ROMA,
10.6.2013 -
Oggi a Roma, al Foro Italico (p.za Lauro de
Bosis, 15, palazzina H, sala della Giunta del
Coni-Comitato olimpico nazionale),
sarà presentato il
volume di Tito Forcellese, L’Italia
e i Giochi Olimpici. Un secolo di
candidature: politica, istituzioni e diplomazia
sportiva (Collana “Sport, Corpo,
Società” n. 5, Franco Angeli, Milano 2013, pp.
259, con Bibliografia di riferimento, € 34,00).
Oltre all’autore, che insegna Storia delle
Istituzioni politiche presso l’Università di
Teramo, saranno presenti Roberto Fabbricini,
Segretario generale del Coni; Mauro Checcoli,
Presidente Aoni–Accademia olimpica italiana;
Luciano D’Amico, M.° Rettore
dell’Università di Teramo ed Enrico Del
Colle, Presidente della Scuola di Scienze
Politiche (Università di Teramo). Interverranno
Stefano Martelli, Ordinario di Sociologia
dei Processi culturali e comunicativi presso
l’Università di Bologna
“Alma Mater
Studiorum”, e
Laura Capranica, Ordinario di Metodi e
Didattiche delle Attività sportive presso
l’Università di Roma “Foro Italico”; concluderà
Francesco Bonini, Ordinario di Storia
delle Istituzioni politiche presso la
Lumsa-Libera Università “S.Maria Assunta”
(Roma).
Il rapporto tra politica, diplomazia e
organizzazione di eventi sportivi di rilevanza
mondiale come le Olimpiadi è spesso
sottovalutato dall’opinione pubblica. Il libro
di Tito Forcellese cerca di colmare questo
gap ripercorrendo la storia delle numerose
candidature del nostro Paese ad ospitare i
Giochi Olimpici: una storia poco nota ma
affascinante, che inizia ai primi anni del ‘900
fino alla rinuncia, fatta l’anno scorso dal
Governo Monti, a candidare Roma per i Giochi
2020; così questo studio attento, che si basa su
molteplici fonti, tra cui i documenti inediti
depositati presso la sede centrale del Movimento
olimpico internazionale, a Losanna, restituisce
un ritratto a volte entusiasmante, a volte
sconsolante del generoso impegno di tanti
dirigenti sportivi italiani. Mostrando gli
intrecci molteplici esistenti tra lo sport, la
politica italiana e il quadro delle relazioni
internazionali, Forcellese offre un ritratto
convincente dell’Olimpismo, visto come un
Movimento apolitico volto all’amicizia tra i
popoli tramite lo sport, ma condizionato da
tensioni interne e, all’esterno, dalla politica
di potenza svolta dai diversi stati.
Le candidature italiane sono state le vittime di
questi intrecci e condizionamenti
socio-politici. Roma, dopo vari tentativi, nel
1940 aveva già in tasca la candidatura ad
ospitare i Giochi della XII Olimpiade; invece
Mussolini, deciso a rafforzare il “patto
d’acciaio” con la Germania nazista ed il
Giappone, li “regalò” a Tokio; però lo scoppio
della seconda Guerra mondiale impedì alla
capitale giapponese di ospitare le Olimpiadi,
sogno poi avveratosi solo nel 1964. Pure Roma
dovette attendere fino al 1960, però furono
Giochi memorabili; tra l’altro furono le prime
Olimpiadi trasmesse in diretta televisiva a
livello europeo –un vero e proprio spartiacque
nella storia del giornalismo sportivo. In anni
recenti il Coni si è attivato a livello
internazionale per candidare la Capitale a sede
dei XXXII Giochi Olimpici e dei XVI Giochi
Paralimpici, previsti nel 2020.
Questa proposta, poi ritirata nel 2012, ha
attirato l’attenzione del grande pubblico
sull’intreccio complesso di politica e relazioni
internazionali che formano l’ambiente in cui
agiscono le istituzioni sportive internazionali.
Ma già diverse altre candidature olimpiche
italiane – oltre alle quelle appena menzionate
del 1960 e del 2020 – si erano succedute
nell’arco di tempo di oltre un secolo. Il libro
di Forcellese ricostruisce con il sostegno di
documenti originali un lungo periodo poco noto,
quello tra le prime Olimpiadi (Atene 1896) e lo
scoppio della Grande guerra: in età liberale
furono numerosi i tentativi di portare in Italia
le Olimpiadi, ma furono maldestri e infruttuosi,
tanto che il progetto del barone Pierre de
Coubertin, quello di tenere a Roma i Giochi del
1908, non si realizzò mai. Si dovette attendere
l’età della ricostruzione dopo la Seconda guerra
mondiale e l’avvento della democrazia
repubblicana; infine il paziente ed abile lavoro
della nuova dirigenza politica e sportiva
italiana culminò con l’assegnazione dei Giochi
invernali a Cortina d’Ampezzo (1956) e,
finalmente, di quelli estivi a Roma (1960).
Nel libro L’Italia e i Giochi Olimpici.
Un secolo di candidature Tito Forcellese ha
voluto dare particolare risalto alla città di
Roma e ad alcune figure rappresentative del
Movimento sportivo italiano, in primis a Giulio
Onesti, che furono in grado di coniugare
competenze organizzative e politiche, ed abilità
nell’ottenere l’affidamento di un evento
sportivo di rilevanza mondiale, qual è una
Olimpiade. Non è quindi un caso che il Coni
abbia deciso di ospitare a Roma, al Foro
Italico, la presentazione di questa novità
libraria che, esaminando più a fondo la storia
delle candidature olimpiche italiane, rende
omaggio a più di un secolo di relazioni
internazionali svolte anche tramite lo sport,
offrendo importanti spunti di riflessione per
l’avvenire.
Stefano Martelli
Ordinario di
Sociologia dei Processi culturali e comunicativi
presso i CdS in Scienze Motorie
Per ulteriori informazioni
riguardanti l’evento è possibile contattare il
Dott. Gabriele Ferri
[vocescienzemotorie@unibo.it]
Lo
SportComLab dell'Alma Mater (online
sul sito web:
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