GIULIANOVA,
30.9.2018 -
In merito all'assemblea
sull’ex SADAM a Giulianova riceviamo e
pubblichiamo il seguente intervento di
Carlo Di Marco, Professore di Diritto Pubblico
presso l'Università di Teramo:
Oltre un
mese fa, in un articolo, ci auguravamo che
sull’area ex SADAM di Giulianova la classe
politica giuliese o gli organismi di
partecipazione popolare esistenti, anche sulla
scorta di vari strumenti partecipativi in questa
città adottati e formalizzati da anni (ma in
gran parte inutilizzati), aprissero un dibattito
pubblico riservato ai cittadini. L’obiettivo era
di capire fino a che punto la classe politica
giuliese e gli organismi di partecipazione
popolare esistenti abbiano consapevolezza del
patrimonio strumentale creato attraverso lo
Statuto e il regolamento per la democrazia
partecipativa in questo Comune. Volevamo sapere,
in altri termini, se il percorso di rinnovamento
della politica nella direzione del rovesciamento
della piramide del potere, a Giulianova, ha un
presente e un futuro. Perché un passato c’è. Dal
lontano 2011, infatti, checché ne dicano i
commentatori pessimisti, si sono svolte varie
centinaia di incontri, seminari, corsi di
formazione, forum, sondaggi deliberativi,
riunioni, dibattiti ed elezioni in tutti i
quartieri della Città. Un attivismo che ha
coinvolto, fra alti e bassi, spinte evolutive e
involutive, migliaia di cittadini giuliesi.
Certo non è questa la sede per un resoconto, ma
siamo ricercatori e pubblicheremo i nostri studi
anche sul fenomeno giuliese quando sarà il
momento. Per ora ci limitiamo a dire che prima
del 2011 a Giulianova, nelle forme e nelle
dimensioni odierne, questo attivismo popolare
non c’era. Non basta. E’ evidente, ma ci
torneremo.
Torniamo ora
alla cronaca. Non per l’augurio che ci facevamo
in quell’articolo, ma per sensibilità propria,
alcuni giorni dopo la pubblicazione
dell’articolo i Comitati di Quartiere cittadini
e i loro presidenti chiedevano al Sindaco una
pubblica assemblea sull’area ex SADAM, di quelle
che, ai sensi dell’art. 1/quinquies del
vigente regolamento comunale sulla democrazia
partecipativa, il Sindaco dovrebbe convocare a
cadenza mensile. Di seguito il Sindaco,
ringraziando i comitati per l’input,
convocava la richiesta assemblea che si è svolta
lo scorso 27 settembre 2018 al Kursaal. Questa
sequenza, al di là di ogni illazione, di ogni
considerazione personalistica e di ogni altra
rilevazione che lasciamo volentieri alle
schermaglie fra partiti, in sé è un fatto
altamente positivo. Ove si volesse aggiungere,
peraltro, l’impegno assunto dal Sindaco a
conclusione della sua relazione secondo cui, nel
caso di specie (area sx SADAM), ogni proposta di
modifica del piano di recupero, per il futuro,
sarà sottoposta alla valutazione di un’Assemblea
cittadina prima dell’avvio di ogni altro
procedimento amministrativo, la positività
dell’iniziativa appare tutta. Anzi a noi sembra
che quanto detto faccia delineare, pur se solo
embrionalmente, la figura di uno strumento in
uso nelle città dove la democrazia popolare è
pratica quotidiana e si riassume
nell’espressione di “urbanistica partecipata”.
Siamo troppo ottimisti? Forse. Si avvicinano le
elezioni per cui tutti promettono? Lo sappiamo
bene. Ci limitiamo ad evidenziare, Infatti, come
abbiamo fatto in altre occasioni come quella
dell’impegno firmato pubblicamente dai candidati
sindaci Morra e D’Alberto sul Referendum a
Teramo prima del ballottaggio alle elezioni
comunali, la positività dell’evento dell’oggi.
In futuro parleranno i fatti.
Altra
considerazione di grande importanza, questa
volta attinente alla cultura politica, riguarda
lo svolgimento dell’Assemblea del 27 settembre:
il fossato che separa il mondo dei procedimenti
partecipativi, deliberativi, inclusivi e
dialogici dalle pratiche quotidiane dei partiti
politici è ancora una voragine. Ma anche qui
siamo ottimisti: prima o poi, quando a
Giulianova le assemblee cittadine mensili
diventeranno pratica comune (cosa che dopo tre
anni dal vigore della norma ancora non è, e non
sappiamo se sarà…), amministratori e capi
partito che intervengono in assemblea si
renderanno conto che in essa si va prima di
tutto per ascoltare, e ogni minuto in più che
occupano nei loro discorsi rispetto a quello
stabilito in apertura di assemblea è negato ai
cittadini che dopo pochi minuti rubati vanno
via. Ci vuole tempo ma prima o poi lo capiranno.
Non tira aria buona in questi anni, infatti, per
i partiti oligarchici e autoreferenziali. E il
tempo è galantuomo. Il percorso di rinnovamento
della politica a Giulianova, dalle cose sin qui
brevemente esaminate, ha un passato ed ha un
presente. Quanto al futuro, staremo a vedere.
Che l’ottimismo non ci abbandoni! |