TERAMO, 13.4.2013
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Nel pomeriggio di ieri, questa Squadra Mobile ha
proceduto al fermo di S. A. nato in Marocco
l’1.01.1973, in Italia s.f.d, nullafacente,
irregolarmente soggiornante nel territorio
italiano, per i reati di violenza sessuale
aggravata dal rapporto di convivenza,
maltrattamenti e violenza privata.
Quest’Ufficio, sulla base di una segnalazione
pervenuta dai competenti Servizi Sociali,
rintracciava, all’interno di una roulotte
parcheggiata sul lungomare di Cologna Spiaggia,
due donne (madre e figlia) di nazionalità
ucraina con i rispettivi bambini, le quali
venivano accompagnate presso questi uffici. Da
un colloquio con le stesse, che versavano in un
forte stato di prostrazione, emergeva una triste
storia fatta di abusi e di violenze che durava
ormai da diversi anni. In particolare, la
situazione precipitava quando la ragazza più
giovane, per motivi lavorativi, decideva di
raggiungere la madre in Italia, che a quel tempo
già conviveva con l’uomo ed il loro figlioletto
in un Comune di questa giurisdizione. Una volta
stabilitasi con la congiunta, la giovane veniva
fatta fin da subito oggetto di attenzioni
morbose da parte dell’uomo, il quale, con le
scuse più svariate, le impediva di andare a
lavorare nonostante la ragazza avesse trovato
un’occupazione in una località balneare della
zona, al solo di scopo di averla sempre accanto
a sé. In assenza della sua compagna, fuori casa
per lavoro, l’uomo ne approfittava per toccarla
nelle parti intime e per baciarla contro la sua
volontà, per poi, in più occasioni, abusare
sessualmente di lei, imponendole il silenzio
dietro minaccia di farla ritornare in patria. A
seguito delle violenze subìte la donna rimaneva
incinta e veniva obbligata dall’uomo a portare
avanti la gravidanza con la nascita di una
bambina. Successivamente la donna rimaneva
ancora incinta per due volte ma decideva di
abortire, nascondendo anche alla madre le
violenze subite. La giovane cadeva in stato
depressivo che la portava sull’orlo del suicidio
per la situazione che si era venuta a creare.
L’uomo, che era solito picchiare entrambe le
donne, faceva mancare loro ogni mezzo di
sostentamento, spendendo tutti i soldi in
bevande alcoliche di cui faceva un uso smodato.
Sfrattato ogni volta dalle abitazioni,
costringeva le due sfortunate ad una vita di
stenti, tanto che, dopo averle obbligate ad
andare ad abitare in una casa diroccata, le
sistemava, da ultimo, all’interno di una
roulotte fatiscente. Quest’Ufficio, dopo aver
acquisito elementi di riscontro alle
dichiarazioni delle vittime, rintracciava
l’uomo, il quale, accompagnato in Questura,
veniva sottoposto a fermo di p.g.. Le due donne
ed i minori venivano affidati ad una
casa-famiglia, mentre il cittadino marocchino
veniva ristretto presso la casa circondariale.
La tempestività dell’intervento e la stretta e
fattiva collaborazione di quest’Ufficio con i
Servizi Sociali, hanno permesso di porre fine
alla condotta delittuosa dell’uomo. |