GIULIANOVA,
13.9.2016 -
Il prossimo 17 settembre, a partire dalle
ore 18 al Kursaal, verrà
presentato il volume di Ottavio Di Stanislao
“La chiesa di San Flaviano a Giulianova
dalle origini ai restauri del secondo dopoguerra”
(edizioni Consiglio Regionale dell'Abruzzo).
Moderati da Francesco Tentarelli, storico
dell'arte e dirigente servizi Beni e Attività
culturali della Regione Abruzzo, interverranno
il sindaco Francesco Mastromauro, il
vicepresidente del Consiglio regionale Paolo
Gatti, Mario Bevilacqua
dell'Università di Firenze, Sandro Galantini
dell'Istituto Abruzzese di Ricerche Storiche e
Giustino Vallese dell'Ordine degli
Architetti.
Attraverso le 106 pagine del volume,
intervallate da un ricco corredo di fotografie
d'epoca, planimetrie e progetti, Di Stanislao
ricostruisce con grande attenzione, mediante il
ricorso ad una folta documentazione archivistica
inedita, le vicende del pregevole edificio sacro
quattrocentesco sino al 1959, lumeggiando in
particolare la lunga ed estenuante serie di
interventi di restauro, non sempre felici e
molto spesso di scarsa efficacia, avutisi a più
riprese dal 1838 insieme con i tentativi di
realizzare un campanile.
Ottavio Di Stanilslao, funzionario archivista
presso l'Archivio di Stato di Teramo e Socio
ordinario della Deputazione abruzzese di Storia
Patria, è autore di numerosi volumi, saggi e
contributi in opere collettanee di carattere
storico. Di recente ha firmato la “voce” su
Potito Randi per il Dizionario Biografico degli
Italiani della Treccani.
Nota dell'autore
Il mio lavoro sulla chiesa di S.Flaviano
ripercorre la storia di tutti gli interventi su
questo straordinario monumento, simbolo della
nostra città. Dalla sua costruzione all'interno
della nuova città voluta da Giulio Antonio
Acquaviva, di cui costituiva il perno
urbanistico, ai lavori dell'ultimo dopoguerra
che risolsero definitivamente i problemi
strutturali della cupola. Alla chiesa,
originariamente isolata si erano addossate
edificazioni civili sul lato sud, e solo dopo
l'acquisizione, da parte dell'università, della
casa adiacente a meridione, si poté finalmente
realizzare una sacrestia con lo sfondamento
della parete corrispondente. All'eleganza ed
arditezza della cupola faceva da contraltare un
interno che oltre ad essere disadorno subiva
continue infiltrazioni di acque piovane, con
tutti gli inconvenienti che ne derivavano, tanto
che, soprattutto nella stagione invernale,
spesso era la cripta a funzionare da chiesa per
le celebrazioni. Ma anche nella cripta non
mancavano i problemi in quanto, immediatamente
sotto il pavimento, c'era la fossa carnaia dove
si inumavano i cadaveri ... L'esigenza di
risolvere il problema strutturale ha
accompagnato questa chiesa praticamente da
sempre. Nel 1784 fu rifatta la copertura e quasi
sicuramente fu il primo intervento.
Nell'ottocento il rivestimento con "rigiole a
squame" fu rifatto per tre volte: nel 1838, nel
1874 e nel 1895. Nel mio lavoro ho inoltre
documentato che negli anni venti-trenta del
Novecento non vi fu alcuna distruzione
dell'assetto decorativo interno rinascimentale
... che non esisteva. Infine, soprattutto
grazie alle relazioni prodotte all'epoca dall'
architetto Meo, ho ripercorso i lavori fatti
nell'ultimo dopoguerra beneficando dell'apposita
legge per i danni prodotti dall'ultimo conflitto
che compresero anche le opere dello scultore
giuliese Venanzo Crocetti ultimate nel 1959 |