ROSETO
DEGLI ABRUZZI
(Te), 31.5.2013
-
Approvata a maggioranza, nella
seduta del Consiglio comunale di ieri sera, la
variante alle Norme Tecniche di Attuazione (N.T.A.)
allegate al vigente Piano regolatore generale.
Modificati, in particolare, tre articoli delle
NTA relativi a: “distanze ed altezze” (art. 5);
“Zone B2: ristrutturazione e completamento”
(art. 22) e “Zona D: insediamenti produttivi”
(art. 24), per adeguare le norme all’ormai
consolidata giurisprudenza in materia di
distanze tra fabbricati, in base ai dettami del
D.M. 1444 del ’68.
“Un adeguamento necessario – spiega il
sindaco Enio Pavone -, in quanto le
modifiche e integrazioni proposte con la
variante riconducono l’intero corpo normativo
del Prg comunale ad essere finalmente
compatibile con la normativa nazionale in
materia di distanze tra fabbricati. Andiamo così
a fissare un quadro di regole certe per tutti e
a mettere fine a ciò che è accaduto nel passato,
quando sono state autorizzate costruzioni in
deroga rispetto alla disciplina delle altezze e
delle distanze tra gli edifici, scatenando molti
contenziosi tra cittadini e sentenze che hanno
dato puntualmente ragione ai ricorrenti”. In
particolare, il Codice civile prevede il
rispetto di una distanza di 10 metri tra pareti
prospicienti di nuove costruzioni. Il principio
è che non si potrà più costruire in deroga alle
norme – prosegue il primo cittadino -.
L’approvazione di
questa variante urbanistica è solo la
conclusione di un iter: il prossimo passo sarà
attivare i piani di recupero per mettere tutti
i cittadini, in particolare i residenti di
Roseto centro, nelle stesse condizioni. Vogliamo
fare della programmazione urbanistica il volano
di sviluppo di questa città, tenendo conto della
sua preminente vocazione turistica. Per questo,
organizzeremo a breve un incontro pubblico con
tecnici e docenti universitari per illustrare le
grandi linee di indirizzo su cui riteniamo debba
svilupparsi Roseto; incluse le linee del Piano
di assetto naturalistico; il completamento della
pista ciclabile con il raccordo ai Comuni
limitrofi e il decollo dei programmi complessi,
quali strumenti strategici di riqualificazione
urbana, per la definizione di interventi
pubblici e privati tra loro coordinati,
fondamentali in un momento in cui la capacità
d’indebitamento dell’Ente è drasticamente
ridimensionata”. |