GIULIANOVA,
25.5.2016 -
L’ultimo viaggio in Senegal di Ambra Di Pietro
ed Egidio Casati del circolo culturale giuliese
“Colibrì” si è
rivelato ricco di sorprese e di nuove iniziative
per accrescere il progetto umanitario “Io
faccio la mia parte”. Ricordiamo che il
nuovo viaggio, intrapreso per la consegna del
nuovo container umanitario per la popolazione
del villaggio di Sindia, è personalmente
consegnato da Ambra ed Egidio e comprendeva
materiale sanitario ed igienico, bagni,
materiale scolastico, vestiti ed anche materiale
edile utile per ristrutturare scuola ed
ospedale. Ma questa nuova spedizione, in realtà,
ha portato molto più di quello che si sperasse.
«Questa
volta abbiamo avuto grandi sorprese-
spiegano Ambra ed Egidio de il Colibrì – tra
queste il riconoscimento ed il totale appoggio
per il nostro progetto da parte delle autorità
locali e della popolazione ed abbiamo avuto
anche l’onore di essere ricevuti
dall’ambasciatore italiano a Dakar per un
encomio, mettendosi a totale disposizione per
ogni nostra necessità futura. Inoltre è stato
stipulato, con il circolo Colibrì, un contratto
di intesa ufficiale da parte del Ministero della
Sanità e dell’Istruzione locale. ma il regalo
più grande che ogni volta riceviamo è quello
morale da parte della popolazione. Tutto questo
ci teniamo a dirlo a gran voce, si è realizzato
grazie all’appoggio di tante aziende locali e
nazionali, che ci hanno fornito gratuitamente
materiale edilizio, sanitario, materiale
scolastico ( tante scuole del Teramano hanno
contribuito con specifiche raccolte), giochi
didattici in francese, 1600 chili di vestiti,
consegnati personalmente da noi, uno per uno,
fino all’ultimo, alla popolazione di Sindia».
Questa è stata benzina per tante altre
iniziative, che potranno contare anche sulla
collaborazione dell’ingegnere Almerindo Capuani,
socio del circolo “Colibrì”, che finora ha
seguito e sostenuto, con la sua attività di
solidarietà, ben undici missioni umanitarie,
mettendo a disposizione le proprie conoscenze su
come migliorare, sul posto, le condizioni di
vita degli abitanti.
«Il
nostro intento non è unicamente quello di
puntare sull’assistenzialismo – spiega
Capuani – noi vogliamo garantire, anche a
Sindia, la possibilità di creare posti di lavoro
tramite un auto sviluppo sostenibile. Tre sono
le necessità più importanti della popolazione:
acqua, igiene e salute. Ciò che vogliamo fare
con il Colibrì è costruire pozzi sul territorio
per fornire acqua, pompe sommerse ed impianti
fotovoltaici per l’irrigazione dei terreni ed
insegnare alla popolazione gli antichi mestieri,
come accadeva una volta in Italia, per un auto
sviluppo del territorio. Per la mobilità, ad
esempio, fornire loro biciclette con cui
spostarsi e raggiungere i luoghi di lavoro. Il
tutto con la collaborazione e l’appoggio del
governo locale. Il tutto per garantire una vita
dignitosa, lì, dove la popolazione è nata e vive».
Intanto che si stanziano le basi per il secondo
step del progetto “Io faccio la mia parte”, il
Colibrì, in questi giorni, spedirà dodici
macchinari emodialisi in Venezuela, sostenendo
l’operato dell’associazione italo-venezolana
“Alma Criolla” per il programma
“Ayuda Humanitaria para Venezuela”.
Altre iniziative targate Colibrì: il 26 maggio
parte il Cineforum dedicato al tema
dell’immigrazione femminile
Immigrata? Prima di
tutto DONNA!
Le donne
rappresentano circa la metà dei flussi migratori
internazionali. Spesso, diversamente dal
passato, intraprendono da sole il viaggio verso
il paese di destinazione.
Chi sono queste donne? Da dove vengono? Perché
partono? E a quali prospettive vanno incontro?
Un tema delicato che verrà sviluppato e
approfondito attraverso un ciclo di cineforum.
Primo incontro
giovedi 26 maggio, ore 21.
Rassegna curata da Gianmaria Di Silvestro. |