L'AQUILA,
2.3.2016 -
“La
seduta odierna della Commissione vigilanza, con
l’audizione del DG della Asl di Teramo e del
Sindaco di Atri, ha permesso di mettere in luce
ulteriori elementi di criticità del piano di
riorganizzazione del sistema sanitario messo in
campo dal Governo regionale”.
É quanto
affermato dal Consigliere regionale del M5S,
Riccardo Mercante, che è tornato ad occuparsi
della chiusura del punto nascita di Atri.
“In un’ottica di
riorganizzazione della rete assistenziale –
ha precisato Mercante – che sia
effettivamente ispirata al miglioramento della
qualità, della sicurezza e dell'appropriatezza
degli interventi,
la chiusura dei quattro punti nascita di Atri,
Ortona, Penne e Sulmona, confermata pochi giorni
fa dal CPNR, non è certamente di alcuna utilità,
ma, anzi, va ad impoverire pesantemente il
nostro sistema sanitario. Un taglio voluto
fortemente da questo Governo regionale che
sembra più ispirato dalla volontà di ridurre le
spese a tutti i costi ed in maniera
indiscriminata piuttosto che da una attenta
analisi e studio delle criticità della rete
ospedaliera e dei bisogni dei cittadini
abruzzesi e del territorio. Una decisione calata
dall’alto che non tiene assolutamente conto,
come nel caso del punto nascita di Atri, del
rispetto di quegli stessi parametri e standard
di sicurezza previsti nell’Accordo Stato-Regioni
del 2010, invocati dal CPNR per giustificare una
politica di tagli alquanto discutibile.
Né può
bastare a garantire il rispetto di adeguati
livelli di assistenza e sicurezza – ha
continuato Mercante – la attuale
organizzazione dello STAM, il servizio di
trasporto assistito materno, che dovrebbe essere
talmente efficiente da compensare la chiusura
dei quattro punti nascita, dato che, come emerso
oggi in commissione, siamo ancora lontani da una
piena copertura del territorio visto che tale
servizio risulta attivo solo nell’entroterra, a
Teramo, Atri e Sant’Omero, e completamente
assente nel presidio ospedaliero di Giulianova,
unico nosocomio della costa teramana destinato a
raccogliere il bacino di utenza più ampio
dell’intera provincia. Una lacuna gravissima che
rischia insieme alla chiusura del punto nascita
di Atri, e come la recente esperienza della
piccola Noemi, nata d’urgenza al San Liberatore,
ci ha insegnato, di aggravare, anziché,
migliorare, la tutela di mamme e bambini.
L’assenza, poi, di tutti i Consiglieri della
provincia di Teramo, compreso lo stesso
Monticelli, in una riunione che è stata
convocata per discutere della situazione del San
Liberatore dopo la chiusura del punto nascita,
la dice lunga sul loro grado di interesse nei
confronti del proprio territorio e dei propri
cittadini.
Un altro
passaggio importante, adesso, - ha concluso
Mercante – come da noi espressamente
richiesto, sarà quello di audire il Commissario
dell’Asr, Mascitelli, per verificare quali
misure sia possibile intraprendere per garantire
nel percorso nascita, alla provincia teramana e
a tutto l’Abruzzo, livelli di sicurezza ed
assistenza che siano realmente adeguati ai
fabbisogni dei cittadini”. |