RELAZIONE DEL PROGETTO DI RUQUALIFICAZIONE DEL
NOSOCOMIO MARIA SS.MA DELLO SPLENDORE DI
GIULIANOVA
Giulianova, 13
Marzo 2015
Alla Regione Abruzzo,
Al Presidente,
Alla Giunta Regionale, Assessorato alla sanità;
Alla Direzione Generale della ASL di Teramo;
COMMISSIONE SPECIALE SANITA’
CITTA’ DI GIULIANOVA, E COMUNI COINVOLTI NEL
PROGETTO:
GIULIANOVA Gruppi Consiliari
NOTARESCO Sindaco Diego Di
Bonaventura
MORRO D’ORO Vicesindaco Valeria
Maiorani
TORTORETO Dott Renato
Cicchirichì
MOSCIANO Cons. Mirko Rossi
BELLANTE Dott. Pasquale
Liberatori
ROSETO
INDICE:
1 -
PREMESSA
A - CONTESTO TERRITORIALE/DEMOGRAFICO
B – ORGANIZZAZIONE
·
Promuovere ulteriori forme e modalità
erogative
·
Definizione di piani assistenziali per
malati cronici
·
L’integrazione nel territorio
2 - INTERVENTI STRUTTURALI DI EDILIZIA SANITARIA
A - L’ammodernamento strutturale
B - Investimenti Sanitari ex art. 20
3 - INTERVENTI SULLE RISORSE UMANE
A - Formazione di equipe adeguate
B - Riorganizzazione dei servizi destinati
all’urgenza
4 - INTERVENTI STRUMENTALI E PATRIMONIO
TECNOLOGICO
A - Patrimonio tecnologico
B - Costituzione di network per la diagnosi
precoce
5 – FABBISOGNO UNITA’ OPERATIVE DI BASE
A - Potenziamento massiccio del primo intervento
e del primo soccorso
B - Abbattimento delle liste d’attesa e
potenziamento dell’attività ambulatoriale
C – Garantire dei livelli essenziali di
assistenza efficaci, appropriata ed omogenei
D - URGENZE importanti per la salute della donna
e per il nostro territorio.
6 – INDIVIDUAZIONE ECCELLENZE
A - Creare una rete di eccellenza
B - Razionalizzazione della rete
ospedaliera
C - Programmi di miglioramento della
qualità
7 - CONCLUSIONI
COMMISSIONE SPECIALE PER IL BENESSERE DELLA
COLLETTIVITA’
IL PRESIDENTE : Dott. LUIGI RAGNI
TECNICI DI RIFERIMENTO DELLA PRESIDENZA:
Dott.ssa Gabriella Lucidi Pressanti
Dott. Rinaldo Striuli
QUADRO DI SINTESI PRIORITA’ ASSOLUTE ED
IMMEDIATE:
(La commissione ritiene ogni singola questione
trattata, prioritaria ed urgente, e soprattutto
attesa ormai da decenni)
·
Configurazione dell’ospedale quale luogo di cura
delle patologie acute
·
Potenziamento del personale sanitario, e
formazione di equipe adeguate
a rispondere alle esigenze del territorio; con
relativo incremento dell’assistenza
specialistica ai fini dell’abbattimento delle
liste d’attesa e potenziamento dell’attività
ambulatoriale.
·
Implementazione del primo intervento e del primo
soccorso,
con la creazione di una Medicina d’Urgenza, ed
un incremento delle specialità di intervento
primario (es: Pediatrico, Ostetrica, Vascolare,
ecc), un area di primo intervento Ortopedico,
ed un area di primo intervento Cardiologico.
·
L’ammodernamento strutturale e teconologico:
entrambe questioni primarie ed urgenti. E’
evidente la necessità di interventi mirati a
risanare alcune obsolescenze di impianti e
strumenti.
·
Potenziamento, incremento e riqualificazione
delle strutture territoriali
rappresentate dai DSB, MMG, ADI, Strutture
Riabilitative ed RSA. Riteniamo questa una
strategia fondamentale per raggiungere tra gli
altri obiettivi, anche di ovviare al problema
della mobilità passiva, potenziando appunto DSB,
medicina del territorio, consultori familiari,
poliambulatori, ecc.
1 - PREMESSA
Nel redigere il documento sono stati seguiti
fondamentalmente due criteri: uno politico
basato sull’analisi del territorio e delle sue
esigenze ed uno tecnico generale che tenesse
conto della attuale situazione del nostro
nosocomio, evidenziando le carenze strutturali,
strumentali, e di risorse umane, in modo da
disporre di utili notizie necessarie ad
elaborare un progetto di indirizzo mirato alla
soddisfazione del cliente/utente ed alla
soddisfazione degli operatori definendo la
vocazione specifica della struttura.
A - CONTESTO TERRITORIALE/DEMOGRAFICO
L’Ospedale di Giulianova ricomprende un’area
territoriale molto vasta, (i comuni di
Giulianova, Roseto, Mosciano, Bellante, Morro
d’Oro, Notaresco e Tortoreto), con una portata
di oltre 88 mila Abitanti, quindi circa ¼
dell’intera provincia di Teramo; se si considera
poi il periodo estivo, dove solo la Città di
Giulianova conta migliaia di presenze tra
turisti e visitatori, con le annesse presenze
delle località balneari limitrofe si genera
quindi un bacino di utenza potenzialmente molto
elevato e non proporzionato ai servizi che offre
l’Ospedale, soprattutto in ragione del
fabbisogno di assistenza che il territorio, per
le particolarità di seguito descritte, richiede,
essendo un crocevia fondamentale per la
Provincia di Teramo per la sua collocazione
litoranea (unico in provincia), e per la
particolare posizione strategica, punto nodale
di infrastrutture di mobilità.
A fronte delle crescenti necessità purtroppo
abbiamo assistito in questi anni ad un
progressivo impoverirsi della struttura che si è
concretizzato attraverso la chiusura di alcune
UU.OO., il declassamento di altre fino a
depauperare un patrimonio di assistenza
costruito negli anni attraverso l’impegno ed il
valido apporto degli operatori sanitari ma
soprattutto dei cittadini. Tale situazione non
ha risparmiato UO fondamentali per corrispondere
alle esigenze di salute della popolazione locale
e di quella presente nella stagione estiva e
segnatamente: Ortopedia, Traumatologia – Sert –
Fisiopatologia della Nutrizione – Allergologia
e soprattutto del Polo Materno Infantile,
E’ quindi evidente come attualmente sia forte la
necessità di operare un serio ed efficace
rinnovamento organizzativo, gestionale, e
legislativo, salvaguardando le funzioni
esistenti, scongiurando ulteriori tagli e
reintegrando i servizi carenti, con la
prospettiva futura di riportare il nostro
Ospedale ad eccellenti livelli di qualità
rappresentati dalla efficacia, sicurezza,
efficienza e qualità delle cure prodotte
nell’ambito del servizio sanitario, nel rispetto
degli indirizzi regionali.
I Livelli Essenziali di Assistenza (LEA)
indicano chiaramente la necessità di limitare
l’approccio “ospedalo-centrico” a favore di una
logica integrata di sistema fondata su coerenti
azioni di riassetto strutturale e qualificazione
tecnologica, di programmi di sviluppo della rete
dei servizi territoriali, nonché di incisivi
interventi per l’incremento del grado di
appropriatezza dei ricoveri ospedalieri. È,
quindi, esigenza primaria quella di pervenire
alla configurazione dell’ospedale quale luogo
di cura delle patologie acute, capace di
fornire risposte assistenziali adeguate,
riducendo, di converso, il ricorso alla degenza
per trattamenti inappropriati, più utilmente ed
opportunamente gestibili dalla medicina
territoriale in tutte le sue possibili
configurazioni. Migliorare e potenziare sia
l'accesso che la degenza temporanea al pronto
soccorso è indispensabile, non tralasciando però
il mantenimento e la implementazione dei settori
e/o specializzazioni ivi afferenti già
esistenti, quali medicina interna, chirurgia
generale ed endoscopia, anestesia e
rianimazione, radiologia, traumatologia,
cardiologia utic; allocazione dei relativi
settori e/o specializzazioni ad oggi non
presenti; e magari anche programmare di
attivare un OBI pediatrica h12 (osservazione
breve intensiva) che funga da filtro per il
Nosocomio di Teramo e possa fronteggiare le
esigenze turistiche soprattutto nel periodo
aprile/settembre di ogni anno; si potrebbe
altresì ipotizzare di potenziare i nuclei di
assistenza primaria (ambulatori e medici di
base) per fare in modo che i pazienti che
mostrano patologie di minore gravità possano
essere trattati e curati all’interno della
stessa struttura senza trasferimento in
ospedale, soprattutto attraverso la creazione di
vere e proprie “CASE DELLA SALUTE” (sulla base
dei modelli esistenti in Trentino Alto Adige ed
Emilia Romagna) per interventi sanitari che non
richiedono prestazioni specialistiche. Ciò
comporterebbe notevoli vantaggi sia per gli
utenti in termini di immediatezza delle cure ed
anche una tangibile riduzione delle liste di
attesa.
Con l’invecchiamento della popolazione è sorta
negli ultimi anni un’altra esigenza, nello
specifico, quella legata alla gestione dei
pazienti affetti da particolari patologie
croniche, che comportano gravi disabilità
fino alla inabilità totale che, oltre ad avere
la necessità di assistenza, necessitano di
interventi riabilitativi specifici ed intensi.
L’individuazione di strutture atte a sopperire a
tale esigenze, oltre a rappresentare un valido
punto di riferimento per i pazienti con tali
patologie, potrebbero ridurre il rischio che le
degenze ordinarie per acuti vengano trasformate
in lungodegenze. Uno dei benefici effetti di una
diversa strategia organizzativa potrebbe
contribuire alla riduzione della mobilità
passiva che affligge il nostro territorio
invertendo la tendenza e creando viceversa
mobilità attiva mettendo inoltre a disposizione
una consistente disponibilità di posti letto e
riducendo notevolmente le liste di attesa delle
prestazioni sanitarie.
Altro aspetto importante è rappresentato dalla
necessità di stabilire una reale e concreta
integrazione fra le strutture ospedaliere e
quelle territoriali, al fine di
concretizzare il concetto di unità
“Ospedale-territorio” coinvolgendo
rispettivamente e principalmente le strutture di
Lungodegenza da una parte e quelle territoriali
rappresentate dai DSB, MMG, ADI e RSA
dall’altra..
E’ solo attraverso questo sinergismo che si
possono raggiungere gli obiettivi fissati e
programmati, ovvero l’utilizzo di tutti gli
strumenti assistenziali idonei a ridurre il
ricovero ordinario per acuti,
garantendo al contempo un percorso assistenziale
che assicuri idonee cure a tutti quei
pazienti,che per le patologie di cui sono
affetti, trovano difficile collocazione
all’esterno della struttura ospedaliera.
E’ necessario pertanto, riqualificare i servizi,
esistenti ed individuarne e crearne di nuovi
che corrispondano alle esigenze del cittadino
utente tenendo ben presente il miglioramento
continuo della qualità che non può prescindere
dalla efficienza, efficacia ed economicità delle
prestazioni offerte.
Riteniamo fondamentale, per il raggiungimento
dei suddetti obiettivi, che vengano coinvolti
tutti coloro che intervengono direttamente ed
indirettamente nelle attività, nei servizi e
nelle prestazioni che il nostro Servizio
sanitario ha l’obbligo di garantire a tutti,
ponendo particolare attenzione su alcune
macro-aree di riferimento sulle quali riteniamo
si debba intervenire con la massima urgenza e
professionalità.
Consapevoli della
delicatezza dell’argomento trattato stante la
consapevolezza di essere di fronte alla
sofferenza del paziente, della famiglia ma direi
di tutta la collettività,
è nostra speranza intavolare una discussione
seria e compiere insieme un’attenta riflessione
sulle scelte da operare al di là degli
individualismi e dei falsi campanilismi.
E’ nostra volontà mettere in campo ogni energia
disponibile a fare della salute, il bisogno per
eccellenza.
In definitiva, la Commissione vorrà fornire
utili suggerimenti per contribuire a risolvere
le problematiche sanitarie particolarmente
riferite alle carenze strutturali, strumentali e
di personale attraverso una diversa prospettiva
organizzativa che tenga presente il bacino di
utenza, i volumi di attività, i percorsi di cura
da costruire per garantire al contempo
un’offerta sanitaria che preveda anche luoghi
più funzionali ed accoglienti.
B – ORGANIZZAZIONE
Sulla base delle caratteristiche
oro-geografiche, demografiche e socio
economiche, è possibile suddividere il
territorio della provincia di Teramo, che
coincide con quello della ASL, in due distinte
macro-aree: Una interna, a bassa densità
abitativa, popolazione residente 100.324. Una
costiera, ad alta densità abitativa,popolazione
residente 205.824
Unico Presidio Ospedaliero della macro-area
costiera (205.824 residenti ) è quello di
Giulianova, un solo DSB Adriatico (sede Roseto
degli Abruzzi), tre Consultori Familiari (sede
Giulianova, Roseto, Tortoreto).
La mobilità sanitaria passiva, problema annoso
della nostra regione, assume dimensioni
catastrofiche (oltre 42 milioni di Euro per
mobilità passiva nel 2013 verso le Marche),
anche per il ridimensionamento, declassamento e
chiusura di reparti che ha subito negli ultimi
anni l’Ospedale di Giulianova. (favorendo così i
presidi ospedalieri delle Marche).
Promuovere ulteriori forme e modalità erogative
Si conviene di promuovere ulteriori forme e
modalità erogative dell’insieme delle cure
primarie, attraverso l’integrazione dei medici
di famiglia tra di loro e con la realtà
distrettuale, con i medici della continuità
assistenziale e con i medici del 118, anche allo
scopo di migliorare le varie forme di assistenza
domiciliare”.
La metodologia di intervento necessaria per il
contenimento dell’assistenza ospedaliera entro i
parametri sopra indicati non può sicuramente
prescindere dall’esame di taluni elementi che
incidono inevitabilmente sulla destinazione
delle risorse:
- Rimodulazione della rete ospedaliera;
- Riduzione delle attività di ricovero ad alto
rischio di inappropriatezza e delle prestazioni
di pronto soccorso inappropriate
Riduzione della mobilità sanitaria
Il riordino della rete ospedaliera deve essere
improntato all’analisi dell’esistente e
vincolato ad una visione epidemiologica del
bisogno di salute della popolazione di
riferimento.
- necessità di garantire assistenza omogenea sul
territorio regionale, con riferimento
all’erogazione dei LEA;
- autosufficienza su base provinciale e/o nel
rispetto di aree geografiche di riferimento
(bacini territoriali);
- superamento della frammentazione e/o
duplicazione delle strutture organizzative
esistenti;
- riqualificazione di parte delle strutture
ospedaliere con bassa performance organizzativa
in altra tipologia di offerta assistenziale;
- potenziamento delle alte specialità, anche ai
fini di riduzione dei fenomeni di migrazione
sanitaria;
- miglioramento della qualità dell’assistenza
ospedaliera;
- introduzione di nuovi modelli organizzativi di
erogazione dell’assistenza extra-ospedaliera.
Ai fini della promozione di un reale cambiamento
del SSR appare quindi decisiva un’ azione di
Governance che coinvolga attivamente il sistema
in ogni sua parte ed in tutti i suoi attori con
una collaborazione coerente ed integrata del
management delle Aziende Sanitarie Territoriali
ed Ospedaliere, che sia in controtendenza con
insane logiche concorrenziali innescatesi fino
ad oggi.
Nell’utilizzare al meglio le risorse umane,
finanziarie e tecnologiche e per evitare
duplicazioni di attività e tecnologia, si
propone il modello dipartimentale oncologico
attraverso il ricorso alla
dipartimentalizzazione interaziendale, al fine
di ottimizzare l’utilizzo delle tecnologie e
delle professionalità già esistenti ed operanti
nel settore, presupposto questo, indispensabile
per la costruzione delle reti specialistiche
integrate.
Definizione di piani assistenziali per malati
cronici
Definizione di piani assistenziali per malati
cronici, con percorsi prestabiliti che indichino
una direzione certa e puntuale e la strada da
percorrere per ogni tipo di patologia.
L’integrazione nel territorio
La copertura di bisogni socio-sanitari
complessi, che vedono agire accanto ai bisogni
sanitari anche determinanti sociali, non può
essere garantita dall’integrazione tra i vari
livelli sanitari (prevenzione, cure primarie
percorsi diagnostico-terapeutici territoriali ed
ospedalieri), dal momento che in questa area
assistenziale, spesso la mancata presa in carico
congiunta dei servizi sociali tende a vanificare
anche il più complesso intervento sanitario.
2 - INTERVENTI STRUTTURALI DI EDILIZIA SANITARIA
A - L’ammodernamento strutturale
è una questione primaria ed urgente. E’ evidente
quanto sia necessario un insieme di interventi
mirati a risanare alcune obsolescenze di
impianti e strumenti necessari per garantire
il massimo dell’accoglienza e della naturale
situazione all’interno della struttura
ospedaliera, soprattutto in ragione di una
adeguata dignità delle persone che né
usufruiscono; riteniamo opportuno un
Check-up
completo degli impianti e della struttura con un
esame accurato delle obsolescenze e
problematiche inerenti la stessa atti a
risolvere le problematiche quotidiane.
B
- Proprio per non lasciare nulla al caso,
riteniamo valida tale relazione di indirizzo,
anche nel caso di riferimento diverso, ovvero
nell’ambito dell’Accordo di Programma per il
settore degli investimenti sanitari ex art.
20 della l. n. 67/88, sottoscritto in data
18/04/02 tra il Ministero della Salute, di
concerto con il Ministero dell’Economia e delle
Finanze, si inserisce la realizzazione di
“Centri di Eccellenza” nei settori che
registrano una maggiore mobilità extraregionale.
(Al fine di combattere il fenomeno della
mobilità passiva si ritiene di introdurre nella
rete ospedaliera, nell’ambito regionale, Centri
di eccellenza sinergicamente collocati sul
territorio).
C’è la necessità che lo Stato e le Regioni si
impegnino in una cooperazione sinergica per
individuare strategie condivise al fine
di superare le diseguaglianze ancora presenti in
termini di risultati di salute, di accessibilità
e di promozione di una sempre maggiore qualità
dei servizi, nel rispetto delle risorse
programmate.
3 - INTERVENTI SULLE RISORSE UMANE
A
- Forse è il tema più attuale, quello della
carenza di personale, un ritardo nella
formazione di equipe adeguate alle esigenze
della struttura e delle esigenze dei degenti, e
che rappresenta il passo cruciale verso la
creazione di una struttura di eccellenza, che
abbia un personale adeguato a garantire la piena
assistenza in tutte le sue forme; con questo
riteniamo che il personale preposto, in tutte le
sue fattispecie, sia in forte relazione con una
struttura all’avanguardia, sia dal punto di
vista medico e paramedico, sia per quanto
riguarda la creazione di un circuito di
relazioni ed informazioni utile a snellire
l’intero impianto di gestione della struttura.
B
- Qualsiasi intervento sulla struttura del
sistema sanitario regionale non può prescindere
dalla riorganizzazione dei servizi destinati
all’urgenza e all’emergenza, nonché dai
rapporti di essi con i servizi di medicina di
base, al fine di costituire un insieme di
servizi collegati e funzionali alla domanda
assistenziale della popolazione.
Il progetto consiste nel creare un servizio “di
primo impatto” per il cittadino che possa
garantire di volta in volta la necessaria prima
assistenza, con mezzi commisurati al caso e con
un adeguato impiego di risorse umane ed
economiche.
Immaginiamo per tanto una struttura composta da
3 aree di “PRONTO SOCCORSO”, con un area
dedicata al primo intervento su ogni tipo di
necessità, potenziando l’esistente, e prevedendo
l’integrazione con altre specialità di
intervento primario (es: Pediatrico, Ostetrica,
Vascolare, ecc), un area di primo intervento
Ortopedico, ed un area di primo intervento
Cardiologico.
4 - INTERVENTI STRUMENTALI INFORMATIVI E
PATRIMONIO TECNOLOGICO
A
- Naturalmente, è una questione, quella del
patrimonio tecnologico, che va’ di pari
passo con la scelta strategica dell’azienda
sanitaria; individuare le esigenze del
territorio, e le strategie che si vogliono
adottare per il futuro è di fondamentale
importanza per valutare le strumentazioni
necessarie a rendere efficienti i servizi di
assistenza erogati ma soprattutto per sviluppare
piani di investimento che tengano ben presente
il rapporto costo/beneficio.
A tal proposito vogliamo anche evidenziare come
il potenziamento delle disponibilità
strumentali, e di risorse umane rappresenti
un ineludibile passaggio per il raggiungimento
di un importante obiettivo, di particolare
importanza ovvero quello della riduzione delle
liste di attesa che da anni rappresentano un
gravissimo problema nella gestione sanitaria.
B
- Costituzione di network per la diagnosi
precoce ed il trattamento di malattie ad alto
impatto socio-sanitario.
Il Ministero della Salute e le Regioni hanno
identificato la necessità di attivare una
sorveglianza sui fattori di rischio
comportamentali ed i programmi di intervento
realizzati per la promozione di comportamenti
di vita più sani, e che intende operare per il
superamento degli attuali elementi di criticità
presenti nel Sistema Sanitario Nazionale, quali
l’inappropriatezza di alcune prestazioni, come
l’utilizzo improprio dei ricoveri ospedalieri e
dei pronto soccorso dovuto all’organizzazione
ancora prevalentemente burocratica della
medicina di base e alla carenza di servizi di
assistenza domiciliare integrata; le lunghe
liste di attesa; l’ingiustificato livello di
spesa farmaceutica per abitante di alcune
Regioni; l’insufficiente qualità dei servizi
sanitari di alcune Regioni per usufruire di cure
adeguate.
5 – FABBISOGNO UNITA’ OPERATIVE DI BASE
A
- La questione che si ritiene opportuna per
l’Ospedale di Giulianova è molto semplice e
diretta: in ragione di quanto considerato in
fase di premessa, ci sono tutte le condizioni, e
tutte le indicazioni affinché si operino delle
scelte coraggiose e non ci si limiti a fare qual
cosina per migliorare la situazione; per il
territorio di riferimento e per le ragioni note,
la nostra struttura ospedaliera deve
necessariamente essere in grado di far fronte ad
una quantità di esigenze, tante e tali da
esigere tutte le unità operative di base, ovvero
la capacità di poter intervenire, quantomeno in
via di urgenza, in tutte le possibili necessità
che si presentano.
Immaginiamo una struttura capace di accogliere
ed intervenire su tutte le problematiche
relative alla salute delle persone, per poi
individuare alcuni reparti di eccellenza e
specialità, in rete con le altre strutture del
territorio; riteniamo per tanto che sia
necessario un potenziamento massiccio del
primo intervento e del primo soccorso, che
abbia la competenza e la capacità di gestire e
di intervenire su qualunque esigenza.
Auspichiamo, inoltre, la messa in opera di un
sistema di interventi adeguato per dare risposta
alla mole di problematiche relative alla
gestione delle malattie croniche
(cardiovascolari, respiratorie, metaboliche,
oncologiche), in quanto, i principali fruitori
della rete sanitaria sono proprio i pazienti
cronici.
B
- Incremento dell’assistenza specialistica
pubblica per l’abbattimento delle liste
d’attesa e potenziamento dell’attività
ambulatoriale derivante dalla riduzione dei
ricoveri.
I posti letto e le strutture di Lungodegenza
Medica post acuzie, nella nuova organizzazione
della Rete Ospedaliera, non devono confondersi
con i posti letto di lungodegenza, storicamente
riservati ai pazienti cronici, ma si collocano
quale struttura che accoglie pazienti già
ricoverati e trattati in fase di acuzie, con
pluripatologie ancora non stabilizzati, ma che
necessitano di ulteriore periodo di ricovero
consentendo ai reparti per acuti di migliorare
sia la performance degli indici di produttività
legati all’utilizzazione ottimale dei posti
letto in dotazione, che una migliore
ottimizzazione della disponibilità dei posti
letto per acuti con caratteristiche adeguate
alle patologie insistenti nel bacino
territoriale.
C
- Per garantire che l’erogazione dei livelli
essenziali di assistenza sia efficace,
appropriata ed omogenea sul territorio,
nell’ambito delle risorse programmate, occorre
rendere coerente la programmazione dell’offerta
sanitaria con il mutare dei contesti
socio-economici, tecnologici e soprattutto
demografico-epidemiologici e della conseguente
domanda di assistenza territoriale scaturita in
particolare dalla cronicità, occorre quindi
rispettare gli standard quantitativi e
qualitativi dei livelli di assistenza;
individuare le prestazioni che, più
frequentemente, sono oggetto di eccessiva
variabilità ed inappropriatezza prescrittivi e
definirne le condizioni di erogabilità; rendere
accessibili in maniera omogenea sul territorio
regionale le prestazioni specialistiche di alta
complessità; finalizzare il completamento del
programma ex articolo 20 della legge 67/88 al
superamento del divario strutturale nell’offerta
sanitaria tra le diverse realtà regionali;
adottare provvedimenti per la garanzia
dell’accessibilità alle prestazioni dei livelli
di assistenza su tutto il territorio regionale,
tendendo conto delle peculiarità presenti nelle
diverse realtà territoriali; riorganizzare le
cure primarie: Il ruolo primario nel governo
della domanda e dei percorsi sanitari è del
medico di medicina generale, ma perché il MMG
possa assumere pienamente questa funzione è
necessario completare il percorso che conduce
alla realizzazione di forme aggregate ed
integrate di organizzazione della medicina
primaria, con il coinvolgimento dei medici di
continuità assistenziale e degli altri
specialisti territoriali.
D
- Urgenze importanti per la salute della donna
e per il nostro territorio.
1. potenziamento del consultorio familiare e una
ricognizione sulle attivita', sul personale e
sulla tecnologia in dotazione (ospizio marino).
2. potenziamento ambulatori di ginecologia
presenti nella nostra struttura ospedaliera
(personale ed attrezzatura); da evidenziare come
attualmente i medici che operano nel consultorio
e nell'ambulatorio ospedaliero hanno pochissime
ore di servizio (nel caso di loro malattia o
ferie gli ambulatori rimangono chiusi). Il
potenziamento di personale e attrezzature
sarebbe un grande contributo alla mobilità
passiva del nostro territorio che emigra verso
presidi ospedalieri extra-regionali.
6 – INDIVIDUAZIONE ECCELLENZE
A
- L’impatto sociale dell’assistenza sanitaria,
riveste un ruolo strategico in tutte le
questioni che riguardano la vita dei cittadini e
del territorio di riferimento. Passo strategico
di fondamentale importanza sarà quindi quello di
individuare, con un piano strategico regionale e
provinciale, che tenga conto delle
caratteristiche delle particolarità di ogni
territorio, come dislocare sulle strutture
presenti sul territorio, le varie specialità e
creare una rete di eccellenza con un vero
e proprio piano di intervento Regionale, che
individui dei punti di riferimento diversificati
sul territorio, e che tenga conto della rete
infrastrutturale esistente per ovviare al
problema della mobilità passiva intra ed extra
Regionale. Riteniamo che il passo verso il
futuro sia la specializzazione delle diverse
strutture presenti sul territorio che devono
diventare eccellenze di prima fascia e di
riferimento per tutto il territorio nazionale.
Siamo certi, che con un lavoro certosino e
lungimirante, la sanità del nostro territorio
possa diventare un riferimento per la
collettività, e soprattutto possa garantire
livelli di assistenza adeguati alle esigenze di
tutta la comunità, delle persone bisognose di
cure e delle loro famiglie.
(Nell’ambito dell’Accordo di Programma per il
settore degli investimenti sanitari ex
art. 20 della l. n. 67/88, sottoscritto in data
18/04/02 tra il Ministero della Salute, di
concerto con il Ministero dell’Economia e delle
Finanze, si inserisce la realizzazione di
“Centri di Eccellenza” nei settori che
registrano una maggiore mobilità
extraregionale).
B
- La razionalizzazione della rete ospedaliera.
Lo sviluppo tumultuoso della tecnologia,
l’incremento vertiginoso dei costi, l’altissima
specializzazione richiesta all’ospedale,
l’evoluzione delle tecniche chirurgiche ed
anestesiologiche che consentono di effettuare
sempre più interventi in regime di ricovero
diurno, rendono necessaria una riflessione sullo
sviluppo che la rete ospedaliera dovrà assumere
nel medio e lungo periodo. E’ necessario che
l’offerta si differenzi in base ai livelli di
complessità raggiunti dalle strutture
ospedaliere, in particolare organizzandosi in
ospedali di altissima specializzazione nei quali
concentrare la casistica più complessa, che
possano assumere funzioni di riferimento
rispetto ai presidi ospedalieri di medie
dimensioni o di livello locale e alle strutture
territoriali, mediante protocolli di accesso
condivisi, la messa in rete, l’elaborazione di
linee guida e la formazione anche a distanza.
La razionalizzazione dell’erogazione delle
prestazioni ospedaliere e l’incremento delle
attività in ricovero diurno consentirà di
portare a termine, la riorganizzazione della
rete ospedaliera adeguando la funzionalità e la
dotazione di posti letto regionali agli standard
previsti.
C
- L’obiettivo fondamentale dei programmi di
miglioramento della qualità è che ogni
paziente riceva quella prestazione che produca
il miglior esito possibile in base alle
informazioni disponibili ed alle evidenze
scientifiche e che comporti il minor rischio di
danni conseguenti al trattamento, con il minor
consumo di risorse e con la massima
soddisfazione per il paziente ma soprattutto che
venga garantito in egual misura in qualunque
punto egli decida di accedere.
Sarà necessario quindi:
-
prevedere nelle strutture ospedaliere
unità/funzioni di gestione del rischio
multidisciplinari
-
implementare nelle strutture ospedaliere
l’utilizzo di linee guida nella pratica clinica,
percorsi assistenziali, raccomandazioni,
adottando strumenti per la verifica del grado di
adesione ad essi raggiunto
7 – CONCLUSIONI
Con il presente Piano, al di là dell’ esigenza
di rientrare nell’ambito delle risorse
economiche disponibili, si intende iniziare un
percorso programmatico delle attività
sanitarie, secondo le linee di indirizzo
emanate nel nuovo Patto della Salute, dando una
forte impronta territoriale alla valutazione
delle esigenze che il territorio stesso
richiede.
Con la stesura del Piano di Riqualificazione, è
necessario acquisire in tempo reale i flussi
informativi con cadenza periodica e definire
particolari report di informazione integrativa,
sui costi del personale, dei beni e servizi,
nonché sulla valorizzazione dell’attività
assistenziale territoriale, ponendo particolare
attenzione alle prestazioni che generano
mobilità passiva.
L’attività partecipata del gruppo di lavoro
della commissione sanità, con tecnici, operatori
sanitari, nonché di tutte le forze politiche,
espressione del bisogno di salute del cittadino,
rappresenta a nostro avviso un valore aggiunto
nella programmazione sanitaria del nostro
territorio; auspichiamo una sempre maggior
attenzione di tutti gli attori coinvolti nella
gestione della salute pubblica per una sanità
migliore, professionale e vicina ai paziente
soprattutto a quelli più “fragili”.
OBIETTIVI INDIVIDUATI DALLA COMMISSIONE SPECIALE
SANITA’ PER LA RIQUALIFICAZIONE DELL’OFFERTA
SANITARIA DEL NOSOCOMIO MARIA SANTISSIMA DELLO
SPLENDORE DI GIULIANOVA, SULLA SCORTA DI QUANTO
ANALIZZATO E DESCRITTO NELLA RELAZIONE PROPOSTA:
OBIETTIVI GENERALI E SPECIFICI
CONTESTO TERRITORIALE/DEMOGRAFICO
AZIONI:
1.
Garantire agli utenti in ogni ambito
dell’Azienda Sanitaria adeguato trattamento e
stesse opportunità;
2.
Configurare l’ospedale quale luogo di
cura delle patologie acute;
3.
Disporre di reparti di riabilitazione
post evento traumatico o acuzie;
4.
Redigere ed attuare un piano di
riqualificazione strutturale e tecnologica, di
sviluppo della rete dei servizi territoriali,
che preveda l‘effettuazione di incisivi
interventi atti ad innalzare il livello di
appropriatezza dei ricoveri ospedalieri;
5.
Mettere in atto un sistema di
integrazione fra le strutture ospedaliere e
quelle territoriali;
6.
Valorizzare la professionalità degli
specialisti per perseguire l’appropriatezza e
l’efficacia delle prestazioni, curando
particolarmente l’aspetto dell’informazione al
cittadino ed all’utente.
INTERVENTI STRUTTURALI DI EDILIZIA SANITARIA
AZIONI:
1.
Operare Interventi mirati a risanare
alcune obsolescenze di impianti e strumenti;
2.
Attuare Investimenti sanitari ex art. 20;
3.
Mettere in atto interventi strutturali di
manutenzione;
4.
Garantire forme di assistenza omogenea
sul territorio regionale, con riferimento
all’erogazione dei LEA;
5.
Individuare ed organizzare aree di
“PRONTO SOCCORSO”: destinate al Pronto Soccorso
generico (che sia capace di dare risposte ad
ogni tipo di necessità), al primo intervento
Ortopedico ed al primo intervento Cardiologico.
INTERVENTI SULLE RISORSE UMANE
AZIONI:
1.
Potenziare ed incrementare il numero
degli operatori sanitari per garantire la piena
assistenza;
2.
Razionalizzare l’impiego delle risorse
umane, attraverso programmi di mobilità e
decentramento che permettano di efficientare le
risorse nella direzione della esigenza e del
fabbisogno differenziato con criteri di
Stagionalità, periodicità, ed emergenza;
3.
Riorganizzazione dei servizi destinati
all’urgenza e all’emergenza;
4.
Creare un servizio“di primo impatto”;
5.
Promuovere ulteriori forme e modalità
erogative dell’insieme delle cure primarie;
6.
Ridurre le attività di ricovero e di
pronto soccorso inappropriate e ad alto rischio
di inappropriatezza;
7.
Rimodulare la rete ospedaliera;
8.
Raggiungere l’autosufficienza su base
provinciale e/o nel rispetto di aree geografiche
di riferimento (bacini territoriali);
9.
Ridurre la frammentazione e/o
duplicazione delle strutture organizzative
esistenti, attraverso processi di
dipartimentalizzazione e di integrazione
operativa e funzionale;
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Riqualificare le strutture ospedaliere
con bassa performance organizzativa in altra
tipologia di offerta assistenziale.
INTERVENTI STRUMENTALI, INFORMATIVI E PATRIMONIO
TECNOLOGICO
AZIONI:
1.
Potenziamento ed ammodernamento delle
disponibilità strumentali;
2.
Piano di riduzione delle liste di attesa;
3.
Sorveglianza sui fattori di rischio
comportamentali ed i programmi di intervento
realizzati per la promozione di comportamenti
di vita più sani;
4.
Servizi di assistenza domiciliare
integrata;
5.
Definizione di piani assistenziali per
malati cronici;
6.
Costituire network per la diagnosi
precoce ed il trattamento di malattie ad alto
impatto socio-sanitario;
7.
Ottimizzare l’utilizzazione della
tecnologia strumentale;
8.
Promuovere e mantenere lo stato di salute
anche attraverso il ricorso a campagne
informative di sensibilizzazione e di
prevenzione.
FABBISOGNO UNITA’ OPERATIVE DI BASE
AZIONI:
1.
Potenziare in modo massiccio le attività
di primo intervento e di primo soccorso;
2.
Gestire le malattie croniche in forma
programmata;
3.
Incrementare la specialistica per
l’abbattimento delle liste d’attesa e
potenziamento dell’attività ambulatoriale
derivante dalla riduzione dei ricoveri.
4.
Rendere accessibili in maniera omogenea
sul territorio regionale le prestazioni
specialistiche di alta complessità;
5.
Garanzia dell’accessibilità alle
prestazioni;
6.
Realizzazione di forme aggregate ed
integrate di organizzazione della medicina
primaria.
INDIVIDUAZIONE ECCELLENZE
AZIONI:
1.
Sviluppare un piano strategico per la
valutazione dell’impatto sociale dell’assistenza
sanitaria;
2.
Creare una rete di eccellenza;
3.
Specializzare le diverse strutture
presenti sul territorio, individuando
particolari “eccellenze”
4.
Incrementare le attività in ricovero
diurno;
5.
Programmare e garantire il miglioramento
della qualità dell’offerta assistenziale;
6.
Curare la presa in carico del paziente in
ambito territoriale e garantire la continuità
delle cure. |