TERAMO,
11.8.2016 -
Sinistra Italiana ha appreso con preoccupazione
nella giornata di ieri la notizia della chiusura
di 7 guardie mediche in provincia di Teramo (Campli,
Castellalto, Cermignano, Colledara, Fano
Adriano, Nereto, Valle Castellana), l’ennesimo
colpo al diritto alla salute per il tramite di
normative nazionali che ricadono ancora una
volta sulle teste delle persone. Le motivazioni
addotte dai vertici aziendali ci risultano
alquanto deboli e ben distanti dalle necessità e
dai bisogni dei cittadini dei comuni e delle
zone interessate, sosteniamo le azioni che
vorranno mettere in campo gli enti locali e le
amministrazioni per tutelare e difendere quelle
postazioni. Tutto questo avviene mentre in
relazione al nuovo piano sanitario regionale si
fa un gran parlare di un potenziamento della
sanità del territorio, giustificando in tal
senso i pesanti tagli ai presidi ospedalieri e i
relativi accorpamenti di reparti e strutture.
Come si concilia la recente scelta aziendale con
le direttive tecniche e politiche di livello
regionale? Con le dichiarazioni fatte
dall’assessore Paolucci nei numerosi incontri
fatti nei comuni alla presenza dello stesso
direttore dell’ASL ? Non è forse una gigantesca
contraddizione depotenziare contemporaneamente
strutture centralizzate e quelle di base? A
quale modello di sanità si guarda? Ad oggi il
continuo depauperamento di servizi porta ad un
esito solo: i più bisognosi, come ci ha detto
recentemente l’Istat, rinunceranno a curarsi
mentre chi ha possibilità economiche si
rivolgerà al privato. Per evitare ciò occorre
invertire la tendenza e cambiare rotta, come
Sinistra Italiana continueremo a seguire la
vicenda specifica e metteremo in campo le
iniziative politiche ed istituzionali
necessarie. |