Opposizioni Giulianova:
Proposta di una nuova rete ospedaliera provinciale
GIULIANOVA,
18.10.2021 -
Alla luce del piano
di riordino della rete ospedaliera regionale (approvato
dalla Giunta e che ora dovrà essere approvato dal
Consiglio regionale) riteniamo che necessiti una
riflessione su quanto stabilito per la Provincia di
Teramo, al fine di individuare un diverso assetto della
rete ospedaliera provinciale, considerato che quella
attuale è inadeguata in molti aspetti:
Mancano,
rispetto agli standard ospedalieri, circa 260
posti-letto ordinari, sommando quelli previsti nei 4
ospedali esistenti a Teramo, Giulianova, Atri e
Sant’Omero.
Il costo della
mobilità passiva, al netto di quella attiva, è da
tempo di circa 70 milioni di euro l’anno.
Le liste di
attesa sia per gli accertamenti che per i ricoveri
sono ormai a livelli inaccettabili.
C’è una forte
carenza di personale medico e non medico.
Il parco
tecnologico per la diagnostica va aggiornato e
implementato.
Nel periodo
estivo i problemi si aggravano in quanto la
popolazione aumenta notevolmente grazie alla forte
presenza turistica balneare che si concentra in
Abruzzo soprattutto sulla costa teramana.
È di tutta evidenza
che il modello attuale imperniato sui 4 ospedali così
come sono attualmente strutturati non funziona.
È necessario,
quindi, una rete ospedaliera provinciale diversa
rispetto a quella attuale, più razionale e più adeguata
ai bisogni di cura della popolazione.
Nella nostra
provincia quattro ospedali non sono sostenibili e sono
anche irrazionali sotto il profilo della qualità, della
sicurezza e dell’efficienza.
In una provincia
che va dal Gran Sasso al mare Adriatico e in assenza di
cliniche private convenzionate - che comunque non
auspichiamo poiché siamo per una sanità pubblica
potenziata ed efficiente - la soluzione più razionale è
quella di prevedere due grandi ospedali di 1° livello
per acuti: uno nel capoluogo, a Teramo, di circa 600
posti-letto e l’altro sulla costa, a Giulianova, di
circa 400-500 posti-letto. Quello di Teramo può,
inoltre, contribuire a realizzare, in connessione
funzionale con quello di L’Aquila, un polo ospedaliero
di 2° livello per le popolazioni teramana e aquilana.
Gli altri due ospedali esistenti possono svolgere,
eventualmente, una funzione assistenziale diversa come
(Riabilitazione, Residenza Sanitaria Assistita,
potenziamento dei presidi sanitari sul territorio etc.).
Tanti sono i motivi
che consigliano questa soluzione:
Gli ospedali di
primo livello si possono realizzare per bacini di
utenza tra i 150.000 e i 300.000 abitanti, quindi,
in base al numero di abitanti della provincia, circa
310.000, che lievitano notevolmente nel periodo
estivo, due ospedali per acuti di 1° livello sono
possibili.
Quelli di
secondo livello si possono realizzare per bacini di
utenza di almeno 600.000 abitanti, per cui quello di
Teramo e quello di L’Aquila possono renderlo
possibile in connessione funzionale.
Allestire in
maniera ottimale due ospedali di 1° livello, di cui
uno con caratteristiche anche di 2° livello,
significa creare le condizioni - in termini di
strutture, personale, attrezzature e casistica - per
l’esistenza di due poli ospedalieri di eccellenza
che attrarrebbero più facilmente il personale medico
maggiormente qualificato, a partire dai primari,
condizione indispensabile per far compiere un
ulteriore salto di qualità ai presidi ospedalieri
della nostra provincia.
Nel corso del
tempo l’eccellenza dell’offerta ospedaliera per
acuti comporterebbe una progressiva riduzione della
enorme spesa per mobilità passiva attualmente
sostenuta dalla ASL di Teramo, cosa che, nonostante
le aspettative, non riesce a fare l’ospedale di
Sant’Omero.
Il circolo
virtuoso che due realtà di eccellenza in campo
sanitario innescherebbe può far sperare,
ragionevolmente, anche nella creazione di mobilità
attiva che garantirebbe l’arrivo di risorse
aggiuntive nella ASL di Teramo.
Dato per
assodato che uno dei due ospedali deve stare a
Teramo, città capoluogo, l’altro, considerate le
caratteristiche del territorio teramano, gli aspetti
demografici ed il turismo balneare, non può non
essere ubicato sulla costa. E riteniamo che sulla
costa la sede ideale sarebbe quella di Giulianova,
per vari motivi.
Giulianova è
una località baricentrica sulla costa teramana.
Giulianova è un
nodo strategico per la mobilità. Sede di porto, di
stazione ferroviaria e di casello autostradale.
Giulianova è una città molto ben collegata con tutte
le altre località provinciali, regionali ed
extraregionali, grazie ad un’ampia rete viaria e
ferroviaria statale e locale e alla possibilità di
essere raggiunta anche via mare.
Il territorio
giuliese è ubicato nella zona a minor rischio
sismico nell’ambito provinciale.
La costa
teramana è quella con maggiore affluenza turistica
in estate: è quindi opportuno tenerne conto
nell’approntare i servizi sanitari provinciali.
Siamo convinti che
la proposta che noi avanziamo, ottimizzando l’uso delle
risorse disponibili, possa migliorare la capacità
complessiva di assistenza nelle patologie acute da parte
del sistema sanitario pubblico provinciale e regionale,
mettendolo in condizione così di rispondere in maniera
adeguata e qualificata alla domanda di cura dei
cittadini.
Crediamo inoltre
che prevedere 2 ospedali di primo livello nella ASL di
Teramo sia giusto anche per ristabilire un equo
trattamento nell’ambito delle 4 ASL abruzzesi,
considerato che nella ASL di L’Aquila e di Chieti ne
sono previsti tre oltre a numerose cliniche private
convenzionate.
Riteniamo anche che
questo sia il momento, da una parte di farsi trovare
pronti con progetti ben studiati e rispondenti
pienamente ai bisogni di tutela della salute per
intercettare e utilizzare al meglio le risorse del PNRR,
e dall’altra di chiedere che i posti-letto, negli
standard ospedalieri, vengano aumentati riportandoli
almeno ai livelli medi europei.
Quello che
indichiamo è l’obiettivo di fondo, e ci sembra il più
razionale per utilizzare in maniera ottimale le risorse
attualmente esistenti e quelle che arriveranno nella ASL
di Teramo.
Il passaggio
intermedio potrebbe essere:
Da una parte
quello di prevedere 2 effettivi ospedali di base ad
Atri e a S.Omero con Pronto Soccorso, Medicina
generale, Chirurgia generale, Ortopedia, Anestesia e
Servizi di Laboratorio e Radiologia.
Dall’altra
potenziare il nosocomio di Giulianova - che ha già
caratteristiche di 1° livello per la presenza della
specialità di Cardiologia con Unità di Terapia
Intensiva Cardiologica (UTIC) - trasferendovi i
reparti tipici degli ospedali di 1° livello che
attualmente si trovano negli altri ospedali di base.
Chiediamo, infine,
maggiore riguardo verso l’ospedale di Giulianova -
inopinatamente, da ospedale quasi di primo livello è
stato relegato negli ultimi 15-20 anni a ultimo
nosocomio tra i 4 esistenti in provincia - prevedendo
sin d’ora:
la conferma
di tutti i reparti ancora esistenti.
Il ripristino
di Chirurgia, Ortopedia e Pronto Soccorso
(con potenziamento dello stesso e dell’Osservazione
Breve Intensiva) come UOC (Unità Ospedaliera
Complessa) con il primariato autonomo rispetto
all’ospedale di Teramo.
La
progressiva riapertura di tutti quelli chiusi
negli anni passati: Ostetricia e Ginecologia,
Pediatria, Otorinolaringoiatria e Urologia;
L’espletamento
dei concorsi per i primari mancanti e per il
resto del personale medico, infermieristico e
sanitario necessari per ricostituire gli
organici in sofferenza.
la conferma del
finanziamento già assegnato con l’art.20 per
la realizzazione del nuovo ospedale.
Su questi temi
stiamo chiedendo di poter interloquire con chi decide.
È necessario
dialogare con i territori se si vuole individuare la
soluzione più adeguata e sostenibile al fine di
garantire il pieno diritto alla salute dei cittadini e
dei tanti turisti che frequentano la costa teramana.
Il Cittadino Governante, Movimento
5 Stelle, Nuovi Orizzonti della sinistra - Nos Noi,
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