ROSETO, 14.8.2013 - Da
Pio Rapagnà, coordinatore della
Lista Civica Città per Vivere
ed ex parlamentare,
riceviamo e pubblichiamo:
Le “scoperte inquietanti” lungo le sponde del Fiume Tordino e
alla foce del Torrente Borsacchio stanno
mettendo a rischio, anche in piena stagione
turistica, la balneabilità e salubrità delle
acque del mare ed il buon nome della Riserva
Naturale “Borsacchio”.
Il fiume Tordino ha “riportato alla luce” una vera e propria
discarica di rifiuti solidi urbani, trascinando
a valle una consistente quantità di tali rifiuti
in avanzato stato di decomposizione. La
discarica è “riemersa” in località Coste
Lanciano e Piane Tordino di Cologna Spiaggia,
nei pressi del laghetto di pesca sportiva, e
tenuta “nascosta” sotto un campo coltivato a a
ridosso della sponda rosetana del fiume.
La discarica era stata già oggetto di denuncia da parte di
Cittadini e dal Comitato Città per Vivere, a
seguito di un fenomeno alluvionale verificatosi
circa 10 anni fa nella stessa zona la quale,
però, era stata oggetto di un identico fenomeno
erosivo nel mese di giugno 2009 e, proprio in
seguito a quella “constatazione”,
l’Amministrazione Comunale di Roseto aveva
realizzato il sistema di sicurezza che, alla
luce dei fatti, è risultato in più occasioni,
completamente inadeguato.
Questa volta, di fronte alla evidenza della situazione, è
stata la stessa Provincia di Teramo a fare
sapere che le acque in piena avevano eroso un
tratto della sponda destra del fiume Tordino, in
zona contrada Filetto, tra Giulianova e
Roseto, distruggendo il sistema di sicurezza
che separava il corso d'acqua dalla vecchia
discarica di Coste Lanciano di Roseto con un
fronte di erosione della discarica pari a circa
300-400 metri.
Il fatto è di estrema gravità rispetto ai rischi per la
salute pubblica e l'inquinamento delle acque del
fiume, delle falde e del mare, per questo il
Comitato Città per Vivere denuncia, ancora una
volta, la situazione “disastrosa e ad alto
rischio” della cosiddette vecchie discariche
“chiuse” ma non messe in sicurezza, a
cominciare da quella della Contrada Frischia
realizzata a monte del Torrente Borsacchio
e in alcuni “calanchi fornaciari” oggi
inseriti all'interno della Riserva Naturale.
Altre discariche “abusive” sono state “segnalate”
ripetutamente alle Autorità competenti presso la
foce, lungo gli argini del Fiume Vomano, a
ridosso dei capannoni industriali (con vecchie
coperture e spezzoni in eternit-amianto), dei
camping e tra le arcate dei due ponti della
Ferrovia e della Statale 16; presso i calanchi
di Centovie e la località Belsito di Montepagano;
presso le aree dismesse ed a monte delle ex
Fornaci Catarra e Diodoro (con fortissima
presenza di manufatti e coperture contenenti
amianto); nelle aree limitrofe alla Frazione di
Santa Petronilla e prospicienti i vecchi
capannoni della Industria Manufatture ex AB-AB e
di fronte alla Scuola Elementare.
Nella circostanza del verificarsi di un nuovo
allarme inquinamento alla foce del Torrente
Borsacchio, tra l'altro escluso dal
perimetro della Riserva Naturale che ne porta il
nome, è importante ricordare agli attuali
Amministratori Comunali di centrodestra che per
la chiusura, manutenzione, messa in sicurezza
della discarica di Contrada Frischia a monte del
Torrente Borsacchio e per la raccolta del
percolato, il Comune ha speso, sino ad oggi, una
vera e propria “barca di soldi”. |