PESCARA,
4.1.2016 –
A Sulmona è
prevista la costruzione di una centrale di
compressione e spinta su una superficie di circa
12 ettari, con 3 turbo compressori alimentati a
gas di 11 megawatt termici, un camino alto 14
metri e tre caldaie con camini alti 6,5 metri.
Tale struttura si andrebbe a collocare in una
zona ad alto rischio sismico (nei pressi della
faglia attiva del Monte Morrone) e in un'area
che nel PRG vigente risulta essere incompatibile
in quanto è una zona a verde agricolo.
Il nostro deputato
abruzzese Melilla e la capogruppo SEL al Senato
De Petris hanno sottoscritto, insieme ad altri
parlamentari un documento unitario per chiedere
al Governo Renzi il pieno rispetto della
risoluzione parlamentare per trovare
un’alternativa al progetto della Snam e
contestualmente l’istituzione di un tavolo
tecnico sulle alternative al tracciato del
metanodotto e della centrale Snam.
Come SEL riteniamo
che collocare la struttura lungo l'Appennino è
pericoloso, poiché il tracciato ipotizzato passa
in una zona ad alto rischio sismico e nelle aree
tutelate della regione dei parchi.
La richiesta di
diversi parlamentari, tra cui i nostri di SEL,
fatta al governo è quella di riprendere
la risoluzione del 2011 volta ad istituire un
tavolo tecnico sulle alternative al tracciato
appenninico del metanodotto e della centrale
Snam.
La Regione, dal
luglio 2014 in poi, grazie al nostro
rappresentante allora Assessore all’Ambiente
Mario Mazzocca, ha assunto impegni concreti di
contrarietà a ogni tipo di impianto e in questa
fase delicata deve tenere soprattutto in
considerazione le posizioni dei comuni e delle
popolazioni che in quei territori ci vivono e
che da anni si battono contro questo tipo
progetto. La Giunta Regionale d’Abruzzo,
infatti, con proprie Deliberazioni n. 500 del
29.7.2014 e n. 597 del 23 settembre 2014, ha
negato l’intesa sia sul "Metanodotto
Sulmona-Foligno" che sulla "Centrale di
compressione gas’ di Sulmona. A tal riguardo,
infine, va specificato che il Decreto di
Compatibilità Ambientale sul progetto fu
rilasciato il lontano 7 marzo 2011; all’epoca
(giunta Chiodi), sul progetto “Metanodotto
Sulmona-Foligno e Centrale di compressione di
Sulmona”, la Regione Abruzzo non ha espresso
parere alcuno e non si è mai presentata alla
Conferenza dei Servizi propedeutica alla
approvazione del progetto medesimo. Un atto che
pesa come un macigno sulla reale possibilità di
incidere nelle scelte governative da parte della
Regione Abruzzo. |