GAETANO DI ACHILLE, UN MARZIANO SCESO DALL'ABRUZZO
di
Lino Manocchia
Boulder
(Colorado), Giovedì 17 Giugno 2010- E’ forte
come la sua terra. Stile compunto, cortese,
metaforico. Pesa
le parole piene di humor, accenna facilmente
il sorriso a complemento della sua disanima.
Ampia barba, capelli spaziosi, baffi pronunciati
ama la fotografia, l’escursionismo ed il
“fai da te”.
Gaetano Di Achille
è uno scienziato “allevatosi” nella Università
G.D’Annunzio di Pescara per poi volare negli
Stati Uniti, dove, nell’Università di Boulder,
Colorado
(foto sotto),
ha dato fuoco alla sua intelligenza, sagacia e
decisione compiendo un altro passo verso il
mistero del Pianeta Rosso.
MARTE: era un
pianeta blu, circa 3.6 miliardi di anni fa,
quando aveva “appena” un miliardo di anni, era
occupato per un terzo da un gigantesco oceano e
la sua terraferma era attraversata da almeno
40.000 fiumi e costellata di laghi.
L’abruzzese Di Achille,
con il geologo Brian Hynek, ha potuto
ricostruire l’aspetto spiegando che
“analizzando le valli scavate dai 40.000
antichissimi fiumi marziani e i depositi
fluviali dei delta
di 52 di essi, ha
trovato la conferma che un “ciclo”dell’acqua su
Marte era molto simile a quello della Terra,
con piogge, acqua che scorreva sulla superficie
ed andava accumulandosi in laghi e in un grande
oceano, formava ghiacciai ed evaporava”.
Di Achille terminato il
periodo di ricerche, dal Colorado in autunno s
trasferirà alla volta del Centro ricerche
dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) in Olanda
onde approfondire sempre più il “mistero di
Marte”.
Gaetano Di Achille
e’ nato a Teramo il 19 agosto 1976 da Antonio e
Luciana Tertuliano. E’ sposato con la gentile
signora Benedetta Di Giovanni. Dal 6 maggio
scorso sono felicissimi genitori di Margherita.
Dottore,
Lei crede fermamente che un giorno l’Uomo
atterrerà su MARTE?
“Senz’altro.
E anche relativamente presto, sia NASA che ESA
hanno programmi di espansione molto ambiziosi
che mirano a portare l’uomo su Marte entro il
2030, o giu’ di li’”
Si e’ mai
soffermato a pensare un po’ come saranno gli E.T
di Marte?
“No,
mai. Non sono interessato a questo argomento
minimamente. Per di
piu’ non credo che ci siano mai stati E.T. di
Marte come molti fantasticano. Semmai c’e’ stata
vita su Marte di certo e’ stata di forma molto
semplice a livello di microorganismi. Per questo
non mi sono mai soffermato a fantasticare di
esseri che non credo siano mai esistiti”
Le piacerebbe
sorvolare ed atterrare sul Pianeta. Cosa farebbe
per prima?
“Premetto
che sono abbastanza “allergico” al volo, ma se
proprio arrivassi
su Marte credo che inizierei senz’altro
visitando per primi i posti che ho studiato con
immagini satellitari. Per vedere se le mie
intuizioni da remoto erano corrette ed anche
perche’ mi ci sono molto affezionato dopo aver
studiato per anni”
Se potesse
atterrare su Marte, quale bandiera isserebbe?
“Nessuna.
E’ di tutti, quindi preferirei non issare alcuna
bandiera sul pianeta rosso”
Dobbiamo aver paura
o ammirazione per Marte per quello che
rappresenta dell’ignoto?
“Direi
senz’altro non paura. Marte non racchiude nulla
di pericoloso per noi
e per la Terra. Neanche ammirazione, perche’ la
nostra Terra e’ molto piu’
bella e colorata. Direi fondamentalmente che non
rappresenta nulla dell’ignoto. E’ semplicemente
un pianeta che va studiato per capire bene quali
sono state le sue dinamiche evolutive e per
capire come, quando e perche’ si possa essere
trasformato da pianeta, possibilmente simile al
nostro all’attuale distesa arida e desolata che
lo caratterizza”
Quando frequentava
la “G. D’Annunzio” di Pescara aveva chiara
l’idea del Suo futuro professionale ed umano?
“Non
esattamente, la carriera universitaria e’ tutto
tranne che chiara. Ho sempre
saputo pero’ che mi sarebbe piaciuto fare
ricerche ed insegnare a livello universitario”
Quanto tempo ha
impiegato per il raggiungimento della scoperta?
“E’
difficile quantificare l’impegno profuso per il
raggiungimento della scoperta. Comunque mi
ricordo di aver avuto questa idea circa a
gennaio-febbraio del 2009, poi la raccolta dei
dati, l’analisi, la discussione dei risultati,
la stesura dell’articolo, le revisioni e
finalmente la pubblicazione. A conti fatti direi
circa un anno e mezzo”
Qual è il primo
dovere di uno scienziato?
“Credo
quello di rendere la comunità partecipe delle
sue ricerche senza isolarsi
troppo nel suo ufficio/laboratorio. La
divulgazione è molto importante per uno
scienziato”
Per Lei la
Scienza è più una passione o una missione?
“Un
po’ tutte e due. Una passione perchè ho iniziato
ad interessarmi di scienza proprio per passione
ed una missione perchè credo che
l’umanità abbia il dovere di progredire ed
approfondire la sua conoscenza in tutti i
campi. Dallo sviluppo e dalla ricerca, a volte
anche da quelle che ci sembrano le più
bizzarre,possono scaturire tanti vantaggi per la
nostra vita di tutti i giorni”
Cos’e’ per lei la
vita?
“Una
domanda difficile...mi sembra tanto un grande
contenitore. Un contenitore di
colori, sensazioni, immagini, persone,
sentimenti, luoghi. Sembra infinito, non se ne
vede il fondo e c’e’ sempre spazio per metterci
qualcosa in più. La cosa più bella di tutte,
poi, e’ che ogni tanto possiamo aprire il
contenitore e fermarci a rivedere le cose che ci
sono dentro e rimischiarle con gioia”
Cosa la Scienza non
potrà mai darci?
“Non
saprei sinceramente. Da scienziato non posso
porre limiti alle potenzialità della scienza”
Qual è il fattore
principale, come scienziato, che la sorregge?
“Principalmente
la motivazione. Il lavoro del ricercatore è
estremamente precario,sopratutto in Italia poi,
e se non si e’ motivati non si riesce ad andare
avanti”
Il momento più
drammatico della Sua carriera?
“Direi che momenti
drammatici da un punto di vista professionale
non ne ho mai
attraversati”
Si e’mai sentito
sconfitto?
“Mai. Deluso si, sconfitto mai”
Cosa più l’esalta?
“Tante cose
della vita sono esaltanti,forse tutte? In
particolar modo sono molto affascinato dalla
natura che mi circonda e dalla sua stagionalita’
e variabilita’. Dal punto di vista umano
mi esaltano
l’amicizia sino a l’onesta’ e la generosita’
delle persone”
Dr.
Di Achille, perchè ha lasciato l’Italia?
“Premetto
che io amo l’Italia per vari motivi, ma
sopratutto perchè è in Italia che sono cresciuto
ed ho ancora persone e luoghi a me più cari.
Nonostante ciò, ad un certo punto mi sono
accorto che non c’era molto futuro per
continuare la mia carriera da ricercatore. In
Italia ci sono davvero poche possibilità per
farlo e spesso i pochi concorsi che vengono
banditi sono dei pro forma per questo o quel
candidato stabilito a priori, e non in base al
suo valore. L’Italia non è un paese
meritocratico. Dopo la mia esperienza negli USA
ho capito che la meritocrazia è fondamentale per
l’equilibrio sociale. Quando non c’è questo
meccanismo tutto si appiattisce verso il basso,
secondo me”
Quando è
all’Estero, di cosa sente maggiormente la
mancanza?
“Delle
belle montagne
(nella foto sopra
il Gran Sasso)
e delle tradizioni dell’Abruzzo, e della
cultura, storia ed arte dell’Italia. Anche
della comunicazione che c’e’ tra le persone in
Italia. La sincerità, l’apertura ai sentimenti
ed il sapere e volere esprimerli apertamente.
Sinora, non mi è mai sembrato di trovare questi
aspetti in altre società”
E’ vero che si darà
alla Politica?
“Assolutamente
no. Credo che in Italia gli ultimi decenni di
politica abbiano fatto terra bruciata tra le
nuove generazioni per quanto riguarda, appunto,
la politica. La credibilità del mondo politico e
l’interesse dei giovani verso la politica sono
ai minimi attualmente. Mi piacerebbe mettere le
mie conoscenze al servizio della comunità ma non
con l’attuale sistema politico. Di qualsiasi
colore esso sia”
A quando il Premio
Nobel?
“Non
credo ci arriverò mai, per un semplice motivo:
non esiste il premio Nobel in Geologia, nè tanto
meno in Geologia Planetaria. A parte gli scherzi
non ci ho mai pensato lontanamente”
Chi e’ Gaetano Di
Achille?
“Gaetano
è una persona che non ha voluto rinunciare alla
sua passione e che ha voluto seguire anche se a
volte con sacrifici,sino in fondo. Per questo
sono felice e soddisfatto. Per il futuro mi
piacerebbe tornare in Italia non appena ci sarà
la possibilità. Anche se sono ancora giovane
sono già
sicuro di voler vivere in Abruzzo. Prima o poi
ce la metterò tutta” |