TERAMO,
4.4.2013
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La soluzione tecnica ottimale sarebbe stata
quella di spostare anche la Teramo-Mare i cui
piloni, in quel particolare punto, insistono su
un tratto del fiume a elevato rischio idraulico.
Ma considerati i costi proibitivi di una simile
soluzione la Provincia ha studiato un intervento
alternativo con l’arretramento verso sud della
SP25 che corre parallela nella sponda opposta
del Tordino.
Si tratta del tratto di fiume compreso tra il
ponte della SP 25 di Castellalto, a monte, ed il
viadotto realizzato dal Consorzio Industriale di
Teramo a valle. In seguito alla realizzazione
della Teramo-Mare si è creato un pericoloso
restringimento dell’alveo fluviale con un
evidente fenomeno erosivo che negli ultimi due
eventi calamitosi (sisma aprile 2009, alluvione
marzo 2011) ha causato danni notevoli – sia
ambientali che economici - alla collettività.
La Giunta ha quindi approvato lo studio di
fattibilità, costo dell’intervento 1 milione di
euro, che ora sarà trasmesso alla Regione per
il finanziamento dell’opera.
“Una soluzione condivisa con tutti gli enti
interessati, Regione in primis, con un percorso
iniziato proprio dopo il sisma del 2009 –
dichiara l’assessore alla viabilità Elicio
Romandini –; nel corso dei numerosi
incontri con i tecnici si è ritenuto
percorribile l’arretramento verso SUD della
strada provinciale e noi ci siamo impegnati a
redigere lo studio di fattibilità per
individuare la tipologia di intervento e la
consistenza dei costi. L’opera è inserita nel
Piano triennale della Regione ma ha bisogno di
una copertura finanziaria; del resto non
intervenire significa esporsi al rischio di
costi ben maggiori”.
L’attuale configurazione del fiume, come si
legge nella relazione che accompagna lo studio
(studio curato dal centro di progettazione del
settore viabilità dell’ente): “nei casi di
eventi di piena appare assolutamente inadeguata
al deflusso, con notevole rischio di esondazione
per gli insediamenti e le infrastrutture
limitrofe”. L’alveo, infatti, risulta
ristretto di ben 50-60 metri, contro gli
originari 100-120 metri. Questa situazione rende
“difficile ed antieconomico” proteggere la
strada in quanto “qualunque opera, alla lunga,
potrebbe essere danneggiata dalla forza della
corrente”.
“La soluzione ottimale al problema,
condivisa con la stessa Regione Abruzzo quale
Autorità Amministrativa del fiume Tordino,
sarebbe stata, quindi, quella di delocalizzare
viabilità ma lo spostamento della Teramo-mare è
impensabile sia per i costi che per la mancanza
di aree retrostanti mentre la delocalizzazione
della provinciale costituisce un’ operazione di
più facile attuazione visto che ci sono aree
libere da costruzioni e l’allargamento
dall’attuale alveo, potrebbe essere
significativo, dell’ordine di 40-50 metri.
Questo lavoro renderebbe al fiume la giusta
sezione di deflusso, con importanti
miglioramenti sotto l’aspetto della sicurezza
idraulica e con benefici anche dal punto di
vista ambientale, vista la possibilità di
ricreare la naturale conformazione fluviale”
chiosa Romandini. |