L'AQUILA,
24.10.2016
–
«Sulla
Saga, la società che gestisce l’aeroporto
d’Abruzzo, continua a regnare una grande
confusione ed un’assoluta mancanza di chiarezza». È
quanto affermato dal Consigliere regionale del
M5S, Riccardo Mercante, che ha così proseguito: «Nel
mese di luglio, grazie ad un emendamento intruso
e con i soliti escamotage, la maggioranza ha
concesso l’ennesimo contributo in favore della
Saga. Un intervento sulla cui legittimità, come
precisato innumerevoli volte dal Movimento 5
Stelle, sorgono molteplici dubbi vista la
normativa europea in materia di aiuti di
Stato. E come se ciò non bastasse non
risulterebbero, ancora oggi, posti in essere i
relativi adempimenti procedurali, in primis la
notifica alla commissione europea, e la
redazione, da parte degli uffici, della scheda
di conformità all’ordinamento europeo. Una
omissione che deriverebbe, secondo la Regione,
dalla natura di società in house della Saga e,
quindi, dalla non ascrivibilità del contributo
tra gli aiuti di Stato.
Peccato –
ha continuato Mercante – che
sia stata
la Saga
stessa, pochi giorni fa, a disconoscere la sua
natura di società in house procedendo alla
nomina diretta dell’ennesimo dirigente. Una
decisione che contrasta nettamente con quanto
previsto dalla normativa in vigore che impone
alle società in house, come evidenziato più
volte dal Consiglio di Stato, l’impiego delle
medesime procedure selettive previste per le
pubbliche amministrazioni.
È evidente –
ha proseguito Mercante – che
la maggioranza sulla Saga non ha le idee ben
chiare e che invece di trovare soluzioni
efficaci per rilanciare l’aeroporto d’Abruzzo
preferisce portare avanti un piano di aiuti che
non è di nessuna utilità per il rilancio della
struttura e che, anzi, viola ogni normativa al
riguardo.
A cosa serva
poi – ha
concluso Mercante – un
altro dirigente alla Saga è tutto da chiarire
visto che le priorità dovrebbero essere altre,
prima tra tutte il risanamento dei conti
disastrosi che non può di certo essere affidato
all’elargizione di prebende da parte della
Regione della cui legittimità, oltre che
opportunità, è, per giunta, lecito dubitare». |