Teramo
Lavoro. Per i dipendenti si apre la strada della
disoccupazione
TERAMO,
4.1.2013
- Per i dipendenti della società in house della
Teramo Lavoro si apre la strada della
disoccupazione. La riunione di ieri sera in
Prefettura - alla presenza del Prefetto Valter
Crudo, della Regione con l’assessore regionale
Paolo Gatti e del direttore regionale del
settore nonché responsabile dell’Autorità di
gestione del Fondo sociale europeo, Germano De
Sanctis, e dell’amministratore delegato della
Teramo Lavoro Venanzio Cretarola - e quella che
si è svolta stamattina in Provincia non sono
state sufficienti a sciogliere nodi giuridici e
amministrativi che si frappongono alla
prosecuzione del rapporto di lavoro.
“Ad oggi non ci sono le condizioni,
finanziarie e giuridiche, che consentano ai
dirigenti di firmare nuovi disciplinari con la
Teramo Lavoro e, quindi, non ci sono le
condizioni per proseguire con i contratti di
lavoro. Al momento la Provincia non ha ancora
ricevuto dalla Regione i circa 750 mila euro che
ci erano stato sospesi e non possiamo anticipare
con fondi di bilancio perché avendolo già fatto
siamo rimasti senza cassa” ha spiegato il
Presidente ai sindacati i quali hanno chiesto la
prosecuzione del rapporto di lavoro anche solo
per consentire l’accesso alla cassa integrazione
e che, insieme ai lavoratori, hanno deciso di
occupare la sala consiliare e iniziare lo
sciopero della fame.
L’annuncio dell’assessore Paolo Gatti,
formalizzato con una nota arrivata ieri, di
avere autorizzato uno stanziamento di circa 800
mila euro alla Provincia di Teramo (3 milioni e
200 mila per tutte e quattro le Province) per le
attività del POR 2007/2013 non viene considerato
presupposto giuridico sufficiente per la stipula
di una nuova convenzione con la Teramo Lavoro.
“Perché ci possa essere la copertura di spesa
e quindi l’impegno occorre, come del resto
spiega bene la nota della Regione, sottoscrivere
una specifica Intesa interistituzionale e un
conseguente accordo bilateterale e per
completare questo iter ci vorranno alcune
settimane. Prima di allora – ha chiarito
il Presidente - stando a tutti gli
autorevoli pareri tecnici ascoltati, non è
possibile firmare una nuova convenzione con
Teramo Lavoro”.
Ma non è la sola questione sul tappeto. Gli 800
mila euro non coprono comunque le spese per
tutti i 66 dipendenti della Teramo lavoro pagati
con il Fondo sociale europeo e non ci sono i
fondi di bilancio per pagare gli altri 44
dipendenti impegnati in settori diversi da
quello del Lavoro. Inoltre, per quanto riguarda
la nuova programmazione dei Por, in qualità di
“organismo intermedio” la Provincia, per avere i
fondi della Regione, deve obbligatoriamente
garantire i servizi essenziali con personale
dipendente e può rivolgersi all’esterno solo per
figure professionali specifiche e
specialistiche. Tutte condizioni che riducono la
possibilità di un eventuale reimpiego a tutti e
110 i dipendenti della Teramo Lavoro.
“Noi abbiamo un impegno con i sindacati e con
la Teramo Lavoro – ha aggiunto il Presidente
– il 17 gennaio il Tar dovrà pronunciarsi sui
ricorsi presentati dalle Province contro i tagli
del Governo, ci manteniamo in contatto con la
Regione per verificare se possiamo accelerare la
stipula del nuovo Por. Considerata la nostra
volontà di esperire ogni tentativo e le
richieste dei sindacati ci rivediamo a metà
gennaio, quando saranno presenti tutti i
dirigenti interessati, augurandoci che per
allora siano maturate situazioni che ci
consentano di rivedere le nostre decisioni”.
Alla riunione ha preso parte anche l’assessore
al Lavoro, Eva Guardiani, che ha sottolineato
“l’affanno della Provincia a continuare ad
erogare i servizi in questa condizione”.
Nel corso dell’incontro si è parlato anche
dell’inchiesta della magistratura sull’utilizzo
del Fondo sociale europeo da parte di Teramo
Lavoro. “Fino a qualche settimana fa – ha
sottolineato Catarra - a parte le
indiscrezioni, l’ente Provincia non aveva
notizie di comportamenti penali. In tutte le
comunicazioni ufficiali e ufficiose si è sempre
parlato di eventuali discrasie di tipo
amministrativo e quindi sanabili; solo
recentemente una dirigente ha formalizzato
l’esistenza a suo dire di rilievi penali.
Naturalmente ho inviato tutto alla magistratura,
le contestazioni e le spiegazioni della Teramo
Lavoro. Mi auguro si arrivi presto nella fase
nella quale ognuno potrà raccontare le sue
ragioni perché sono certo che l’ente ha avuto
comportamenti corretti”. |