Referendum Trivelle,
in Abruzzo 13 comuni oltre il 50%
(ANSA) - CHIETI, 18.4.2016 -
In Abruzzo sono 13 i Comuni dove ha votato oltre
il 50% degli aventi diritto nell'ambito del
referendum abrogativo sulla durata delle
trivellazioni in mare.
Tutti in provincia di Chieti, in particolare
nella zona Frentana e del Sangro, molti legati
alla costa dei trabocchi e al costituendo Parco
della Costa Teatina, alcuni nell'entroterra.
Queste le
percentuali dei votanti: Pietraferrazzana
59,63%, Treglio 57,60, Frisa 55,63, Montebello
sul Sangro 54,54, Mozzagrogna 53,48, Lanciano
53,17, Sant'Eusanio del Sangro 52,74, Fossacesia
51,75, Santa Maria Imbaro 51,55, Pennadomo
51,44, Fallo 51,23, Rocca San Giovanni 50,47,
Perano 50,42. Votanti nella provincia di Chieti
il 40,26%. Niente quorum nelle altre province e
nei capoluoghi: in provincia di Pescara 33,29%;
in quella di Teramo 35,41. In quella
dell'Aquila, dove ha votato il 31,03, la
percentuale più alta (48,18%) è a Calascio, 130
abitanti a 1200 metri di quota, nota per la
Rocca, con il castello più alto dell'Appennino e
la torre a 1520 metri.
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«Oltre
13 milioni di italiani vogliono una Italia
diversa e più pulita»
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“Vota SÌ per fermare le trivelle”:
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nonostante i tempi ristretti, il mancato
election day e la disinformazione
“Oltre 13 milioni
di italiani vogliono una Italia diversa e più
pulita”
Il regalo ai petrolieri delle
concessioni “eterne” è in contrasto con la
direttiva europea 22/94 sulla concorrenza nel
settore degli idrocarburi e dovrà comunque
essere cambiata
Dalla Costa dei Trabocchi segnali
incoraggianti anche nell’ottica dell’atteso
Parco Nazionale
Il Comitato abruzzese “Vota SÌ
per fermare le trivelle”, all’indomani della
consultazione referendaria, sente il dovere di
ringraziare le decine e decine di attivisti e di
cittadini che hanno portato avanti in queste
settimane l’impari battaglia contro una
massiccia campagna di disinformazione e di
incentivo al non voto portata avanti persino dal
presidente del consiglio.
Il risultato elettorale, alla
luce delle oggettive difficoltà, del tempo
ristretto a disposizione e della scellerata
scelta di evitare l’election day, costata
milioni al solo scopo di scongiurare il
raggiungimento del quorum, va letto
positivamente. 13.334,764 italiani (e tra questi
325.025 abruzzesi) hanno chiesto col loro sì al
Governo di rivedere la politica energetica e le
scelte strategiche per il futuro. Un esecutivo
che abbia a cuore le sorti e i desideri dei
cittadini non potrà non tenerne conto.
Entrando nel merito il mancato
raggiungimento del quorum non ha consentito di
completare il successo che il movimento
referendario – formato da Regioni, associazioni
e tantissimi cittadini – aveva già ottenuto
costringendo Governo e Parlamento a reintrodurre
il divieto alle trivelle entro le 12 miglia e ad
accogliere altre delle richieste contenute nei
cinque referendum sui quali non siamo stati più
chiamati a votare. Resta in sospeso la questione
della durata “eterna” delle concessioni, che
consente ai petrolieri di evitare gli ingenti
costi di smantellamento. Una normativa in palese
contrasto con la direttiva 94/22/CE che regola
la concorrenza nel settore degli idrocarburi.
Sarà forse necessario un ricorso alla Corte
europea ma sarà inevitabile che l’Italia si
adegui in tempi non troppo lunghi, a meno che
non voglia incorrere in una procedura di
infrazione facendo pagare ai cittadini, dopo i
milioni bruciati per il mancato election day,
anche una multa per il mancato rispetto degli
accordi internazionali.
Ci preme infine sottolineare che
il risultato abruzzese è stato superiore a
quello nazionale, con il 35,4% degli elettori
che ha partecipato alla consultazione
referendaria. Brillante in particolare il
risultato, in provincia di Chieti, dei Comuni
direttamente o indirettamente coinvolti
nell’istituendo Parco Nazionale della Costa
Teatina: diversi hanno superato il 50% dei
votanti e molti altri hanno sfiorato questa
quota. Un segnale evidente per chi continua a
ritardare la perimetrazione con assurdi
pretesti. I cittadini, o almeno la stragrande
maggioranza tra loro, vogliono il Parco dei
Trabocchi e non quello delle Trivelle.
L’auspicio è che anche la politica tutta, dal
livello locale a quello regionale e nazionale,
sappia prenderne finalmente atto.
Il Comitato abruzzese “Vota SÌ
per fermare le trivelle”
(ANSA)
ROMA,
11.2.2016 –
Il Consiglio dei ministri ha fissato il
referendum sullo stop alle trivelle: la
consultazione si terrà il 17 aprile. Il Cdm ha
infatti approvato il decreto per l'indizione del
referendum popolare relativo all'abrogazione
della previsione che le attività di coltivazione
di idrocarburi relative a provvedimenti
concessori già rilasciati in zone di mare entro
dodici miglia marine hanno durata pari alla vita
utile del giacimento, nel rispetto degli
standard di sicurezza e di salvaguardia
ambientale.