TERAMO,
5.2.2013 -
Minoranza e sindacati
hanno chiesto di
mantenere in vita la
Teramo Lavoro. I
rappresentanti sindacali
della Cgil e della Cisl
hanno ribadito la loro “diffida
contro la strada degli
avvisi pubblici
imboccata da alcuni
settori dell’ente: ci
opporremo in tutte le
sedi e saremo molto
vigili su queste
selezioni che prevedono
un ulteriore
precarizzazione dei
rapporti di lavoro
obbligando chi vi
volesse partecipare
all’apertura delle
partite Iva” hanno
affermato.
Dopo una lunga riunione,
ieri pomeriggio, con i capigruppo della
Provincia – nella prima parte a porte chiuse il
Presidente ha mostrato tutta la documentazione
relativa alla società in house – Catarra,
l’assessore alle Politiche del lavoro, Eva
Guardiani e gli stessi capigruppo di maggioranza
e minoranza (erano presenti Enrico Mazzarelli,
Flaviano Montebello, Mauro Sacco, Renzo Di
Sabatino, Ugo Nori, Riccardo Mercante,
Giuseppe Di Febo
e il presidente del Consiglio, Mauro Martino)
hanno incontrato i lavoratori e i
rappresentanti sindacati, Fabio Benintendi e
Alberico Maccioni della Cisl e Monia Pecorale
della Cgil.
Il presidente Catarra, che dopo le dimissioni
dell’amministratore unico, Venanzio Cretarola
deve nominare i nuovi vertici societari, non ha
escluso la possibilità che, anche attraverso un
pronunciamento del Consiglio, la Teramo Lavoro
possa riprendere la sua attività: “è una
società sana, senza debiti e il suo obiettivo,
oggi forse è più chiaro a tutti, è sempre stato
quello di garantire servizi e livelli
occupazionali. Sulla Teramo Lavoro troppe
persone hanno dato una rappresentazione parziale
dei fatti scatenando una situazione conflittuale
con risultati drammatici ma non ho alcun dubbio,
anche sulla base dei numerosi pareri tecnici che
stiamo acquisendo, che gli aspetti oggi
controversi saranno tutti chiariti. Nel
frattempo, prendendo atto delle richieste dei
sindacati, dei lavoratori e anche della
minoranza e ritenendo, sul piano personale e
politico, che non è accettabile mandare a casa
oltre un centinaio di persone senza aver prima
esperito tutti i tentativi, chiederò
un’assunzione di responsabilità anche alla
struttura amministrativa dell’ente affinchè si
arrivi al più presto ad una determinazione”.
La minoranza, intanto, ha chiesto che si porti
in Consiglio un atto di indirizzo per continuare
a conferire i servizi strumentali alla Teramo
Lavoro: “nominando un dirigente alla guida
della società senza alcun costo aggiuntivo,
internalizzando quindi le spese di gestione
perché anche i dirigenti si assumano le loro
responsabilità. E bisogna riunire attorno ad un
unico tavolo Regione, Provincia e sindacati
perché ci sono nodi in questa vicenda che solo
la Regione Abruzzo può sciogliere” ha
affermato Renzo Di Sabatino del Pd.
Sul tappeto ci sono le risorse vantate dalla
Provincia nei confronti della Regione Abruzzo –
in particolare quelle della programmazione del
Fondo Sociale Europeo, sia della vecchia
programmazione sia della nuova – che del
Governo (il Ministero dell’Interno, Ufficio
trasferimenti ordinari agli enti locali e
risanamento enti locali dissestati, ha
formalmente attestato che l’ammontare
complessivo dei trasferimenti erariali ancora
spettanti a favore della Provincia per gli anni
2012 e precedenti è pari a complessivi euro
14.915.519). La Giunta ha quindi
deliberato affinchè si proceda per le vie
giudiziarie nei confronti del Governo per
recuperare le somme dovute mentre si è in attesa
di conoscere i tempi con i quali la Regione
provvederà a trasferire quelle del del Fondo
sociale che, solo per quanto riguarda la nuova
programmazione (circa 800 mila euro), sono
collegate alla presentazione di un nuovo
progetto da parte del settore Lavoro della
Provincia.
Oggi, quindi, sarà fatto un “interpello”
formale ai dirigenti per la presentazione di
candidature a ricoprire l’incarico di
amministratore unico. Le candidature dovranno
essere presentate entro domani pomeriggio.
“Faccio rilevare – chiosa il
presidente Catarra – che pur nella
complessità della situazione, vengono al pettine
molti nodi e fra questi quelli riguardanti gli
obiettivi della società così come quelli
relativi alle supposte procedure di
stabilizzazione o assunzione dei precari storici
della Provincia nel 2009, quando ci siamo
insediati. Questa strada, che pure la Giunta
aveva provato a perseguire,, ha sempre avuto il
parere contrario dei dirigenti sulla base delle
disposizioni legislative. Oggi tutti mi chiedono
di mantenere la società in house riconoscendo
che è lo strumento più adatto per garantire i
servizi e per provare a salvaguardare la
continuità di lavoro ai professionisti che da
decenni a vario titolo collaborano con la
Provincia. Se anche questo riconoscimento fosse
arrivato prima magari ci saremmo risparmiati
qualche problema di troppo”. |