PESCARA,
3.6.2016 –
E' stato presentato oggi,
in conferenza stampa, il voluminoso Documento
finale di Piano Regionale Gestione Rifiuti
di
500 pagine, redatto al fine di adeguare la
normativa vigente in materia di gestione del
ciclo dei rifiuti dettata dalla L.R. 19/12/2007,
n. 45 e s.m.i. e la pianificazione di
riferimento.
Lo scenario
di Piano sviluppato considera come orizzonte
temporale il periodo 2017-2022.
Il
documento è stato accuratamente illustrato dal
Sottosegretario Regionale con delega
all'Ambiente
Mario
Mazzocca
e dal Dirigente Servizio Gestione Rifiuti
Franco
Gerardini.
Gli indirizzi
politici e programmatici per l’adeguamento del
Piano sono stati delineati con due importanti
provvedimenti dell’esecutivo regionale: la DGR
n. 116 del 26/02/2016 e la DGR n. 226 del
12/04/2016.
In
particolare n. 3 aspetti risultano molto ben
definiti e non suscettibili di alcun dubbio:
-
La Regione Abruzzo, esclude
qualsiasi ipotesi di realizzazione di un
inceneritore nel proprio territorio,
non condividendo le scelte delineate nel
Decreto del Presidente del Consiglio dei
Ministri 10 agosto 2016 (c.d. "Decreto
Inceneritori") che individua i deficit
registrati a livello impiantistico per i
diversi contesti territoriali e le modalità
del loro soddisfacimento. Alla luce delle
previsioni del Piano, come già prospettato
con la DGR n. 226 del 12 aprile 2016, si
ribadisce la non sussistenza di condizioni
oggettive per prevedere un impianto di
incenerimento in Abruzzo in quanto non
sostenibile nè tecnicamente nè
economicamente. La
riorganizzazione dei
servizi di raccolta, basati su sistemi
domiciliari, che ha comportato in questi
anni un costante aumento della percentuale
di raccolta differenziata, il cui obiettivo
minimo è fissato al 2022 al 70% su base
regionale.
-
la riorganizzazione dei
servizi di raccolta,
basati su sistemi domiciliari, che ha
comportato in questi anni un costante
aumento della percentuale di raccolta
differenziata, il cui obiettivo minimo è
fissato al 2022 al 70% su base regionale
-
la Regione Abruzzo, tra i
diversi modelli gestionali dei flussi di
rifiuti che venivano precedentemente
ipotizzati, sceglie senza tentennamenti o
inganni, il modello del “recupero di
materia”,
sia attraverso l’organizzazione di sistemi
domiciliari di raccolta differenziata (cd
“porta a porta”), sia attraverso il recupero
“possibile” di altri materiali dalle
frazioni residue di rifiuti (cd ”Rifiuti
indifferenziati”). Tutto ciò comporterà
anche adeguamenti impiantistici che potranno
consentire la qualificazione del rifiuto
secco residuo da selezione impiantistica
attraverso l'intercettazione delle
componenti valorizzabili (in primis
materiali plastici, metallici e, ove
possibile, cellulosici). Il Piano disegna un
"modello gestionale" basato su prestazioni
medie attribuite al complesso delle filiere
di trattamento. Infatti, gli impianti "TMB
con recupero di materia spinto", prevedono
lavorazioni finalizzate ad estrarre dal
rifiuto indifferenziato residuo frazioni
recuperabili in forma di materia (es.
plastiche, carta, metalli) quantificabili in
circa il 15% del flusso trattato.
Lo scenario
globalmente prefigurato farà si che, a obiettivi
conseguiti, siano ampiamente rispettati i target
fissati dalla Commissione europea in materia di
"preparazione per il riutilizzo e il riciclaggio
dei rifiuti urbani e assimilati" pari al 50% al
2020 (art.11, Direttiva 2008/98/CE, recepito
nell’ordinamento nazionale con D.Lgs. 152/06 -
art.181).
«Su
questi aspetti si vuole discutere -
interviene il
Sottosegretario Regionale Mario
Mazzocca
- e si chiede un confronto che abbia i caratteri
del rigore scientifico e della realtà dei fatti
e non ci si pieghi, come spesso accade, a
ragionamenti dettati dalla disinformazione e
privi di logica o intrisi di demagogica
strumentalizzazione politica. Ogni riflessione
sul tema dovrebbe tener conto dell’utilizzo
delle migliori tecnologie e degli effettivi
risultati gestionali che le stesse offrono nella
gestione dei flussi di rifiuti»
«Come si
può notare - continua il Sottosegretario - il
confronto con l'attuale situazione gestionale
evidenzia in maniera chiara ed inequivocabile:
-
la
contrazione della produzione complessiva;
-
il
considerevole aumento dei quantitativi di
rifiuti avviati a recupero di materia;
-
il
contenimento dell'avvio a recupero
energetico (invariato a livello % ma in
diminuzione in valore assoluto);
-
la significativa contrazione
dello smaltimento in discarica».
«I nostri
atti - conclude
Mazzocca
- per la
prima volta avviano concretamente, sul
territorio regionale, la stagione dell'economia
circolare. L'inganno, se non un tradimento, è
quello continuamente perpetrato nei confronti
degli abruzzesi da parte di taluni esponenti
politici, che continuano a mentire sapendo di
farlo, a diffondere notizie destituite di ogni
fondamento sul nuovo "Piano Regionale di
Gestione dei Rifiuti" e ad alimentare la cultura
del sospetto. A tal riguardo, si rispedisce al
mittente l'antipatico, falso e tendenzioso
riferimento ad un presunto ruolo predominante
del privato: ricordo che quando c'era da far
valere le sacrosante ragioni dei territori e
delle comunità il sottoscritto non ha esitato un
attimo a farli propri e ad agire contrastando
anche qualche cosiddetto 'potere forte', con i
fatti e non con le futili chiacchiere degne del
novello 'partito del torchietto'». |