CAMBRIDGE (NY),
16.11.2014 -B r r r, che freddo! E’
arrivato, sul primo binario meteorologico, il
“direttissimo INVERNO” che avvolge metà del
meraviglioso Pianeta Terra. Lassù, sulla immensa
lastra azzurra, dense nubi bianche passano
rapide, nascondendo anche il sole, per poi
rovesciare tanta neve.
Gli uccellini
in cerca di becchime, abbondante a primavera,
fanno a gara per il “successo”. Da qualche
camino appaiono le prime nuvole nere di fumo, da
lontano giunge la voce rauca delle anitre in
cerca di nuovi lidi, a scuola nidiate di giovani
promesse del futuro attendono alle lezioni degli
insegnanti. Gli ingressi delle case sono
adornati con grosse zucche arancioni e fusti di
granturco, lontana memoria dei primi pellegrini
che “invasero” la terra di Colombo.
Laggiù nella
metropoli, a 130 miglia, il via vai di 36 mila
taxi si fonde col traffico umano impegnato a
scegliere l’abito e il cappotto invernali che
fanno mostra nelle magiche vetrine della Quinta
Strada.
Spettacolo
indescrivibile, il periodo che precede il
Thanksgiven, antivigilia del Natale. Le
fabbriche di vestiti e cappotti di Cinatown e
quelli del Long Island non
conoscono
soste.
A dozzine,
agli angoli della città, magnifici alberi
aspettano di essere acquistati ed addobbati dai
genitori’ mentre i bambini, ansiosi, aspettano
Santa Claus, mentre la famiglia visita il Radio
City Musical per ammirare lo spettacolo delle
33 magnifiche Rockettes (foto
d'apertura).
B
r r r, che freddo! Quel freddo senza pietà
anche per i senza tetto e per gli anziani
cavalli delle carrozzelle napoletane, allineate
lungo la 58ma strada del Central Park, in
attesa di turisti.
Lo stato
della Grande Mela ospita anche Cambridge, unica
con i suoi 16 mila oriundi europei, dove nel
1890, nel “Cambridge Hotel”, il prof Charlie
Watson Thounsend creò la deliziosa Apple pie
(Torta di mele col gelato). I turisti si
soffermano a rimirare la interminabile, vecchia,
lenta carovana ferroviaria che emette a tratti
un urlo rauco, mentre a sera, nel rinnovato
teatro “Habbard Hall”, assistono ad opere
celebri, con tenori la cui voce il tempo non
riesce a scolorire.
Ma, ahimè,
tutto questo è un sogno. Il sole, lassù, è
soffocato da dense nubi nere che lottano tra di
loro. Fuori, l’erba frustata dalla pioggia che
scroscia a catinelle, prova a schiantare al
suolo prima dell’arrivo del vento, micidiale,
incurante della miseria, fatta di morti e
distruzione, che crea con le sue folate. E’ un
spettacolo orripilante, reso più impressionante
dai fulmini che vagheggiano nell’atmosfera e si
schiantano senza pietà, senza un “concetto”
accettabile.
Uno
spettacolo che chiamano “ Tornado” che noi
oseremmo definire ”Punizione Divina”, con il
vento freddo e pioggia in una parte della
Terra, caldo soffocante che toglie il respiro,
un lezzo, nell’altra sponda.
L’indomani si
contano le vittime. Quante abitazioni sono
volate in aria, quanti autofurgoni non reggono,
capovolti ai margini delle autostrade, manca la
luce e ce ne vorrà prima di rivedere il cielo
azzurro.
Sogno e realtà,
parte della vita umana senza pietà. |