Il Cittadino Governante: «Si
può costruire subito, basta volerlo»
GIULIANOVA,
5.2.2022 -
Periodicamente
sui mezzi di informazione tornano notizie sulla
lottizzazione “Lido delle Palme”: “è ferma da
troppo tempo“, “i proprietari aspettano da 50
anni di poter costruire”, “l’area è piena di
erbacce, di arbusti e di rifiuti abbandonati”,
“negli ultimi tempi sono divampati vari incendi che
hanno richiesto l’intervento dei vigili del fuoco”
etc.
Apparentemente sembrerebbe una storia inspiegabile
che si perde nella notte dei tempi.
In realtà è
una storia su cui è molto facile fare chiarezza.
Quel comparto
- circa 90.000 mq. localizzati all‘altezza del
Dino’s, dalla ferrovia fino al lungomare - fu
inserito dal PRG del ’94 nell’ambito dello sviluppo
della zona E2 turistica con un mix di destinazioni
d’uso (ricettività turistica, residenziale,
commerciale, sportivo) accanto ad opere di
urbanizzazione quali strade, piste ciclabili,
parcheggi pubblici, verde urbano (parchi e pineta),
verde attrezzato con impianti sportivi pubblici con
la finalità di non farne un quartiere dormitorio
bensì di grande qualità e vivibilità.
L’iter si
concluse nel ’98 e da allora (cioè da 24 anni!!!) si
sarebbe potuto tranquillamente edificare se si
fossero seguite le direttive del Piano Regolatore
Generale.
Senonchè le
cose si sono complicate quando, nel 2009, la prima
Giunta Mastromauro – forse per assecondare le
richieste di alcuni proprietari - adottò in variante
al PRG un nuovo Piano di Lottizzazione che il TAR,
su ricorso di alcuni proprietari, ha annullato con
questa motivazione: “in sede di approvazione di
un piano di lottizzazione, la Giunta ed il Consiglio
Comunale sono tenuti esclusivamente a verificare la
conformità del piano attuativo alle disposizioni
contenute nello strumento urbanistico generale “.
Vale a dire: basta presentare un piano
conforme a quanto previsto dal Piano Regolatore,
senza fare forzature a scapito degli interessi
generali e della qualità dell’insediamento, e si può
iniziare a costruire.
E ancora nel
2017, nonostante la battuta di arresto imposta dalla
giustizia amministrativa, si stava di nuovo tentando
di approvare in Giunta un piano di lottizzazione
sostanzialmente identico a quello già bocciato dal
TAR, eludendo persino il passaggio in consiglio
comunale, ma l’attenzione della magistratura
(nell’ambito di Operazione Castrum) cadde anche su
quell’operazione urbanistica, dunque l’iter della
variante si bloccò nuovamente e il presidente del
consorzio “Lido delle Palme” si dimise.
Sono passati
ulteriori 5 anni e tutto è ancora fermo nonostante
da 2 anni e mezzo sia in carica una nuova
amministrazione che evidentemente sta battendo le
vecchie strade: modificare le previsioni vigenti a
scapito degli interessi generali e della qualità
dell’insediamento, tant’è che – come apprendiamo
dalla stampa - “la Soprintendenza e l’ARTA hanno
presentato osservazioni” e dunque “ci
vorranno tempi lunghi”.
Come si
capisce quella del “Lido delle Palme” è una storia
emblematica in cui, a quanto pare, c’è sintonia tra
la precedente amministrazione comunale e l’attuale
Giunta Costantini nell’ignorare il PRG e la sentenza
del TAR, in spregio alla buona urbanistica che
contempera le esigenze dei privati con quelle
altrettanto importanti della collettività.
E allora non
ci si stracci le vesti per il ritardo: per costruire
subito basterebbe procedere in conformità al PRG!
La paralisi
ed il degrado nella vasta area nella zona nord di
Giulianova, di cui tutti si lamentano, hanno
responsabili precisi in tutte le Giunte che hanno
governato dal 1988 ad oggi, Costantini compreso.
Costantini
che:
ha tenuto
per sé la delega all’urbanistica;
ha voluto
scegliere il dirigente del settore urbanistico
il quale si è dimesso dopo appena un anno;
ha
affidato la direzione del settore urbanistico
alla segretaria comunale che però dal 15
febbraio se ne andrà alla volta del Comune di
Roseto;
non
riunisce la commissione urbanistica da
tantissimi mesi;
sta
rimediando continui stop dalla Soprintendenza;
tiene
bloccata l’attività edilizia giuliese per
evidente incapacità.
evidentemente non sa che è compito degli
amministratori della cosa pubblica tutelare gli
interessi della collettività.
Il
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