TERAMO,
13.11.2013 -
Dall'ex Amministratore unico della Teramo
Lavoro, Venanzo Cretarola,
riceviamo e
pubblichiamo:
La mia fiducia nella Giustizia resta
incrollabile.
In aula potrò finalmente chiarire l’infondatezza
dell’unica accusa che mi è stata rivolta, basata
esclusivamente su una calunnia dei denuncianti,
mai sottoposte a nessun riscontro, dopo che le
iniziali enormi accuse oggetto delle indagini
non hanno avuto seguito anche senza che nessuno
abbia mai sentito le mie ragioni.
In dibattimento ci saranno tutte le condizioni
per chiarire la piena legittimità del mio
comportamento e delle procedure utilizzate,
perfettamente simili a quelle considerate
legittime in tutte le altre strutture simili in
Italia.
Basta semplicemente riflettere sull’unica accusa
per comprenderne l’assurdità: io avrei
rinunciato a percepire circa 100.000 Euro
all’anno come indennità di carica quale
amministratore di TERAMO LAVORO per invece porre
in atto “artifici e raggiri” insieme ai 2
coimputati (che non ne hanno manifestamente
tratto alcun beneficio) per riuscire a
percepirne molti ma molti di meno per l’attività
di coordinamento di progetto FSE che non avrei
mai svolto.
L’indennità di carica notoriamente spetta di
diritto ed appare quindi incredibile che io –
secondo l’accusa - abbia preferito, al
contrario, “inventare” un’attività per
garantirmi un compenso in realtà molto minore a
quello che avrei potuto avere molto più
facilmente e senza alcuna possibilità di
contestazione.
Si tratta in realtà di un’attività che ho
effettivamente svolto come del tutto evidente
non solo agli oltre 100 dipendenti della società
ma all’intera amministrazione provinciale, oltre
che agli altri enti competenti ed a tutta la
stampa teramana.
Sono accusato, in ultima analisi, per aver fatto
risparmiare la Provincia. |