GIULIANOVA,
6.4.2016 -
Nel consiglio comunale
di giovedì 7 aprile, a cui siamo stati
costretti a non partecipare, è approdato, un
punto all’ordine del giorno riguardante gli
indirizzi strategici per la pianificazione
territoriale in materia di sostenibilità
formulati dalla Provincia: "VARIANTE
N.T.A. DEL PIANO TERRITORIALE PROVINCIALE" E
"PIANO STRATEGICO PER LA SOSTENIBILITA'
AMBIENTALE E IL CONTENIMENTO DEL CONSUMO DEL
SUOLO".
Uno strumento urbanistico sovracomunale che, già
nei titoli, recepisce le posizioni più moderne e
avanzate nelle scelte urbanistiche di governo
del territorio.
Dopo l’esorbitante, e non necessario, consumo di
suolo (persino in zona agricola e in aree molto
delicate sotto il profilo paesaggistico e
idrogeologico) approvato con la variante al PRG
di Giulianova nel 2013, ci saremmo dovuti
aspettare una piena condivisione della nuova
linea propugnata dalla Provincia. Invece il
sindaco Mastromauro - incredibile, ma vero – ha
avuto il coraggio di proporre all’approvazione
del consiglio comunale un’osservazione tesa a
ottenere modifiche del PTP che possano mettere
in condizione di ampliare ulteriormente, con
varianti successive del PRG, l’edificabilità nel
territorio giuliese.
Tutti ricorderanno le battaglie di civiltà
urbanistica condotte dal nostro gruppo
consiliare durante l’iter della variante al PRG
che fece incassare un clamoroso stop della SUP
che, giustamente, corresse d’autorità la
Variante stessa eliminando ampiamente
l’eccessivo consumo di territorio, lo scempio
della campagna e della collina nord ed altro
ancora. A causa della non conformità della
Variante al Piano Territoriale Provinciale,
l’amministrazione dovette stralciare ben
601.995 mq. di territorio degli 857.000 mq. su
cui era stata prevista nuova edificabilità
residenziale e produttiva (aggiuntiva rispetto
alla enorme quantità ancora prevista dal PRG
allora vigente). Dovette ridurre, quindi, del
70,2% il consumo di territorio a fini
edificabili.
Tutti i comuni ormai cominciano a capire
l’importanza di smetterla col consumo di
territorio e di indirizzarsi invece verso il
recupero e la riqualificazione delle aree già
urbanizzate ma attualmente sottoutilizzate,
degradate o dismesse. A Giulianova no, purtroppo
impera ancora, in chi governa, una cultura
urbanistica tipica della mentalità dedita al
“sacco del territorio” che tanti danni ha
altrove provocato; e non la scoraggia nemmeno la
persistenza della crisi dell’edilizia per
evidente sovrabbondanza di alloggi (che spesso
restano invenduti) rispetto alla domanda.
Qualche tempo fa, dopo l’approvazione della
Variante al PRG, il sindaco, apparentemente
fulminato sulla via di Damasco ebbe a dichiarare
che da quel momento, “altro che stop al
consumo del territorio”, lui avrebbe portato
avanti la causa del “mattone zero” (che è una
notevole corbelleria, perché stop al consumo di
territorio non significa far finire l’attività
edilizia, ma indirizzarla alla riqualificazione
dell’esistente, ma tant’è!).
Ma ora è già tutto dimenticato, il sindaco è
stato ripreso dai furori edificatori (magari
sostenuti dalle pressioni clientelari) dei tempi
in cui rilasciava dichiarazioni che
preannunciano una nuova variante specifica per
recuperare tutti i mq. di territorio e di
edificabilità che la SUP e la Provincia avevano
saggiamente tagliato poco prima
dell’approvazione della Variante generale al PRG
nel 2013.
In occasione della presentazione, nel 2014, del
nuovo Piano Territoriale Provinciale
dall’assessore provinciale all’urbanistica
Falasca fu detto:
“Le previsioni di sviluppo degli attuali
Piani consentono l’iperbolica capacità
edificatoria per un milione di abitanti, se a
questo dato aggiungiamo il fatto che il 60%
delle aree produttive della vallata del Tordino
sono dismesse, salta all’occhio che l’unica
economia possibile è la rigenerazione e la
riconversione, non certo la nuova edificazione.
L’obiettivo è quello di garantire una nuova fase
di sviluppo a costo ambientale zero incentivando
la ripresa degli investimenti in edilizia
indirizzati verso il recupero dei centri
storici, il recupero delle aree dismesse, la
cura e la manutenzione del paesaggio, la
rivalutazione delle superfici agricole”.
Parole sagge che tracciano una linea di
indirizzo che ci sentiamo di condividere.
Il sindaco e l’amministrazione di Giulianova,
invece, paiono non solo non cogliere le novità
dell’urbanistica più evoluta, ma rischiano di
esporsi al ridicolo di essere bocciati dalla SUP
e dalla Provincia una seconda volta, mostrando
così un grave deficit culturale nelle scelte
urbanistiche con rischio di pesanti ricadute
negative sulla vivibilità e sull’economia della
città.
E il gruppo consiliare del PD che fa? Ed il PD
di Giulianova che fa? Subiscono ancora una
volta, in silenzio, che il centro-sinistra a
Giulianova continui la sua deriva verso
l’irrilevanza culturale ed il malgoverno?
Associazione di Cultura Politica
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