ROSETO DEGLI ABRUZZI,
22.1.2016 -
Questa mattina il
Sindaco di Roseto degli Abruzzi, Enio Pavone,
e l’Assessore all’Ambiente, Fabrizio
Fornaciari, hanno voluto ricostruire, così
come annunciato ai media nelle scorse settimane,
in maniera puntuale la vicenda relativa alla
Riserva del Borsacchio dalla sua
istituzione, con L.R. n. 6 del 2005,
ripercorrendo, con dovizia di particolari e
documenti alla mano, tutte le vicissitudini e le
traversie che hanno interessato la stessa.
Nel 2007 la
precedente amministrazione conferì l’incarico
professionale per la redazione del P.A.N.
(Piano di Assetto Naturalistico) al
professor Gianluigi Nigro che predispose lo
strumento urbanistico, portato all’attenzione
del Consiglio comunale nella seduta del 8
ottobre 2008, dove non venne adottato dal
“monocolore Pd” per mancanza di numero legale
(seduta deserta).
A questo punto la
Giunta Regionale, targata centrosinistra,
commissariò il Comune affidando la gestione
della Riserva alla Provincia di Teramo ai sensi
e per gli effetti dell’art. 21 della L.R. n. 38
del 96 (legge quadro sulle aree protette della
Regione Abruzzo per l’Appennino Parco d’Europa)
in quanto il Comune di Roseto degli Abruzzi
non aveva provveduto agli adempimenti previsti
dalla legge istitutiva. La stessa inerzia che
aveva caratterizzato l’Amministrazione comunale
colpì anche la Provincia e da allora della
questione Riserva non se ne parlò più fino alla
nuova legge regionale di riperimetrazione, n. 29
del 2012 con cui sono stati definitivamente
delineati i confini, come richiesto
dall’Amministrazione Pavone. Da questa data si è
provveduto a svolgere le attività previste dalla
stessa legge.
«Il
22 dicembre 2015, in pieno periodo natalizio,
siamo venuti a conoscenza, a mezzo stampa, di
una Delibera di Giunta Regionale che prevede uno
pseudo-commissariamento da parte della Regione,
atto che tra l’altro ad oggi non è stato
formalmente notificato a questo Ente - hanno
dichiarato Sindaco di Roseto degli Abruzzi,
Enio Pavone, e l’Assessore all’Ambiente,
Fabrizio Fornaciari -. Riteniamo che, dal
punto di vista giuridico, questo atto non abbia
valore in quanto l’eventuale commissariamento
doveva essere comunque fatto in capo alla
Provincia di Teramo, come prevede la legge
quadro regionale sulle riserve viste anche le
nuove competenze attribuite alle province.
Inoltre dal punto
di vista sostanziale non si tratta di un
incarico professionale, in quanto privo di
risorse finanziarie, ma di un mero incarico
ricognitivo circa lo stato di attuazione
delle attività svolte, cosa che poteva essere
benissimo chiesta al Comune, come avvenuto nel
2008, e che avrebbe permesso alla Regione di
conoscere, non in 24 mesi come previsto dalla
Delibera della Giunta Regionale del 22 dicembre
2015, ma in tempo reale, lo stato di attuazione
della stessa.
Quindi
l’architetto Vallarola potrà solamente prendere
atto dello stato di attuazione dei lavori. In
particolare questa Amministrazione ha provveduto
alla predisposizione dei cartelli segnaletici
perimetrali, all’approvazione di un progetto
pilota di gestione degli spazi, alla nomina del
Comitato di Gestione che ha adottato
diversi provvedimenti, ad affidare
all’architetto Mascarucci l’incarico di
consulente ai fini della redazione del P.A.N..
Si è lavorato poi per arrivare ad un accordo con
gli eredi del professor Gianlugi Nigro,
perfezionato in data 10 dicembre 2015, e si
provvederà di conseguenza ad incaricare nuovi
professionisti per la “rivisitazione” del P.A.N.
e per gli ulteriori adempimenti al fine di
ottenere dei finanziamenti utili alla gestione
della Riserva”.
Pertanto il Sindaco e l’Assessore Fornaciari si
chiedono “perché la Giunta Regionale ha
adottato una Delibera quando sarebbe bastato
chiedere dei chiarimenti agli uffici comunali
come si dovrebbe fare per legge e come fatto in
passato? La risposta l’avrebbe avuta in pochi
giorni, altro che i 24 mesi di tempo concessi al
ricognitore! Probabilmente la risposta sta in un
“effetto mediatico” che si è voluto
alimentare al fine di soddisfare le esigenze di
qualche parte politica attualmente impegnata
nella campagna elettorale per il rinnovo del
sindaco e del consiglio comunale di Roseto degli
Abruzzi. Prendiamo atto, ancora una volta, che
movimenti e partiti politici che hanno avuto la
possibilità per anni di lavorare per realizzare
la Riserva del Borsacchio, e non hanno fatto e
prodotto niente di concreto, tanto da essere
loro sì commissariati, si ergono oggi a paladini
del nulla». |