PESCARA,
13.5.2016 –
Nel tardo pomeriggio di ieri, gli uomini della
Polizia Postale e delle Comunicazioni di
Pescara, in esecuzione di un’ordinanza di
custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del
Tribunale de L’Aquila su richiesta del P.M. che
ha coordinato le indagini, hanno tratto in
arresto un uomo di 48anni
per detenzione e divulgazione di ingente
quantità di materiale pedopornografico
L’uomo, disoccupato, convivente con l’anziana
madre, era già stato oggetto di analoga attività
investigativa nel 2015 da parte degli stessi
investigatori del Compartimento di Pescara,
sotto il coordinamento del Servizio Polizia
Postale e delle Comunicazioni. In quella
circostanza era stato arrestato poiché nel corso
di una perquisizione a suo carico era stata
rinvenuta una ingente quantità di materiale
pedopornografico: oltre 2000 immagini e video
ritraenti minori abusati o in atteggiamenti
pornografici.
Numerose vittime del suo interesse risultavano
di età inferiore ai tre anni.
Il Tribunale, una volta convalidato l’arresto
dell’uomo, ne disponeva l’immediata liberazione,
ma il
lavoro degli investigatori non si è fermato.
Dalle successive attività tecniche, in
particolare dalle risultanze dell’analisi
forense del materiale informatico sequestrato,
emergeva un quadro probatorio a carico
dell’indagato di assoluta rilevanza.
Veniva infatti accertato lo scambio di materiale
pedopornografico con altre persone utilizzando
svariate applicazioni di messaggistica e/o noti
social network, addirittura un gruppo creato
sull’applicazione di messaggistica Whatsapp
amministrato dallo stesso arrestato e composto,
alla data dell’accertamento, di 12 membri.
Alcune di queste persone venivano localizzate in
Italia ed identificate.
A loro carico sono state eseguite perquisizioni,
tutte con esito positivo.
Per gli altri sono tuttora in corso rogatorie
internazionali.
Gli uomini della Polizia Postale e delle
Comunicazioni hanno potuto accertare che la
condotta criminale tenuta dall’uomo non ha
subito alcuna interruzione nonostante il suo
arresto.
Ciò evidenziato anche attraverso la verifica
della SIM telefonica in uso all’uomo: infatti lo
stesso aveva conservato la stessa utenza
cellulare per non perdere i propri contatti e
continuare indisturbato nell’attività illecita.
Anche questa volta sono state rinvenute negli
smartphone in uso all’uomo immagini
pedopornografiche.
Purtroppo la diffusione di internet ed il
proliferare di programmi informatici che
permettono il c.d. “file Sharing”, ossia
lo scambio di file tra utenti connessi tra loro
mediante appositi server e più recentemente dei
social network, ha amplificato tra gli altri
anche il fenomeno della diffusione di materiale
pedopornografico facilitandone evidentemente
anche la fruizione on line e la stessa
detenzione. |