Piombo |
Piombo |
Rame |
Rame |
Zinco |
Zinco |
Idrocarburi Totali |
Idrocarburi leggeri |
Composti Organici Volatili |
Idrocarburi pesanti |
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|
|
Tenuto conto del tipo di lavorazioni che si sono svolte
nell’ex zuccherificio per quasi un quarto di
secolo e delle sostanze che le stesse potrebbero
aver rilasciato, l’elenco appare a dir poco
risicato.
In un identico caso registrato a Jesi, già sede di uno
zuccherificio Eridania Sadam, l’equivalente
marchigiano della nostra ARTA, l’ARPAM,
rispondendo ad una richiesta dell’Area Ecologia
della Provincia di Ancona, con parere
istruttorio del 20/9/2010 dichiarava necessario
che per tutte le matrici ambientali (acque
sotterranee, suolo e sottosuolo) venissero
ricercati TUTTI gli analiti previsti dalle
Tabelle I e II dell’Allegato 5 al Titolo V Parte
IV del D. Lgs. n. 152/2006, con l’aggiunta del
parametro formaldeide e con ulteriori
prescrizioni per i fitofarmaci, l’amianto, le
diossine e i furani.
Si pensi che gli analiti delle Tabelle I e II di cui scrive
l’ARPAM sono 92 per le acque sotterranee e ben
97 per i terreni, contro gli 11 della ex Sadam.
Inoltre, con il medesimo parere, l’ARPAM si esprimeva per la
necessità di utilizzare metodologie di indagine
tali da garantire il raggiungimento di valori 10
volte inferiori rispetto ai valori di
concentrazione limite, così come previsto dalla
vigente normativa.
Quali sono le ragioni che invece hanno portato a svolgere le
attività di indagine ambientale sull’Area ex
Sadam di Giulianova prendendo in considerazione
un numero esiguo di sostanze? Dall’esame degli
atti in nostro possesso, acquisiti in Regione e
presso l’ARTA di Teramo, risulta che la scelta
di un set di analiti così ridotto e la
successiva accettazione da parte dei tecnici
ARTA non siano state motivate in alcun documento
istruttorio.
Il fatto è di per sé inspiegabile e non è di poco conto in
quanto l’ARTA si è basata proprio su questi
dati per dare parere positivo alla cancellazione
della ex Sadam dall’elenco dei siti
potenzialmente inquinati.
PUNTO NUMERO 3
Ma vi è anche un terzo punto da porre all’attenzione degli
enti preposti: come sono stati trattati i fanghi
di lavorazione (= rifiuti) prodotti nel corso
dei 23 anni di attività dell’ex zuccherificio?
Quanto accaduto, ad esempio, a Termoli, Celano,
Russi e Brindisi dovrebbe indurre chiunque,
soprattutto se amministratore della cosa
pubblica, a riflettere sulla delicatezza del
punto sollevato e a fornire una risposta sulla
base di accurati riscontri documentali.
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