GIULIANOVA,
3.6.2016 -
Dopo lunghi anni di
chiusura per i necessari lavori di
ristrutturazione, finalmente nel dicembre del
2012 la Biblioteca Civica “Vincenzo Bindi”, una
delle più significative d’Abruzzo, fu di nuovo
riaperta al pubblico. I locali, molti rari
volumi tra cui alcuni incunaboli, e diversi
quadri di grande pregio, furono nobilmente
donati al comune di Giulianova dallo stimato
studioso giuliese nel 1928. Grande fu l’attesa
per questo evento e grandi erano le aspettative
di tornare ad avere un luogo di cultura fruibile
e moderno. Cocente fu però la delusione nel
vedere come erano stati trattati la Biblioteca e
la Pinacoteca (tutt’ora chiusa e non ancora
riallestita): stravolta l’atmosfera ottocentesca
degli interni, alterata l’ambientazione
originaria. Passano pochi anni e
l’amministrazione Mastromauro umilia ancora
questo tempio del sapere facendone un
guazzabuglio di attività che vanno ad occupare
impropriamente Palazzo Bindi: Consulta del
Turismo (con seminari e conferenze), sede dei
servizi web e sociali, assessorato alla cultura
e al turismo, ufficio Europa (quest’ultimo
occupa la stanza spettante al Direttore, mentre
il deposito del mezzano è diventato l’ufficio
del direttore tecnico scientifico). Insomma
tutto tranne ciò che davvero occorre per
rivitalizzare questo luogo, e cioè personale
qualificato che garantisca un normale
funzionamento della struttura e che possa poi
procedere al riordino, all’inventariazione, alla
catalogazione e all’informatizzazione dei
servizi di cui la biblioteca ha urgente bisogno.
L’assessore alla cultura, Nausicaa Cameli, e
l’assessore al turismo, Gianluca Grimi,
hanno
annunciato la volontà di far diventare Palazzo
Bindi il polo culturale-turistico di Giulianova
pensando addirittura così facendo di
“valorizzarlo”, dichiarando anche che
“ovviamente il servizio bibliotecario rimarrà il
punto di forza rappresentando l’essenza stessa
del luogo” ignari però del fatto che da un anno
la biblioteca non ha più personale, che segue
orari ridotti rispetto a quelli indicati al
pubblico, non riuscendo a garantire i servizi di
base, tra cui l’accoglienza e il reference;
inoltre nelle ultime settimane, con i funzionari
prossimi alla pensione, l’apertura è
occasionale, e non si ha la possibilità di avere
un bibliotecario che sappia rispondere ad
eventuali richieste di studiosi, ricercatori,
studenti e lettori.
Ci si chiede se
l’amministrazione abbia intenzione di proseguire
nell’opera di irrispettosa occupazione di
Palazzo Bindi o se intenda riorganizzare ed
allestire i servizi di una moderna Biblioteca;
ci si chiede quali misure abbia intenzione di
adottare per sostituire il Responsabile di
Settore (Cultura Sport Tempo libero) e se abbia
in programma di bandire concorsi per i ruoli di
Direttori delle due istituzioni (Direttore
amministrativo Biblioteca e Polo Museale) o se
le si voglia lasciare ancora sprovviste di
figure professionali qualificate. Perché solo in
un’ottica di valorizzazione delle risorse umane
ed economiche si potrà promuovere la cultura
locale con la sua indiscussa vocazione
turistica, oltre che civica e sociale.
Il Cittadino
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