ROMA, 31.7.2013 -
Dall'Ufficio Stampa dell'ex Ministro al
Turismo Michela Vittoria Brambilla riceviamo e
pubblichiamo:
"Mai più Green Hill". Con l'approvazione
definitiva, oggi, alla Camera, del disegno di
legge di delegazione europea, acquistano forza
di legge i criteri individuati dal Parlamento
per l'applicazione della direttiva europea
2010/63 "sulla protezione degli animali
utilizzati per scopi scientifici". Tra questi il
divieto di allevare sul territorio nazionale
cani, gatti e primati destinati ai laboratori,
norma scritta dall'on. Michela Vittoria
Brambilla e introdotta nel testo già dalla
scorsa legislatura, che ora é stata quindi
approvata in via definitiva. É stato finalmente
raggiunto l'obbiettivo per il quale tanto ha
combattuto l'ex ministro Brambilla, ovvero
"Bandire dal nostro territorio – sottolinea -
"fabbriche di morte" come il lager di
Montichiari", peraltro già sotto sequestro da
più di un anno per l'inchiesta di Brescia e
l'intervento del Corpo forestale. Il governo ha
anche accolto un odg dell'on. Brambilla che lo
impegna, indicando dove attingere le risorse, a
favorire lo sviluppo di metodi alternativi e ad
un più stringente controllo sulla
sperimentazione animale.
"A poco più di un anno dalla liberazione dei
2.600 beagle, oggi celebriamo la vittoria
definiva: con l'approvazione della mia norma,
Green Hill non riaprirà mai più". Ha commentato
l'on. Brambilla. "E' stato così compiuto un
altro passo avanti verso una maggiore tutela
degli animali sottoposti a test e l'Italia ha
dato un importante segnale al resto del
continente nel recepimento della direttiva
63/2010, contro la quale mi ero imposta in ogni
modo, in quanto non protegge affatto gli animali
– come invece dice il suo ingannevole titolo -
utilizzati per scopi scientifici. Ora vigileremo
– prosegue l'ex ministro - sulla puntuale
applicazione di questi criteri allo schema di
decreto legislativo che il governo predisporrà,
ma il vero obiettivo, non lo dimentichiamo mai,
è e resta la totale abolizione della
vivisezione. Un obiettivo da conseguire
attraverso una grande mobilitazione
internazionale, a cominciare dall'Unione
europea. Intanto ringrazio il governo, in
particolare i ministri della Salute, Lorenzin, e
degli Affari europei, Moavero, per la
sensibilità dimostrata, Ringrazio i colleghi che
hanno contribuito al raggiungimento di questo
primo traguardo"
Oltre al divieto di allevamento, sono dunque
confermati, tra gli altri criteri di cui
l'esecutivo dovrà tener conto, l'obbligo di
impiegare l'anestesia e l'analgesia per tutti
gli esperimenti che causano dolore (eccetto i
test su anestetici e analgesici); il divieto di
utilizzare gli animali "per gli esperimenti
bellici, per gli xenotrapianti e per le ricerche
su sostanze d'abuso, negli ambiti sperimentali e
di esercitazioni didattiche ad eccezione
dell'alta formazione dei medici e dei
veterinari". La norma dà anche impulso alla
validazione di metodi sperimentali che non
richiedano l'utilizzo di animali. Impone, cioè,
di "sviluppare approcci alternativi idonei a
fornire lo stesso livello o un livello superiore
di informazioni rispetto a quello ottenuto nelle
procedure che usano animali, ma che non
prevedono l'uso di animali o utilizzano un
numero minore di animali o comportano procedure
meno dolorose, nel limite delle risorse
finanziarie".
Il governo, al termine delle votazioni sugli
articoli, ha accolto anche l'odg a firma
Brambilla che lo impegna ad impegnarsi affinché
nello schema di decreto legislativo siano anche
previste "la valutazione retrospettiva per tutte
le procedure che fanno uso di animali; ispezioni
almeno a cadenza annuale, senza preavviso,
realizzate anche da Guardie zoofile appartenenti
alle associazioni di protezione animali
riconosciute dal Ministero della Salute in
presenza di un medico veterinario da loro
designato; l'arricchimento ambientale dei luoghi
di custodia degli animali negli stabilimenti
allevatori (quelli ancora consentiti), fornitori
e utilizzatori anche attuando le disposizioni
della Convenzione ETS 123 del Consiglio
d'Europa; la presenza di almeno un esperto in
metodi alternativi e un biostatistico negli
organismi preposti al benessere degli animali e
nel Comitato nazionale per la protezione degli
animali usati a fini scientifici, previsti dalla
direttiva 2010/63/UE; il parere vincolante di un
medico veterinario per la decisione di
riutilizzare un animale già impiegato in una
precedente procedura; a realizzare senza nuovi o
maggiori oneri per la finanza pubblica un elenco
pubblico e aggiornato periodicamente dei metodi
alternativi accreditati in letteratura
scientifica ai sensi dell'articolo 47 comma 4
della direttiva 2010/63/UE; un elenco nazionale
pubblico delle procedure che hanno utilizzato
animali anche se con esito negativo; un elenco
nazionale, pubblicato con cadenza annuale, degli
animali nati, ceduti e deceduti negli
stabilimenti allevatori, fornitori e
utilizzatori". Inoltre il governo valuterà
l'eventualità di "adeguare, in rapporto al
numero degli animali che lo stabilimento
utilizzatore intende utilizzare nei successivi
dodici mesi, e al costo per l'acquisto degli
animali stessi, la tariffa prevista per
l'autorizzazione ai sensi del D.M. 19.7.1993 da
parte del Ministero della Salute". Queste
entrate "confluiscono in un Fondo dello stesso
Ministero per il sostegno ai metodi sostitutivi
di ricerca". Infine, le Università e gli altri
stabilimenti utilizzatori di animali dovranno
realizzare "una informativa periodica almeno
annuale ai propri studenti, docenti, operatori,
ricercatori, in merito al diritto di obiezione
di coscienza alla sperimentazione su animali
prevista dalla legge 12 ottobre 1993, n. 413".
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