TERAMO,
22.1.2013 -
Dai
precari della Provincia di Teramo riceviamo e
pubblichiamo la seguente lettera aperta:
Presidente Chiodi,
Ci rivolgiamo a lei con una lettera aperta in
quanto massimo rappresentante dell’istituzione
regionale, presidente di tutti gli abruzzesi e,
non ultimo, come teramano che ha a cuore le
sorti del suo territorio.
Dal 31 dicembre scorso si è concluso in maniera
brusca e dolorosa il percorso professionale di
110 lavoratori della in house della Provincia di
Teramo, la società Teramo Lavoro, per la gran
parte precari storici dell’Ente, che hanno
prestato servizio, in molti casi ultradecennale,
e maturato competenze specializzate nei settori
lavoro e formazione professionale, ambiente,
sociale, informatizzazione, finanze e
ragioneria, concessioni, politiche giovanili,
comunitarie e tanti altri.
Questi stessi servizi sono
ad oggi scoperti con gravissimi disagi per i
cittadini, per le imprese e per i Comuni del
territorio: basti citare il caos che si è
generato nei centri per l’impiego, che al
momento hanno grandissime difficoltà ad
assicurare persino i servizi essenziali agli
utenti (attività di informazione a
disoccupati e inoccupati, assistenza tecnica a
datori di lavoro e consulenti nella gestione
delle comunicazioni obbligatorie) e sono rimasti
totalmente privi dei servizi specialistici,
quali quelli erogati all’utenza svantaggiata, di
promozione dell’orientamento, dell’istruzione,
della formazione professionale; di
consulenza alle imprese e agli Enti pubblici,
con il risultato che molti Comuni da inizio anno
sono in attesa dei lavoratori in mobilità
richiesti per alcuni servizi, ai quali stanno
sopperendo con straordinari del personale o
agenzie interinali.
E’ facilmente intuibile come tutto questo, in un
contesto occupazionale generale falcidiato
dall’avanzata della crisi, si configura come un
grave danno alla collettività teramana e,
oltre al danno, come beffa per noi ex
lavoratori specialisti in materia di mercato del
lavoro, che oggi ci troviamo ad ingrossare le
fila dei disoccupati.
Con la risoluzione dei
nostri contratti, inoltre, interi servizi
agli utenti sono azzerati o carenti di organico
adeguato: Osservatorio immigrati, Centro
analisi sociale, Agenzia Giovani; il settore
Ambiente del
tutto sguarnito dei servizi di tutela ambientale
come controllo discariche e servizi MUD (modello
unico di dichiarazione ambientale), come pure
l’ufficio Concessioni-Cosap, che assicurava la
maggiore entrata extratributaria alla Provincia,
pari a 4 milioni di euro annui.
Riteniamo di aver svolto fino all’ultimo giorno
il nostro lavoro con dedizione ed impegno a
servizio dell’Ente e della collettività, in una
situazione di totale incertezza circa il nostro
futuro lavorativo e circa i più elementari
diritti di un lavoratore, come quello alla
regolare retribuzione mensile: ricordiamo,
infatti, che nonostante i vari incontri in
Prefettura la gran parte di noi, a fronte di
prestazioni regolarmente erogate, ha ancora tre
mensilità di stipendio non percepite. E’
drammaticamente paradossale che a decretare la
condanna a morte della società in house della
Provincia sia stata la politica di contenimento
della spesa, la cosiddetta “spending review”
che, nei proclami, avrebbe dovuto contrastare
sperperi e privilegi, mentre è andata
puntualmente ad abbattersi sulla pelle dei
cittadini e dei lavoratori più deboli, privi
di tutele.
Conoscendo la sua sensibilità su certi temi,
converrà con noi che una pubblica
amministrazione efficiente è quella che funziona
e non il guscio vuoto che rimane in vita dopo i
tagli lineari ai servizi fondamentali. La
P.A. che funziona è quella che riesce ad essere
interlocutore moderno di imprese e cittadini,
quella che investe su giovani, Know-how,
innovazione, digitalizzazione e,
soprattutto, che non butta a mare il
patrimonio e le competenze professionali formate
e consolidate in anni di esperienza, anche in
considerazione delle risorse pubbliche
impiegate.
Le chiediamo, pertanto, un impegno in prima
linea per la rimozione degli ostacoli
finanziari e burocratici che impediscono la
prosecuzione dell’esperienza della Teramo Lavoro
– ricordiamo che in merito ci sono stati la
delibera approvata all’unanimità dal Consiglio
Provinciale e l’accordo sindacale per
la prosecuzione dell’affidamento dei servizi
alla società almeno fino al prossimo 30 giugno –
e di voler imprimere la massima accelerazione
all’iter per l’erogazione dei trasferimenti alla
Provincia per lo svolgimento delle funzioni
delegate, in primis degli 800mila euro di
risorse già assegnate dall’Assessorato regionale
al Lavoro a valere sul P.O. Fse 2007/2013, che
consentirebbero l’immediata ripresa dei
servizi per l’impiego.
Consapevoli dell’impegno che ha profuso in tante
occasioni, dai lavoratori Micron ai precari
della ricostruzione, siamo totalmente fiduciosi
che non ci farà mancare il suo supporto e che
sarà garante della massima collaborazione
interistituzionale, affinché le Istituzioni
locali, in questo momento così difficile, diano
prova di responsabilità e non voltino le spalle
proprio a quei lavoratori che fino a ieri in
esse hanno prestato servizio. |