TERAMO, 9.10.2013
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La Regione Abruzzo adotta
il modello del “contratto di fiume” per la
programmazione e la pianificazione degli
interventi sulle aste fluviali e si candida ad
ospitare, il prossimo anno, il decimo Tavolo
Nazionale.
“Vogliamo stare in questo movimento che
propone un approccio di governo integrato e
paritario fra le istituzioni e diventare la
prima Regione del centro sud che lo attua”
ha dichiarato il Governatore Gianni Chiodi
che questa mattina, a Teramo, insieme agli
assessori regionali
Mauro Di Dalmazio (Ambiente, Energia Parchi);
Gianfranco Giuliante (Pianificazione,
tutela e valorizzazione del territorio e
Protezione civile) Angelo Di Paolo (Lavori
pubblici, Servizio idrico integrato, Gestione
integrata dei bacini idrografici, Difesa del
suolo) ha suggellato l’intesa fra la Provincia e
la Regione Abruzzo.
La Provincia di Teramo, infatti, prima in
Abruzzo, e nel Centro e sud Italia, ha avviato
(all’interno del progetto comunitario ERCIP) un
progetto pilota di “contratto di fiume”
riguardante l’asse fluviale del Tordino: la
sperimentazione vuole superare l’attuale livello
di frammentazione gestionale, finanziaria e
amministrativa – che di fatto limita la capacità
di intervento nella fasi di prevenzione e
manutenzione e in quella emergenziale - e
arrivare alla elaborazione di un Piano di
risanamento ambientale ed idrogeologico con il
coinvolgimento di tutti gli attori: Comuni,
Provincia, Autorità di Bacino, Consorzi di
Bonifica, cittadini, associazioni.
“Solo se ci dotiamo di strumenti integrati e
complessi, potremo accedere a programmi di
finanziamento adeguati agli interventi da
realizzare – ha affermato l’assessore
Mauro Di Dalmazio – per questo la
prossima settimana delibereremo l’adozione di un
Protocollo d’intesa con tutte e quattro le
Province: per costituire un’unica cabina regia e
muoverci secondo un’identico schema”.
Per l’occasione, a Teramo, anche Massimo
Bastiani, Coordinatore Scientifico del
Tavolo nazionale dei Contratti di Fiume: “«I
processi di Contratti di Fiumi, sino ad ora
limitati nelle Regioni del Nord Italia, hanno
invertito la tendenza iniziale, che li vedeva
essenzialmente relegati all’interno della
pianificazione settoriale, dei Piani di Tutela
delle Acque. Attualmente i CdF si stanno
configurando come uno strumento strategico
complesso, in grado di influenzare
complessivamente le politiche ed avere forti
ricadute nella pianificazione e programmazione
integrata dei territori. In grado cioè di
fornire importanti spunti sulla sperimentazione
e formulazione dei nuovi strumenti di
pianificazione che intervengono nel “vuoto”
delle politiche di pianificazione urbanistica e
nell’assenza di una politica nazionale che ha
delegato “de facto” alla responsabilità delle
singole Regioni buona parte delle scelte in
merito all’uso del territorio. I Contratti di
Fiume si stanno dimostrando sempre più efficaci,
proprio nell’integrazione tra i piani e le norme
sulla gestione e tutela delle acque con quelli
per la difesa del suolo e del paesaggio, ma
anche con i programmi di sviluppo economico dei
territori».
E, infatti, sia in Provincia che in Regione, il
progetto vede la collaborazione di diverse aree:
bacini idrografici, pianificazione
territoriale, ambiente, turismo, lavori
pubblici. Da qui la convinta adesione di
Giuliante e Di Paolo: “Usciamo
dall’ambito strettamente locale, sia in termini
territoriali che amministrativi, anche perché
solo in questo modo potremo raccogliere le
risorse necessarie” hanno detto.
“Con questo approccio i progetti di contratti
di fiume, perché partiamo dal Tordino ma ne
vorremmo realizzare uno per ogni bacino
idrografico, si potranno candidare a
finanziamento utilizzando misure diverse –
ha spiegato il presidente Catarra – e
penso ai Fesr, al Psr, alla programmazione
regionale 2014/2020 perché se si parte
dall’ambito fluviale e dai suoi riflessi
sull’ecosistema e sui processi sociali,
economici e urbanistici, è evidente che
abbracciamo tutto l’ambito delle politiche di
sviluppo sostenibile”.
Un ruolo fondamentale deve essere svolto anche
dalle Autorità di Bacino, anch’essa presente
all’incontro di stamani, dai Consorzi di
Bonifica, dai Comuni e anche dai cittadini e
dalle associazioni: tutti soggetti che
siederanno allo stesso tavolo.
“La Provincia di Teramo, a fronte
dell'evidente frammentazione amministrativa e
programmatica che interessa i bacini idrografici
e ai numerosi problemi emergenziali che abbiamo
ha individuato nel Contratto di Fiume
l'occasione per mettere in pratica un nuovo
modello di intervento sul territorio che vede al
centro del progetto il bacino idrografico –
ha chiosato l’assessore all’Ambiente e
all’Energia Francesco Marconi – e il
lavoro già svolto ci è stato riconosciuto al VII
tavolo nazionale dei contratti di fiume dove
siamo stati individuati come un esempio
innovativo di gestione integrata del territorio
attraverso l’elemento acqua”.
Il 2 ottobre dello scorso anno, durante la
Conferenza "Verso il Contratto del fiume Tordino",
inserita tra gli eventi della PEV (Partnership
Exchange Visit), appuntamento internazionale di
ERCIP che si è svolto a Teramo, è stato
sottoscritto il Protocollo di Intesa aperto da
parte dei Sindaci del bacino idrografico. Tale
passaggio è il primo di un percorso
istituzionale che tra l’altro prevede la
sottoscrizione del Contratto di Fiume e
l’adozione da parte dei contraenti del Piano di
Miglioramento Fluviale (prodotto finale previsto
dal progetto ERCIP).
Il quadro conoscitivo dell’ambito fluviale ha
focalizzato l'attenzione sui seguenti temi:
dissesto idrogeologico, qualità delle acque,
biodiversità, paesaggio, pianificazione
urbanistica, assetto socio-economico.
Tutte le informazioni sono confluite in un SIT
(Sistema Informativo Territoriale) per disporre
di una visione "complessiva" del territorio
analizzato. |