TERAMO, 25.1.2013 -
Lunedì 28.01.2013
ore 17,45 presso la Sala “Prospettiva
Persona” (in Via N. Palma, 33 – Teramo)
proseguono gli appuntamenti della
XII edizione del
Salotto Culturale,
con il ciclo, curato da Lucia Pompei,
I sogni
purpurei di Woody (già in programma il 19
novembre scorso; ndr).
Argomento dell’incontro è
il film
La rosa purpurea del Cairo
(The Purple Rose of
Cairo), un film del 1985, diretto da Woody
Allen ed interpretato, fra gli altri, da Mia
Farrow, Jeff Daniels e Danny Aiello.
Trama
Negli anni della
grande depressione, Cecilia, appassionata di
cinema e alle prese con un marito dispotico e
fannullone (Danny Aiello), vede e rivede più
volte, al cinema Jewel della cittadina di
provincia del New Jersey in cui abita, il film
La rosa purpurea del Cairo, fino al punto
che il personaggio del protagonista Tom,
accortosi dell'assiduità della spettatrice
(«perbacco, deve piacerti molto questo film!»)
esce materialmente dalla pellicola prendendo
vita autonoma nel mondo reale e ricambiando la
passione di Cecilia per se stesso. I due fuggono
insieme. Tutte le copie del film subiscono la
stessa sorte, restando ferme per l'assenza del
protagonista, portando la distribuzione del film
al collasso.
Gil,
l'attore che interpreta Tom, pressato dalla casa
cinematografica e preoccupato per i risvolti
negativi sulla propria carriera, deve
ripristinare il normale ordine delle cose, prima
incontrando il suo doppio e poi ingannando
Cecilia, giocando sulla inevitabile somiglianza
e facendole false promesse, per poi scomparire
una volta
ottenuto il suo
scopo.
Approfondimento
Con questo lavoro
di indubbia qualità Woody Allen sembra volersi
interrogare sul potere che il cinema ha, sulla
sua forza di coinvolgere lo spettatore e di
prolungare nella vita reale la suggestione di
cui è portatore; il film ruota difatti intorno
agli aspetti più introspettivi del cinema,
quelli costituiti dai più gelosi segreti
mediatici.
Allen ha l'ardire
di volere svelare questi segreti, mettendo in
campo ciò che lui stesso ha appreso nel cinema
con la sua esperienza.
Il regista
americano prende di mira con stile e raffinata
cautela il desiderio chiave che compone il
cinema, quello che mette in moto nello
spettatore e nell'attore i più semplici
meccanismi di identificazione e proiezione. |