TERAMO, 28.1.2013 -
Le associazioni d'impresa della
provincia di Teramo, CNA,
Casartigiani, Confartigianato,
Confcommercio e Confesercenti,
promotrici dell'odierna giornata di
mobilitazione indetta da Rete Imprese
Italia, rappresentative in
provincia,di circa 12.000 Imprese
Associate con oltre 27.000 addetti,nel
condividere i temi generali posti al
centro della riflessione dell'opinione
pubblica, delle istituzioni, dei mezzi
di informazione, intendono sottolineare
alcune delle specificità legate alla
condizione della nostra regione. Una
regione, va ricordato, che manifesta –
pur nella generale crisi che vive il
nostro Paese – segni peculiari e
specifici di tipo recessivo, confermati
peraltro da diversi indicatori generali
(tasso di occupazione, erogazione del
credito alle imprese, andamento
dell'export, tasso di mortalità delle
imprese, prodotto interno lordo) che la
pongono in coda alla graduatoria dei
territori italiani e perfino del
Mezzogiorno d'Italia (come nel caso del
Pil). Un caso particolare, quello
dell'Abruzzo (e della provincia di
Teramo) che si traduce nell'indicazione
di alcuni obiettivi comuni.
- Rilanciare lo sviluppo, a partire dal
credito
Va posta con urgenza all'attenzione del
confronto con istituzioni, forze politiche e
sociali, la questione del rilancio dello
sviluppo della nostra regione. Sviluppo sul
quale fa da freno l'inaccettabile pressione
fiscale, a carico di imprese e famiglie,
dovuto ai debiti del sistema sanitario: bisogna
proseguire con coerenze e determinazione sulla
strada della eliminazione totale delle
addizionali Irap e Irpef, in modo da rilanciare
i consumi e dare respiro ai bilanci delle
imprese. Occorre poi dare rapida
attuazione a quanto stabilito nell’intesa fra
imprese, sindacati e Regione, mettendo
al più presto a disposizione dell'economia
quelle risorse (Fondi Fas e comunitari)
che rappresentano gli unici strumenti finanziari
oggi sul tappeto. In questo senso, appare
prioritaria la destinazione di 24 milioni
di euro a favore dei confidi, per favorire
l'accesso al credito delle imprese.Accanto
alle azioni immediate, tuttavia, vanno
individuate ulteriori misure, di carattere
strategico, in grado di rilanciare le politiche
di investimento, tanto nel settore industriale
che in quello delle infrastrutture e dei
servizi.
Macroregione Adriatico-Ionica, un’occasione da
non disperdere
Nel primo caso,
prevedendo politiche attive per l'attrazione di
nuovi investimenti industriali e per il
mantenimento delle presenze produttive più
significative in Abruzzo. Nel secondo, rendendo
la nostra regione protagonista del processo
di creazione della macro-regione
adriatico-jonica, accanto a Marche, Molise e
Puglia, in modo da superare la scarsa
competitività del nostro territorio legata ai
mancati investimenti sull'Alta velocità
ferroviaria; o alla debolezza delle
infrastrutture portuali e aeroportuali.
Va inoltre rilanciato l'Abruzzo dei parchi,
straordinaria risorsa per le aree interne della
nostra regione. Le politiche di promozione
turistica dovranno essere orientate alla
riproposizione della
“Regione verde
d'Europa”: un marchio che fa dell'Abruzzo un
unicum a livello continentale, in
contrapposizione con le assurde frammentazioni
del passato; una straordinaria occasione di
lavoro per le nuove
generazioni, un valore aggiunto per il nostro
Pil, ma che le politiche degli ultimi anni,
hanno colpevolmente dimenticato. In questo
contesto vanno valorizzate le filiere
dell'agro-alimentare di qualità e dei prodotti
tipici.
- Ricostruzione del cratere sismico
A circa quattro anni dal terribile terremoto del
6 aprile 2009, ancora troppo resta da fare per
la ricostruzione della città dell'Aquila
e delle decine di comuni coinvolti. Le risorse
recentemente stimate dal ministro per la
Coesione territoriale, Fabrizio Barca, in
complessivi 3,4 miliardi di euro, devono essere
messe immediatamente a disposizione degli enti
locali e delle strutture preposte al processo di
ricostruzione, che a loro volta devono snellire
sensibilmente le procedure burocratiche
necessarie e ridurre drasticamente i tempi. Solo
in questo modo sarà possibile rilanciare un
cantiere che potrebbe rappresentare un
eccezionale volano di sviluppo per la difficile
situazione occupazionale della nostra regione.
-La “questione Teramo”
Bisogna dare immediata
attuazione al Protocollo per lo sviluppo
siglato tra Associazioni datoriali ed
Organizzazioni Sindacali nel luglio del 2010.
Iniziativa,
urgente e determinante, i firmatari del
protocollo, esprimono a gran voce forte
preoccupazione, è la mancata definizione
di una dotazione finanziaria specifica per
quelle aree di crisi, come la Val
Vibrata in particolare, a cui era stato
promesso, di concerto con le parti sociali, un
pacchetto di sostegno al tessuto produttivo ed
occupazionale, il Pacchetto “PRESTO”: 20
milioni di euro assicurati dal Presidente
Chiodi, ma che ad oggi rimangono solo su
carta. Appare evidente che in assenza di una
dotazione da parte della Regione, chiedere al
Governo la messa a disposizione di soli fondi
propri è sicuramente un'impresa improba.Consapevoli
delle difficoltà, crediamo che ci debba essere
immediatamente una riduzione della pressione
fiscale, fermo restando l’impegno a proseguire
con politiche di riduzione della spesa e del
debito sanitario mantenendo la qualità dei
servizi erogati ai cittadini.Come Organizzazioni
costituenti RE.TE. Imprese Italia continueremo a
far sentire la nostra voce in difesa delle
migliaia di imprese legate al territorio ,che
nonostante tutto non si sono rassegnate al
declino e non vogliono ritirare i remi in barca,
ma saremo sempre pronti a condividere con tutte
le istituzioni locali, possibili percorsi per
uscire da questo stallo economico e produttivo e
sostenere le nostre imprese in un momento che
definire difficile non rappresenta appieno il
reale malessere che imprese e famiglie vivono. |