GIULIANOVA, 10.9.2013
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Proprio nella giornata di ieri, è stato
avvistato
un delfino “comune” nelle acque antistanti la
zona centrale del comune di Silvi. A scorgere
l’esemplare sono stati gli uomini della Guardia
Costiera di Silvi che già da alcuni giorni
monitoravano il mammifero marino poiché già
avvistato nei giorni scorsi da alcuni bagnanti
anche all’interno dell’Area Marina Protetta
“Torre del Cerrano”. L’esemplare è rimasto a
nuotare nei pressi del Battello della Guardia
Costiera per diversi minuti, senza compiere
particolari evoluzioni e ha consentito
all’equipaggio di poter scattare alcune foto.
Dal confronto delle foto della pinna dorsale si
evince che si tratta di un tursiope. Infatti,
sentito in merito il dott. Vincenzo Olivieri del
Centro Studi Cetacei dell’Abruzzo ha riferito
“che si tratta di un tursiope “Tursiops
truncatus” (Monagu, 1821) e la sua presenza in
acque costiere adriatiche non è infrequente”.
Forse la presenza in zona è dovuta alla maggior
abbondanza di pesce a causa delle alte
temperature dell’acqua di questi giorni.
Pertanto, il Comandante dell’Ufficio
Circondariale Marittimo di Giulianova, Tenente
di Vascello Sandro PEZZUTO raccomanda di
adottare un comportamento tale da non avvicinare
l’esemplare con unità a motore poiché, oltre a
disturbarlo, potrebbe essere molto pericoloso
per sua l’incolumità fisica.
Salvataggio a Giulianova
Intanto, anche dal punto di vista operativo,
nonostante la stagione balneare volga oramai al
termine, si è verificato un salvataggio nelle
acque antistanti il Porto di Giulianova nei
confronti di n. 2 persone che a causa del forte
vento erano state sbalzate fuori della propria
unita da diporto a vela. Infatti, la motovedetta
CP884, proprio durante il normale svolgersi
delle attività di pattugliamento della costa, è
riuscita ad avvistare a meno di mt. 200 di
distanza dai massi esterni del Molo Nord del
Porto di Giulianova un natante da diporto a vela
del tipo laser scuffiato, con n. 2 persone in
acqua che rischiavano di andare a sbattere
contro i massi stessi. Pertanto, mediante una
delicata manovra di “recupero di uomo a mare”,
l’equipaggio della motovedetta riusciva ad
agguantare in tempo i malcapitati e consentire
successivamente anche di salvare l’unità da
diporto stessa. |