GIULIANOVA,
29.3.2017 -
Ieri, il Prof. Sebastiano Rizzo, docente
e linguista siracusano, ha comunicato al
giornalista e collezionista giuliese Walter
De Berardinis che, sull’ultimo numero della
rivista scientifica internazionale di semantica
teorica e applicata “Quaderni di Semantica”
edito dalle Edizioni dell’Orso di Alessandria, è
uscito il suo ultimo saggio scientifico dal
titolo “L’elemento zingarico nel bbaccàgghiu dei
caminanti siciliani”, dove è stato citato per il
contributo dei testi forniti da Giulianova: Ugo
Pellis a Giulianova di Walter De Berardinis;
Il rilievo zingaresco a l’Annunziata di
Giulianova (Teramo) di Ugo Pellis
(1982-1943) e degli estratti del linguista
abruzzese di Introdacqua, Ernesto Giammarco
(1916-1987). Il rilievo fatto dal
linguista e fotografo friulano Ugo Pellis
a Giulianova il 24 maggio 1932 da
un’informatrice di lingua romanì, abitante nel
quartiere giuliese dell’Annunziata, costituisce
ad oggi, visto i grossi mutamenti
socio-economici avvenuti negli ultimi 85anni da
quel famoso rilievo, la più grande testimonianza
del dialetto degli Zingari italiani del
centro-meridione. Confermata dal linguista Prof.
Andrea Scala dell’Università degli studi
di Milano in un saggio “I numerali per le decine
nel “rilievo zingaresco” di Ugo Pellis e il
morfema moltiplicativo –var(-) nella romanì”.
Giulianova, 27 marzo
2017.
--------------------------------------------------------------
Estratto dalla Rivista Madonna
dello Splendore n° 32 del 22 Aprile 2013
(Uso libero per la pubblicazione)
Ugo Pellis e
Giulianova
di
Walter De Berardinis
Altri,
più esperti di me,
vedranno cioè che io non ho saputo vedere
Ugo Pellis, Il
rilievo zingaresco, 1936
Recentemente
ho reperito la copia originale dell’estratto dal
titolo Il rilievo zingaresco a l’Annunziata
di Giulianova (Teramo) a cura di Ugo Pellis.
Ero informato su Ugo Pellis e sul suo lavoro di
ricerca, di lui mi aveva parlato Duilio Shu,
ricercatore scientifico particolarmente
interessato allo studio della storia e del
dialetto di Mosciano Sant’Angelo e avevo letto
il lavoro sull’argomento dello storico giuliese
Sandro Galantini.
Il noto
letterato e fotografo nacque a San Valentino di
Fiumicello (Udine), il 9 ottobre del 1882 e morì
a Gorizia il 17 luglio del 1943. La primissima
formazione scolastica avvenne sotto l’occhio
attento di Marco Zogovic e successivamente
Pellis frequentò lo Staatgymnasium di Gorizia;
fu allievo del professor Theodor Gartner
(1843-1925) all’Università di Innsbruck e poi
Vienna.
Dal 1902
al 1912 fu insegnante liceale a Capodistria
(oggi in Slovenia) e poi divenne professore di
lettere al liceo “Petrarca” di Trieste.
Il 23
novembre del 1919, a Gorizia, fonda la
Società filologica friulana (intitolata a
Graziadio Isaia Ascoli, il grande glottologo
goriziano, fondatore degli studi di
dialettologia in Italia) insieme a Bindo
Chiurlo, Ercole Carletti e Giovanni Lorenzoni ne
che fu il primo presidente; la Società
viene eretta ente morale nel 1936 con lo scopo
di promuovere e diffondere l’utilizzo della
lingua friulana, Ugo Pellis ne fu presidente dal
1920 al 1923.
L’11
dicembre 1924 il ministro della Pubblica
Istruzione, Alessandro Casati, concede ad Ugo
Pellis l’esonero dall’insegnamento (che lasciò
definitivamente il 10 gennaio 1925) per
dedicarsi pienamente al lavoro di ricercatore.
Nel 1925 inizia una fitta collaborazione con
Matteo Giulio Bartoli (1873-1946) per la
realizzazione dell’Atlante Linguistico
Italiano; il progetto editoriale lo portò in
giro per l’Italia, accompagnato dalla moglie
Nelda, per quasi 18 anni consecutivi nei quali
effettuò una serie di inchieste corredate da
documenti e fotografie scattate con le sue
macchinette: una “Ica Ideal 111”, una “Kodak
9x12” ed infine la reflex biottica 6x6
“Voigtlander Superb” sempre guidato dai sapienti
consigli di Arnaldo Polacco dell’“Istituto
fotografico triestino”.
Si narra
che nel 1927, lo stesso Benito Mussolini, donò
all’Atlante linguistico italiano un’auto
Balilla (targata TS 1162) per permettere a
Pellis di spostarsi da una località all’altra.
Nel percorrere la penisola, con minuziosa e
rigorosa professionalità, raccolse ben 727
inchieste delle 1000 previste; un’improvvisa
malattia, che lo portò alla morte, lo costrinse
ad abbandonare le inchieste. La sua opera fu
completata da un comitato formato da: Roberto
Giacomelli, Corrado Grassi, Giorgio Piccitto,
Giovanni Tropea, Temistocle Franceschi e A.
Matteo Melillo. Il Pellis arrivò nella nostra
città in due periodi diversi individuabili dalla
datazione delle foto e dei documenti: uno
relativo ai giorni 13, 14, 15, 16 e 17 novembre
1929 e l’altro datato 29 aprile del 1932; gli
scatti sono oggi conservati e catalogati dalla
Società Filologica Friulana “Graziadio Isaia
Ascoli”, che ne detiene i diritti.
Le foto
sono fruibili via web all’indirizzo
www.filologicafriulana.
it, basta inserire il nome della nostra città
per visionare le 20 foto con svariati soggetti:
dalle case alle barche, dal panorama al porto,
ecc.
L’allora
comitato di redazione dell’Atlante
linguistico italiano, dopo aver visionato lo
studio del linguista tedesco Max Leopold Wagner
(1880-1962), sugli elementi zingareschi nei
gerghi italiani, decise di pubblicare lo studio
portato avanti dal Pellis proprio a Giulianova
con un’appendice sul gergo dei mercanti di
cavalli di Guardiagrele. Dopo due tentativi
falliti, presumibilmente da ricondurre alla data
delle foto, il Pellis, riuscì, con l’aiuto del
capoguardia giuliese, Berardo Braga, il 24
maggio del 1932 dalle 9.00 alle 12.00, a fare il
rilievo. Fu intervistata una zingara, descritta
nella relazione: 30enne, sposata e convivente
con il suo sposo in una casetta in riva al mare
nel quartiere dell’Annunziata.
Gli “strumenti di lavoro” di Ugo Pellis erano:
taccuini, carte geografiche, tavole da disegno,
illustrazioni e questionari filologici. Nel
verbale, così descriveva l’intervistata:
“Zingara dal tipico aspetto della sua gente;
analfabeta; intelligente; interpreta le
illustrazioni con pronta sicurezza; spesso vi fa
aggiunte di contorno; risponde con disinvoltura;
talvolta altera le risposte, dando loro un
contenuto, che a lei sembra più corrispondente
all’abruzzese. Al rilievo assiste per buona
parte un’altra zingara, alquanto più anziana,
un’indovina, che parla con più calma, e
controlla per così dire le risposte dell’altra”.
Il Pellis inserì, ritenendolo di notevole
importanza, una parte del gergo dei mercanti
abruzzesi di cavalli che nel 1930 raccolse
tramite il giovane Tarquinio Ferrari di
Guardiagrele (CH). Secondo il suo rilievo, la
“parlata” zingaresca risultava avere dei legami
con i dialetti autoctoni dell’Italia
meridionale, e più precisamente del chietino.
Naturalmente si ripromise di tornare su questo
lavoro ampliando l’inchiesta almeno ad un’altra
area dell’Italia meridionale. Complessivamente,
le domande furono 716, le risposte positive
furono 553; molte trovavano riscontri negli
studi precedenti del marchese marchigiano
Adriano Colocci (1855-1941) e dello stesso
friulano Graziadio Isaia Ascoli (1829-1907).
Oggi di
Ugo Pellis rimane l’immenso patrimonio
documentale, fatto di trascrizioni, disegni e
fotografie, ancora da indagare; particolarmente
preziosi i 7156 negativi su lastra e su
pellicola da lui stesso catalogati.
Una
futura collaborazione con la Società
filologica friulana che detiene i diritti
dell’archivio fotografico del Pellis, sarebbe
opportuna; ciò consentirebbe di esporre, magari
il prossimo anno, oltre venti foto della nostra
città mai viste dal grande pubblico ed
eventualmente organizzare un convegno sul gergo
dei Rom nell’Italia centro-meridionale.
----------------------------------------------
Bibliografia
Ugo
Pellis, Il rilievo zingaresco a l’Annunziata
di Giulianova (Teramo),
Udine,
Società filologica friulana “Graziadio Isaia
Ascoli”,
136.
Estratto da “Bollettino dell’atlante linguistico
italiano”,
ann. II,
fasc. 2 (Udine 1936 - XV).
Sandro
Galantini, La
criminalità minorile degli zingari. Un’indagine
empirica,
Teramo, Demian edizioni, 1993.
Sitografia
www.filologicafriulana.it
www.adhikara.com
www.atlantelinguistico.it
www.treccani.it
www.giulianovaweb.it
Archivi
Archivio
privato “Walter De Berardinis”
Ringraziamenti
Duilio
Shu, ricercatore scientifico |