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Brambilla: «Legge per l'ippoterapia a beneficio dei bimbi malati»

 

(da sinistra: Federica Caspani mamma di Matteo, Mario Colombo presidente di Frida's Friends onlus, Matteo in braccio all'on. Michela Vittoria Brambilla, Aurora il cavallo terapista, Beatrice Garzotto psicologa)

 

ROMA, 10.11.2013 - Dall'Ufficio Stampa dell'On. Michela Vittoria Brambilla riceviamo e pubblichiamo:
“Per dare garanzie ai pazienti, agli operatori e agli animali stessi, occorre riconoscere esplicitamente e disciplinare l’ippoterapia come tecnica riabilitativa integrativa, erogabile dal servizio sanitario nazionale, così che tutti i bimbi malati possano beneficiarne". Ne è convinta l’on. Michela Vittoria Brambilla, presidente della Commissione bicamerale per l'infanzia e l'adolescenza, che oggi ha presentato, presso il centro di terapia psicologica con animali “Fienile animato” di Cambiago (MI), il suo progetto di legge in materia, intitolato “Norme sulla riabilitazione con il cavallo”.

“L’ippoterapia – ricorda - è da tempo considerata un valido supporto terapeutico in varie patologie soprattutto dei bambini. Ma occorre disboscare la giungla di iniziative non sempre controllate e controllabili, fissare standard e dare  certezze a tutti, a cominciare da chi ha bisogno della terapia. Un conto, infatti, è la reazione ludico-ricreativa con il cavallo, che certamente è fonte di benessere. Altro è un progetto riabilitativo personalizzato al quale lavora un gruppo di specialisti con competenze diverse, sottoposto ad una rigorosa verifica periodica dei risultati raggiunti. La mancanza di standardizzazione e più in generale delle garanzie offerte da una legge-quadro nazionale può allontanare da questa opportunità terapeutica molti pazienti che ne trarrebbero grande giovamento: bambini autistici o affetti da paralisi cerebrale infantile o comunque da patologie di tipo motorio e psichico, ma anche adulti vittime di traumi”.

Proprio perché si tratta di una terapia integrativa “di comprovata efficacia” – le prime prescrizioni risalgono addirittura agli antichi trattati di medicina greca -  l’on. Brambilla chiede alle altre forze politiche di non sottovalutare l’argomento e di impegnarsi a discuterne
nella commissione Affari sociali della Camera, alla quale il pdl è stato assegnato. “Il testo – aggiunge l’ex ministro – è idealmente collegato alla proposta di legge che riconosce il cavallo quale animale d’affezione. L'ippoterapia é infatti una ulteriore dimostrazione della profondità e solidità del legame tra l'uomo e il cavallo, che fa di questa splendida creatura un ottimo co-terapeuta. Il cavallo deve dunque essere riconosciuto come animale di affezione e deve esserne vietata la macellazione, come ho chiesto in una proposta di legge che è possibile sostenere con
la propria firma sul sito della nostra Federazione,
www.nelcuore.org"

COSA SI INTENDE PER IPPOTERAPIA

L'ippoterapia, o equitazione a scopo terapeutico,  è l’insieme di tecniche mediche che si basano il cavallo per migliorare lo stato di salute di un essere umano. Come tale, quindi, è ben distinta dalla pratica dell’equitazione per divertimento, senza il controllo del medico. In Italia viene utilizzata sempre più di frequente la riabilitazione equestre quale tecnica terapeutica integrativa, col fine specifico della riduzione dei danni motori, sensoriali, cognitivi e comportamentali di pazienti disabili.

Per ippoterapia infatti si intende il complesso di attività di riabilitazione nei casi di patologie sia motorie che psichiche, quali paralisi cerebrali infantili, paralisi centrali o periferiche conseguenti ad encefalopatie, poliomielite o ictus, lesioni midollari conseguenti a traumi da spina bifida, schizofrenia, autismo, psicosi infantili e altri disturbi sia del comportamento che dell’equilibrio.

Questo tipo di attività incide positivamente sulla coordinazione motoria, sul mantenimento dell’equilibrio, sull’orientamento spazio-temporale. Nell’ambito psichico, la terapia per mezzo del cavallo migliora la socialità e i comportamenti socio-affettivi ed emotivi, favorisce il processo di acquisizione di coscienza del proprio corpo e sviluppa l’autonomia del paziente. Negli ultimi anni sono stati svolti studi che hanno dimostrato l’efficacia di questo tipo di tecnica riabilitativa anche in rapporto a quelle tradizionali, grazie soprattutto all’atteggiamento di maggiore disponibilità dei soggetti sottoposti al trattamento. Negli ultimi decenni si sono registrati successi dell’ippoterapia un particolare sui bambini affetti da disturbi di varia natura.

 

IN PASSATO

L’ippoterapia ha antiche origini empiriche. Già nel “Corpus hippocraticum” che raccoglie i testi fondamentali della medicina greca, si prescrivono “lunghe corse a cavallo” come rimedio contro l’ansia e l’insonnia. La sensibilità, la capacità di adattamento, l’ intelligenza del cavallo erano giustamente considerate come una vera e propria “medicina” per persone con difficoltà psicologiche. Tra i precursori della moderna ippoterapia va segnalato anche il medico italiano Giuseppe Benvenuti (1723-1810) che con il suo opuscolo “Riflessioni sopra gli effetti del moto a cavallo” (1760) collegò le osservazioni degli antichi alle più recenti scoperte sulla circolazione del sangue e sottolineò benefici che dall’equitazione derivavano per la cura di arteriosclerosi, idropisia, apoplessia, isteria e varie altre malattie.

Alla fine della prima guerra mondiale la pratica dell’equitazione è entrata nei programmi di riabilitazione, inizialmente in Scandinavia e in Inghilterra, poi in numerosi altri paesi. L' ippoterapia come la conosciamo oggi  è stata introdotta in Italia nel 1975 dalla dottoressa belga Danièle Nicolas Citterio che ha contribuito all’uso terapeutico del cavallo anche attraverso l’opera dell’Associazione Nazionale Italiana per la Riabilitazione Equestre (ANIRE), ente riconosciuto dallo Stato con un DPR del 1968. Manca tuttavia una disciplina nazionale della TMC.

LA PROPOSTA DI LEGGE

AC 314  “Norme sulla riabilitazione attraverso l'utilizzo del cavallo (ippoterapia)”. Primo firmatario on. Michela Vittoria Brambilla

Riconoscere e disciplinare l’ippoterapia come tecnica riabilitativa è l’obiettivo del pdl AC 314, di cui l’on. Michela Vittoria Brambilla è la prima firmataria. L'articolo 1 la definisce “prestazione terapeutica” e la include tra quelle “erogate dal servizio sanitario nazionale”, distinguendola dalle semplici attività ludico-ricreative.  L'articolo successivo pone alla base dell'obiettivo terapeutico l'elaborazione di un progetto individualizzato per ogni paziente, “nell'ambito del quale sono valutate anche le eventuali controindicazioni, da verificare periodicamente, al fine del proseguimento o dell'interruzione del trattamento stesso”. Il testo dispone inoltre che l'ippoterapia venga svolta solo in centri che possiedono i requisiti stabiliti dal Ministero della salute con apposito regolamento. Per l’adeguamento dei centri esistenti è prevista una fase transitoria. Vi sono norme specifiche a tutela degli animali impiegati, per evitare qualsiasi possibilità di abuso.

Il progetto di legge istituisce presso il Ministero della salute un Comitato tecnico-scientifico della terapia, con il compito di proporre e aggiornare le attività e le disposizioni di legge sulla terapia riabilitativa con i cavalli. Il Comitato è composto da tre docenti universitari nominati dall'Istituto superiore di sanità, da un rappresentante del ministero della Salute, e da una rappresentante delle associazioni del settore e da due rappresentanti della Federazione italiana associazioni diritti animali e ambiente, di cui almeno uno in rappresentanza di associazioni animaliste che si occupano di equidi. Sono poi definiti gli organici dei centri di terapia composti da un responsabile e da personale medico, tecnico e amministrativo. Si prevedono dispositivi assicurativi di garanzia, sono dettate disposizioni particolari per le Regioni a statuto speciale e per le province autonome di Trento e di Bolzano e l’ultimo articolo reca la copertura finanziaria del provvedimento.

 
 

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