TERAMO, 12.3.2013
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Dal
Presidente della Cooperativa
Artigiana di Garanzia “ Città di Teramo e
Provincia”, Prof. Di Marzio, riceviamo e
pubblichiamo:
Questi gli argomenti discussi ieri sera al
Consiglio di Amministrazione della Cooperativa
Artigiana di Garanzia “Città di Teramo e
Provincia”. Le imprese sono costrette a chiedere
finanziamenti nonostante siano creditrici nei
confronti dello Stato e, come spesso accade, le
banche non le finanziano costringendole a
chiudere bottega per non parlare del gesto
estremo di alcuni imprenditori che arrivano
addirittura a togliersi la vita.
Una tragedia che non vede soluzioni. La
politica, dopo i grandi segnali che il Popolo
italiano ha dato nelle ultime elezioni, perde
ancora tempo a proporre programmi di governo
senza interventi sostanziali verso l’economia.
I soldi ci sono ma il loro utilizzo non aiuta le
imprese.
I Politici non pensano minimamente di
rinunciare ai rimborsi elettorali; a saldare i
debiti con le imprese; a ridurre la spesa
pubblica e gli sprechi; ad eliminare le
Province, le società pubbliche e partecipate; a
ridurre il numero dei parlamentari; ad eliminare
i Senatori a vita; ad accorpare i Comuni sotto i
5 mila abitanti; a ridurre gli stipendi dei
politici fino ad un massimo di 5 mila euro al
mese e senza possibilità di cumularne più di
uno; a ridurre il numero dei Ministri e dei
relativi Ministeri; a vendere gli immobili dello
Stato inutilizzabili o abbandonati; a calcolare
la loro pensione in base ai contributi versati
nel periodo in cui rimangono in carica che
dovrebbe durare al massimo due legislature; a
ridurre i tempi della giustizia che penalizzano
tantissimo le imprese; ad eliminare, per chi
inizia una nuova attività, i costi almeno per i
primi 3 anni; a ridurre gli stipendi e le
pensioni d’oro.
Ciò è quanto emerge dalla relazione del
Presidente della Cooperativa prof. Luciano Di
Marzio che con l’occasione sollecita i
parlamentari abruzzesi a farsi carico di questi
suggerimenti e ad attivarsi nel più breve tempo
possibile per frenare la chiusura delle aziende
ed evitare il conseguenziale aumento della
disoccupazione.
Il Consiglio ha
deciso, per facilitare l’accesso al credito al
fine di evitare la chiusura delle loro aziende,
di mettere a disposizione dei soci oltre un
milione di euro del fondo antiusura ancora a
disposizione della Cooperativa, aumentando la
garanzia prestata fino al 100% con l’auspicio
che le banche non si rifiutino di erogare
finanziamenti a “rischio zero”.
Un appello va rivolto
anche al Governatore Gianni Chiodi che tanto ha
fatto nella sanità; come pure all’Assessore
Paolo Gatti che è riuscito ad avere un avanzo di
risorse per la cassa integrazione; ma molto poco
verso le imprese, specialmente quelle artigiane,
non ostacolando l’Assessore Castiglione il quale
ha avuto il coraggio ridurre a zero le risorse a
favore delle imprese oltre ad eliminare dal
bilancio regionale del 2010 i fondi per
l’abbattimento del tasso di interesse che
l’artigianato aveva da quasi quaranta anni; il
tutto ignorando l’art. 45 della Costituzione che
recita “La
Repubblica riconosce la funzione sociale della
cooperazione a carattere di mutualità e senza
fini di speculazione privata. La legge ne
promuove e favorisce l'incremento con i mezzi
più idonei e ne assicura, con gli opportuni
controlli, il carattere e le finalità.
La legge
provvede alla tutela e allo sviluppo
dell'artigianato”
riconoscendo così
all’Artigianato un ruolo molto importante per
l’economia del paese come avvenne nell’immediato
dopoguerra. |