ROMA,
10.11.2013 -
Dall'Ufficio Stampa dell'On. Michela Vittoria
Brambilla riceviamo e pubblichiamo:
“Per dare garanzie ai pazienti, agli
operatori e agli animali stessi, occorre
riconoscere esplicitamente e disciplinare
l’ippoterapia come tecnica riabilitativa
integrativa, erogabile dal servizio sanitario
nazionale, così che tutti i bimbi malati possano
beneficiarne". Ne è convinta l’on. Michela
Vittoria Brambilla, presidente della Commissione
bicamerale per l'infanzia e l'adolescenza, che
oggi ha presentato, presso il centro di terapia
psicologica con animali “Fienile animato” di
Cambiago (MI), il suo progetto di legge in
materia, intitolato “Norme sulla riabilitazione
con il cavallo”.
“L’ippoterapia – ricorda - è da tempo
considerata un valido supporto terapeutico in
varie patologie soprattutto dei bambini. Ma
occorre disboscare la giungla di iniziative non
sempre controllate e controllabili, fissare
standard e dare certezze a tutti, a cominciare
da chi ha bisogno della terapia. Un conto,
infatti, è la reazione ludico-ricreativa con il
cavallo, che certamente è fonte di benessere.
Altro è un progetto riabilitativo personalizzato
al quale lavora un gruppo di specialisti con
competenze diverse, sottoposto ad una rigorosa
verifica periodica dei risultati raggiunti. La
mancanza di standardizzazione e più in generale
delle garanzie offerte da una legge-quadro
nazionale può allontanare da questa opportunità
terapeutica molti pazienti che ne trarrebbero
grande giovamento: bambini autistici o affetti
da paralisi cerebrale infantile o comunque da
patologie di tipo motorio e psichico, ma anche
adulti vittime di traumi”.
Proprio perché si tratta di una terapia
integrativa “di comprovata efficacia” – le prime
prescrizioni risalgono addirittura agli antichi
trattati di medicina greca - l’on. Brambilla
chiede alle altre forze politiche di non
sottovalutare l’argomento e di impegnarsi a
discuterne
nella commissione Affari sociali della Camera,
alla quale il pdl è stato assegnato. “Il testo –
aggiunge l’ex ministro – è idealmente collegato
alla proposta di legge che riconosce il cavallo
quale animale d’affezione. L'ippoterapia é
infatti una ulteriore dimostrazione della
profondità e solidità del legame tra l'uomo e il
cavallo, che fa di questa splendida creatura un
ottimo co-terapeuta. Il cavallo deve dunque
essere riconosciuto come animale di affezione e
deve esserne vietata la macellazione, come ho
chiesto in una proposta di legge che è possibile
sostenere con
la propria firma sul sito della nostra
Federazione,
www.nelcuore.org"
COSA SI
INTENDE PER IPPOTERAPIA
L'ippoterapia,
o equitazione a scopo terapeutico, è l’insieme
di tecniche mediche che si basano il cavallo per
migliorare lo stato di salute di un essere
umano. Come tale, quindi, è ben distinta dalla
pratica dell’equitazione per divertimento, senza
il controllo del medico.
In Italia
viene utilizzata sempre più di frequente la
riabilitazione equestre quale tecnica
terapeutica integrativa, col fine specifico
della riduzione dei danni motori, sensoriali,
cognitivi e comportamentali di pazienti
disabili.
Per
ippoterapia infatti si intende il complesso di
attività di riabilitazione nei casi di patologie
sia motorie che psichiche, quali paralisi
cerebrali infantili, paralisi centrali o
periferiche conseguenti ad encefalopatie,
poliomielite o
ictus,
lesioni midollari conseguenti a traumi da spina
bifida, schizofrenia, autismo, psicosi infantili
e altri disturbi sia del comportamento che
dell’equilibrio.
Questo tipo
di attività incide positivamente sulla
coordinazione motoria, sul mantenimento
dell’equilibrio, sull’orientamento
spazio-temporale. Nell’ambito psichico, la
terapia per mezzo del cavallo migliora la
socialità e i comportamenti socio-affettivi ed
emotivi, favorisce il processo di acquisizione
di coscienza del proprio corpo e sviluppa
l’autonomia del paziente. Negli ultimi anni sono
stati svolti studi che hanno dimostrato
l’efficacia di questo tipo di tecnica
riabilitativa anche in rapporto a quelle
tradizionali, grazie soprattutto
all’atteggiamento di maggiore disponibilità dei
soggetti sottoposti al trattamento. Negli ultimi
decenni si sono registrati successi
dell’ippoterapia un particolare sui bambini
affetti da disturbi di varia natura.
IN PASSATO
L’ippoterapia
ha antiche origini empiriche. Già nel “Corpus
hippocraticum” che raccoglie i testi
fondamentali della medicina greca, si
prescrivono “lunghe corse a cavallo” come
rimedio contro l’ansia e l’insonnia. La
sensibilità, la capacità di adattamento, l’
intelligenza del cavallo erano giustamente
considerate come una vera e propria “medicina”
per persone con difficoltà psicologiche. Tra i
precursori della moderna ippoterapia va
segnalato anche il medico italiano Giuseppe
Benvenuti (1723-1810) che con il suo opuscolo
“Riflessioni sopra gli effetti del moto a
cavallo” (1760) collegò le osservazioni degli
antichi alle più recenti scoperte sulla
circolazione del sangue e sottolineò benefici
che dall’equitazione derivavano per la cura di
arteriosclerosi, idropisia, apoplessia, isteria
e varie altre malattie.
Alla fine
della prima guerra mondiale la pratica
dell’equitazione è entrata nei programmi di
riabilitazione, inizialmente in Scandinavia e in
Inghilterra, poi in numerosi altri paesi. L'
ippoterapia come la conosciamo oggi è stata
introdotta in Italia nel 1975 dalla dottoressa
belga Danièle Nicolas Citterio che ha
contribuito all’uso terapeutico del cavallo
anche attraverso l’opera dell’Associazione
Nazionale Italiana per la Riabilitazione
Equestre (ANIRE), ente riconosciuto dallo Stato
con un DPR del 1968. Manca tuttavia una
disciplina nazionale della TMC. |