TERAMO,
4.7.2013
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Sono le scorciatoie a
generare costi impropri
e il caos
amministrativo: la vera
questione è la riforma
dello Stato è quella
della Pubblica
Amministrazione e
l’abolizione delle
Province non avrebbe
risolto né l’uno né
l’altro”
così il presidente
Valter Catarra
commenta la sentenza
della Corte
Costituzionale che ha
bocciato – dichiarandoli
incostituzionali sia
l’articolo 23 del
decreto salva-Italia che
trasformava le
amministrazioni
provinciali in organismi
di secondo livello sia
gli articoli 17 e 18
della spending review
che disponevano la
cancellazione di quelle
con meno di 350mila
abitanti e un’estensione
di 2.500 chilometri
quadrati.
Nel merito, Catarra sottolinea l’impegno in
prima linea della Provincia di Teramo contro
ambedue i provvedimenti assunti dall’allora
Governo Monti: “Semplicemente, come abbiamo
sempre sostenuto in tutte le sedi, anche quelle
Europee, non si poteva fare: non si possono
cancellare enti elettivi per Decreto, un
esecutivo non può rimandare a casa eletti dal
popolo. Due anni di caos e di questi i
cittadini non avevano davvero bisogno: non ci
dimentichiamo che sulla base di presupposti
completamente incostituzionali alle Province
sono stati soldi risorse per investimenti e
servizi e che questo ha avuto effetti devastanti
sul sistema impresa e su quello del welfare”.
“Sono doppiamente soddisfatto” afferma
ancora il Presidente della Provincia di Teramo
che due mesi fa ha vinto anche la battaglia
contro il Ministero dell’Interno e quello delle
Finanze vedendosi accolto un decreto ingiuntivo
contro il Governo per circa 15 milioni di euro
per debito pregressi nei confronti dell’ente: “come
politico perché i tanto invocati tecnici si sono
rivelati estremamente superficiali e fallaci,
come semplice cittadino perché da subito mi sono
opposto a scelte frettolose e demagogiche che
sapevo non avrebbero migliorato affatto né la
nostra democrazia né il nostro Stato e che,
quindi, non avrebbero comportato alcun
beneficio per i cittadini”.
Catarra, quindi, concorda con quanto affermato
dal Ministro delle Riforme Istituzionali,
Gaetano Quagliarello che sollecita una riforma
costituzionale sull’intero Titolo V, in
particolare per semplificare e razionalizzare
l’assetto degli enti territoriali. |