GIULIANOVA,
4.3.2015 -
Si
terrà sabato 7 marzo alle ore 17
in Sala Buozzi, a Giulianova Alta, il
convegno organizzato dall'Amministrazione
comunale su “Il rilancio della stazione
ferroviaria di Giulianova per lo sviluppo della
Provincia di Teramo”.
Dopo l'introduzione del sindaco Francesco
Mastromauro e del presidente di ANCI Abruzzo
Luciano Lapenna, interverranno, moderati dal
giornalista Francesco Marcozzi,
Archimede Forcellese (Università Politecnica
della Marche), Pierangelo Guidobaldi (assessore
al Turismo del Comune di Giulianova), Enzo
Giammarino)(Confesercenti-Assoturismo
Abruzzo) e Giovanni Gualario (Rete
Ferroviaria Italiana). Le conclusione sono
affidate al Presidente della Regione Abruzzo
Luciano D'Alfonso.
«In un momento
nel quale il trasporto su ferro assume una
rilevanza strategica – dichiara il sindaco
Mastromauro – la stazione ferroviaria deve
rappresentare il fulcro dello sviluppo economico
non solo di Giulianova ma dell’intero territorio
provinciale. Sentire parlare con sempre maggiore
frequenza di stazioni moderne per migliorare
l’accoglienza e il comfort dei viaggiatori, di
treni ad alta velocità per l’abbattimento dei
tempi di percorrenza e però vivere una realtà
che racconta quotidianamente uno scenario ben
diverso, ci preoccupa e, al tempo stesso, ci
stimola nell’opera di sensibilizzazione sia
delle Ferrovie Italiane che della Regione. Dal
convegno del 7 marzo ci aspettiamo risposte
positive sulla riqualificazione del nostro scalo
ferroviario attraverso l’attuazione del progetto
“Pegasus” di Rete Ferroviaria Italiana, che
l’amministrazione comunale ha approvato sin dal
2012. Ci aspettiamo anche un forte impegno da
parte del governatore D’Alfonso affinché
siano ripristinate alcune fermate dei treni a
lunga percorrenza così da permettere il
collegamento diretto tra Giulianova e le grandi
città del nord. E in proposito dimostreremo con
dati oggettivi ed inconfutabili come Giulianova,
le località litoranee limitrofe e la Provincia
nella sua interezza, possiedano tutti i numeri
per poterlo chiedere». |