TERAMO,
23.4.2016 -
«E'
di questi giorni la notizia della punizione (tre
mesi senza calcio) inflitta dal giudice sportivo
al venticinquenne calciatore della Pro Venezia,
Daniele Berton, riconosciuto colpevole di aver
insultato un arbitro donna con queste parole:
"Ma perché tu donna invece che venire ad
arbitrare le partite non te ne stai a casa a
stirare-lavare, maledetta te e chi ti fa
arbitrare" e altre ingiurie che non
amplificheremo riferendole. Chissà se è prevista
una sanzione anche per chi, in un luogo
istituzionale, massima rappresentazione della
democrazia elettiva, insulta una collega
consigliera invitandola a “rimanere a casa a
fare i piatti e a cucinare”. E’ evidente
che per molti uomini italiani le
donne che “non se ne stanno a casa” sono
una vera ossessione e che questa ossessione è
decisamente trasversale colpendo ambienti
sociali, fasce d'età e livelli culturali anche
molto diversi fra loro. L'episodio accaduto in
consiglio comunale a Roseto ci ricorda, per
l'ennesima volta, quanto ancora ci sia da fare
in termini di pari opportunità, quanto non sia
un vezzo insistere anche sul linguaggio di
genere e quanto siano duri a morire gli
stereotipi sulla figura femminile. Certo, nel
caso di Antonio Norante, c’è l’aggravante del
ruolo istituzionale rivestito e dell’insulto
oltre che alla collega anche al luogo che lo
ospita. Non possiamo che esprimere condanna e
sdegno per le parole grossolane del consigliere
e piena solidarietà alla capogruppo del PD
Teresa Ginoble invitando tutti e tutte, dentro e
fuori i luoghi dello Stato, a vigilare meglio
contro quei comportamenti che alimentano la
discriminazione» |