PESCARA,
26.1.2013 - Se stiamo qui
oggi a discutere sulle possibili cause dello
spiaggiamento di vongole avvenuto nella zona
antistante l’area marina protetta (AMP), la
responsabilità sarebbe da ricercare in capo
all’ente parco che probabilmente non ha compiuto
tutte le attività necessarie alla tutela della
risorsa vongole. Ci troviamo di fronte ad un
interrogativo: moria di vongole causata da
fattori ambientali o fenomeno naturale dovuto al
sovraffollamento della risorsa vongole? Da parte
nostra riteniamo che il mancato monitoraggio
continuo della risorsa abbia causato l’evento
che poteva essere evitato con dovuti
accorgimenti e adozione di misure tecniche.
Tutto ciò comporta l’inadempienza dell’ente
gestore preposto a tale attività dalla legge
stessa, irregolarità che qualora fossero
accertate, renderebbero opportuna la revoca del
mandato di gestione del parco alla AMP da parte
del Ministero dell’ambiente. All’accusa mossa
contro le vongolare per la presunta attività di
pesca abusiva che potrebbe ricondurre alla moria
di vongole, il presidente del COGEVO Abruzzo Di
Mattia Giovanni risponde che si tratta di pure
illazioni giacchè nel resto della costa e
precisamente da Martinsicuro a Pescara dove si
svolge regolare attività di pesca tale fenomeno
non si è verificato e, guarda caso, è rimasto
circoscritto alla foce del fiume Calvano e
torrente Cerrano ovvero all’interno dell’Area
marina protetta. E’ da sottolineare che tale
evento ha richiamato l’attenzione della sola
capitaneria di porto che si è prodigata
tempestivamente nel chiedere collaborazione al
COGEVO Abruzzo al fine di mettere a disposizione
imbarcazioni da poter utilizzare in attività di
monitoraggio degli stock. Ci risulta invece che
da parte della AMP non ci sia stato alcun pronto
intervento, essa è rimasta inerte senza prendere
alcuna iniziativa nonostante fosse suo obbligo
di legge. |