L'AQUILA,
23.2.2016
–
“Quando si tratta di fare chiarezza sul Cirsu la
Regione si tira sempre indietro”. Con queste
parole il Consigliere regionale del M5S,
Riccardo Mercante, ha commentato la risposta,
data oggi in Consiglio, sulla nuova
interpellanza presentata per sollecitare la
Regione a trovare una soluzione definitiva alle
annose problematiche del polo impiantistico di
Grasciano.
“Nella nota consegnatami ad agosto 2014 – ha
spiegato Mercante – quando per la prima volta
sollevai la questione Cirsu, la Giunta era stata
piuttosto evasiva lasciando intendere che
numerose criticità fossero in fase di
risoluzione. Oggi, a distanza di quasi due anni,
continua con i soliti discorsi, perdendosi in un
superfluo quanto inutile resoconto di quanto
accaduto in passato, dato che le vicende degli
impianti di Grasciano sono, ormai, ben note a
tutti. Piuttosto che perdere tempo nel fare
l’elenco delle varie autorizzazioni concesse,
dei passaggi che hanno portato al fallimento del
Cirsu o delle innumerevoli violazioni accertate
dall’Arta, la Giunta avrebbe dovuto fornire
spiegazioni su quanto avevo chiesto e, cioè, sul
perché si stia continuando ad andare avanti, da
anni, con continue proroghe nonostante la piena
consapevolezza delle criticità esistenti e della
mancanza di requisiti essenziali ed obbligatori
e, soprattutto, perché la Regione non abbia
fatto nulla, sino ad ora, per far si che gli
impianti di Grasciano operassero nel pieno
rispetto delle norme e delle prescrizioni aia.
Ma quel che è peggio è che solo da pochi giorni,
secondo quanto emerso oggi in Consiglio, il
servizio gestione rifiuti avrebbe avviato i
procedimenti necessari per accertare la
sussistenza dei requisiti soggettivi in capo al
Cirsu dopo la sentenza di fallimento nonostante
la mancanza degli stessi fosse ben nota da tempo
visto che è p roprio una deliberazione di Giunta
del 2007, predisposta per di più dallo stesso
servizio, a sancirlo.
Adesso – ha continuato Mercante – si sta
cercando di porre rimedio a problemi che una
gestione sana ed accorta avrebbe potuto evitare,
che vanno dai costi elevati per l’adeguamento
degli impianti alla incertezza sulla
prosecuzione delle attività del polo
tecnologico, dalla necessità di trovare una
soluzione per il conferimento dell’organico che,
con tutta probabilità si tradurrà in maggiori
sacrifici per i cittadini, fino al timore per il
futuro occupazionale degli ex dipendenti. Di
questo avrebbe dovuto parlare, oggi, la Giunta e
far luce sulle eventuali responsabilità dei
Sindaci consorziati e della stessa Regione.
Purtroppo – ha concluso
Mercante – nessuna soluzione definitiva è
stata prospettata ed il futuro di quello che
viene definito dal PRGR sito strategico ed unica
piattaforma complessa di lavorazione dei rifiuti
urbani in Provinci a di Teramo, rischia di
essere affidato ancora a quegli stessi soggetti
che ne hanno segnato, fino ad oggi, il declino”. |