TERAMO, 31.5.2013 - La
Federazione di Sinistra Ecologia e Libertà della
provincia di Teramo chiede all’assemblea dei
Sindaci, convocata per il prossimo 8 giugno, di
prendere immediata posizione sul futuro
lavorativo dei 12 operai precari della Ruzzo
Reti SPA ingiustamente licenziati dopo anni di
lavoro.
Ai sindaci chiediamo di rendere immediatamente
eseguibili le due delibere del febbraio e marzo
2013 votate a maggioranza dal CDA del Ruzzo, che
prevedevano il rinnovo dei contratti per tutti i
precari.
Siamo convinti che la risposta da dare alla
crisi economica dell’ente non sia quella dei
licenziamenti selvaggi a danno di persone che
svolgono servizi essenziali per la comunità. I
12 operai, così come la decina di impiegati
licenziati a vari scaglioni a partire dal luglio
del 2011, hanno maturato i requisiti utili per
diventare lavoratori a tempo indeterminato.
Caricare l’ente di cause legali di lavoro, cause
che vedrebbero sicuramente l’ente sconfitto,
porterebbe non solo alla creazione di nuove voci
di debito nel bilancio a causa dei risarcimenti
da dare ai lavoratori, ma anche notevoli danni
nella gestione e manutenzione degli impianti
idrici e fognari, che dovrebbero essere affidate
a ditte private.
Chiediamo pubblicamente che la faida interna al
PDL innescata da Paolo Gatti non invada più
l’azienda pubblica più importante della nostra
provincia. Gatti non può pretendere di giocare
sulla pelle dei lavoratori. Probabilmente lui
non immagina nemmeno cosa voglia dire perdere il
lavoro per un padre di famiglia, né può
comprendere quanto sia squallido e desolante per
un politico calpestare la dignità dei lavoratori
al fine di perseguire i suoi interessi
personali.
Piuttosto si impegni a spiegare ai cittadini
come i suoi due presidenti abbiano potuto
accumulare 20 milioni di debiti in appena 2 anni
di gestione.
Oltre alla questione della stabilizzazione dei
lavoratori chiediamo al nuovo CDA di rivedere
completamente i criteri di gestione delle
morosità: troppe persone iniziano a non potersi
più permettere, a causa della crisi, i costi del
servizio idrico e a poter pagare i debiti
accumulati. Naturalmente rifiutiamo qualsiasi
tentativo futuro di aumento delle tariffe
dell’acqua per risanare il debito. Piuttosto, e
siamo decisi a farlo, andremo a rintracciare
nomi e cognomi di coloro che hanno portato al
collasso l’ente e denunceremo la situazione
direttamente alla corte dei conti, perché la
crisi non possono pagarla sempre i lavoratori e
i cittadini.
Come partito presenteremo nelle prossime ore, in
tutti i consigli comunali in cui siamo presenti
delle risoluzioni a favore dei 12 lavoratori che
spingano i sindaci a fare pressione sulla
società al fine di rendere esecutive le due
delibere di febbraio e marzo 2013 per il rinnovo
dei contratti. |