ROMA,
16.6.2014
-
Dalla Fnsi-Unci riceviamo e pubblichiamo:
Non è compito di un comandante dei Carabinieri
decidere se un cronista, regolarmente iscritto
all'albo e incaricato di coprire il servizio dai
vertici della sua testata, merita o non merita
di partecipare a una conferenza stampa.
Il Consiglio direttivo del Sigim (Sindacato
giornalisti marchigiani) e la Giunta del Gcm
(Gruppo cronisti marchigiani) denunciano la
grave violazione del diritto-dovere di cronaca
verificatasi sabato 14 giugno alla caserma dei
Carabinieri di Jesi, dov'era convocata una
conferenza stampa per illustrare l'arresto di
quattro persone. Qui il capitano Mauro Epifani,
forse non soddisfatto del recente taglio dato
dal Carlino alla cronaca nera jesina, ha
impedito l'accesso in sala alla corrispondente
del giornale, consentendolo invece a tutti gli
altri invitati (cronisti, fotografi, giornalisti
tv).
Presentatasi alla carraia della caserma per
l'identificazione, la collega è stata prima
definita "persona non gradita" dal piantone, e
poi liquidata dallo stesso comandante di
compagnia, capitano Mauro Epifani - con il quale
aveva chiesto di confrontarsi.
Epifani ha informato la giornalista che non
intendeva parlare con lei e che la redazione del
Resto del Carlino di Ancona era a conoscenza di
questa 'misura'. Ostracismo unilaterale ed
evidentemente non condiviso se la redazione
aveva incaricato la giornalista del servizio.
Alla corrispondente del Carlino non è quindi
rimasto che abbandonare la caserma dopo aver
informato il responsabile del Carlino Marche,
Andrea Brusa, che il capitano Epifani aveva
organizzato il lavoro al posto suo. Il capitano
Epifani ha infatti inviato una ricca
documentazione fotografica alla mail elettronica
della testata ma in questo modo ha evitato ogni
domanda che la collega, nell'esercizio del
diritto di cronaca e di critica, avrebbe potuto
porgli. Bene ha fatto il giornale a non
pubblicare alcuna notizia della conferenza,
vista l'assoluta mancanza di contraddittorio e
l'abnormità dell'esclusione.
Sigim e GCM protestano con l'Arma dei
carabinieri per questo inaccettabile episodio
avvenuto in un presidio di legalità democratica
e confidano che l'accesso della stampa alle
fonti jesine dell'Arma sia paritariamente
garantito a tutte le testate interessate non
solo con l'invio di puntuali note e comunicati,
ma anche attraverso un confronto sereno nelle
sedi deputate, come per esempio le conferenze
stampa.
Mai più cartellini rossi a un cronista in una
sede dell'Arma. Non spetta infatti ai
Carabinieri, ma all'Ordine dei giornalisti,
decidere chi può liberamente esercitare la
professione di informare in Italia.
Alla corrispondente da Jesi e alla redazione
anconetana de Il Resto del Carlino la
solidarietà del Sindacato giornalisti e del
Gruppo cronisti marchigiani. |