TERAMO,
19.9.2016 -
Hanno
partecipato in quaranta al primo stage di
autodifesa personale femminile organizzato dalla
Commissione provinciale pari opportunità di
Teramo in collaborazione con le Cpo dei Comuni,
l’associazione “On the Road”, il Centro
antiviolenza “La Fenice”.
Sabato scorso, le donne che
hanno aderito all’iniziativa, si sono ritrovate
al Palacastrum di Giulianova e grazie a Massimo
Lanciotti e Mirko Angelini, i due allenatori,
sono state formate ad affrontare e gestire
situazioni di pericolo. Il metodo proposto è
Systema,
arte marziale che si avvale di una serie di
esercizi semplici da fare singolarmente, in
coppia e in gruppi, alla portata di tutte. Non
solo esercizi fisici ma anche tecniche per la
gestione dello stress prodotto nelle situazioni
di pericolo e l’accrescimento dell’autocontrollo
e della consapevolezza nelle proprie capacità di
reazione e autodifesa.
Il secondo appuntamento è
previsto per sabato prossimo,
24
settembre, a Teramo, nella “Casa dello sport” di
via Taraschi.
La giornata di stage è
gratuita, è riservata alle sole donne (dai 14
anni in su) ed è ancora possibile iscriversi
compilando i moduli di adesione presenti sul
sito al seguente
link:
http://www.provincia.teramo.it/organi-istituzionali/commissione-pari-opportunita/aperte-le-iscrizioni-agli-stage-di-autodifesa-personale-femminile-2
Allo stage,
fra le altre, hanno partecipato le componenti
della Cpo, Nadia Ranalli e Marilena Andreani; il
vicesindaco di Giulianova Nausicaa Cameli, le
professioniste del Centro antiviolenza Shaula
D’Antonio, Cristina Bellocchio, Adalgisa Toscani
e Simona Antonini, la presidente della CPO
provinciale, Monica Brandiferri e la
vicepresidente della Provincia, Barbara
Ferretti.
«Un aiuto concreto alle
donne, un’ iniziativa che ha riscosso un
successo inaspettato a dimostrazione del livello
di allerta rispetto al rischio di aggressioni e stalkeraggio –
hanno dichiarato Monica Brandiferri e Barbara Ferretti
– un fenomeno, quello della violenza sulle
donne, spesso ad opera di compagni, mariti,
fidanzati, che non accenna a ridursi e che va
combattuto su molti piani: dall’educazione
all’affettività, all’informazione nelle scuole e
fra i giovani, al supporto agli adulti per la
gestione della conflittualità. Parimenti è
indispensabile aumentare la consapevolezza delle
donne e la loro capacità di reazione: impararsi
a difendersi, anche fisicamente, rientra in
questo percorso». |